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·15 de mayo de 2025

Lotito: "Dobbiamo trasmettere alla squadra l'orgoglio dell'appartenenza"

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La S.S. Lazio ha organizzato una serata, presso Casina di Macchia Madama a Roma, per ricordare lo scudetto vinto dai biancocelesti nella stagione 1999-2000. A questo evento sono presenti molti degli attuali protagonisti del campionato, ma anche ex giocatori e personalità importanti proprio della stagione di inizio XXI secolo.

A partecipare, inoltre, vi è anche l'attuale presidente della società biancoceleste: Claudio Lotito.


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Claudio Lotito

Le dichiarazioni di Claudio Lotito

Quanto è importante celebrare e ricordare l'impresa di 25 anni fa?:

E' fondamentale: non c'è futuro senza il nostro passato. Dobbiamo far tesoro dell'esperienza passata e rivendicarne i comportamenti: diventa un percorso di partenza che deve essere seguito. Prima erano altri tempi, in cui vi erano l'aborto della proprietà, mentre oggi ci sono meccanismi di gestione più restrittivi e limitanti dal punto di vista della creatività. Quindi, senza alcuni accorgimenti, si rischia molto.

Sarebbe il compimento di uno sforzo collettivo: la società è convinta che attraverso l'organizzazione e lo spirito di gruppo, si possono raggiungere obiettivi e risultati importanti. Oggi si è svolta la partita tra la Lazio femminile e i parlamentari: sono tutti rimasti colpiti dalle strutture e dall'organizzazione. Abbiamo cercato di coniugare il risultato economico con quello sportivo: la Lazio ha vinto 6 trofei nonostante le difficoltà economiche e questo fa capire l'importanza dell'organizzazione della società. Speriamo che tramite tutti i lavori che stiamo facendo si riescano a creare le opportunità per le persone. Dalla partita di ieri (Coppa Italia), abbiamo visto due componenti diverse: una, dotata, non aveva la voglia di portare a casa il risultato. Noi dobbiamo trasmettere alla squadra l'orgoglio dell'appartenenza, dobbiamo fargli capire che le loro azioni rappresentano i tifosi che soffrono e vivono con passione le vicende della propria squadra del cuore.

Cosa è mancato negli anni alla Lazio per assestarsi nella zona alta della classifica?

Io ho sempre pensato che nella vita è importante riuscire a mettere in campo tutte le forze per raggiungere gli obiettivi di carattere sportivo. Quando sono arrivato, per salvaguardare il patrimonio di questo club, ho fatto sì che questa società non fallisse. I presidenti che mi hanno preceduto hanno sempre fatto molti sacrifici, per questo motivo ho sempre cercato di portare in sicurezza il club. Ad oggi, la Lazio è proiettata nel futuro: sta costruendo un'accademy e ristrutturando il centro sportivo. Noi stiamo coltivando, nell'interesse dei tifosi, la forza di questo club, anche portando a casa i migliori risultati sportivi. Abbiamo, inoltre, presentato il progetto del nuovo stadio: una casa nuova in cui coltivare un maggior legame con i propri tifosi… preferisco avere una struttura che si tramandi nel tempo. Mi sono preoccupato di salvare la storia e ora dobbiamo pensare al futuro di questa società: siamo quelli che abbiamo vinto più di tutti, dopo la Juventus, con squadre molto forti. Abbiamo dimostrato che se vogliamo, riusciamo. Dobbiamo continuare su questa linea e far capire a tutti che la Lazio si è sempre attestata in Europa.

Marco Baroni è il futuro di questa squadra?

Marco Baroni ha un contratto: sorrido a pensare che quando ho portato Baroni, sono stati fatti cortei, la gente diceva che saremmo dovuti retrocedere in Serie B. In questi miei anni di presidenza, ho sempre dimostrato che qualche cosa abbiamo cercato di fare: se la Lazio è partita da -550 milioni ed oggi ha circa 300 milioni di patrimonio immobiliare, significa che è una società che può vedere un futuro diverso e lavorare su quest'ultimo.  Ad oggi si stanno compiendo tutte le cose che avevamo detto che avremmo fatto: c'è gente che ancora parla senza conoscere.  Sono convinto che il futuro di questa squadra debba passare attraverso persone con capacità, non solo con un nome. Quando sono arrivato, c'erano i primi gruppi economici d'Italia, ma attraverso il mio modo di fare, ho capito come gestire una società. Oltre al risultato sportivo, infatti, c'è anche il fatto emotivo e sulla base di questo ho deciso di voler creare una società con delle certezze. Ho dimostrato con i fatti di avere un minimo di competenza: ho portato la Salernitana dall'eccellenza, in Serie A.  L'affetto della gente è fondamentale: aiuta la società a dare il massimo. Per questo motivo tutte le scelte che faremo saranno sempre funzionali all'interesse esclusivo della Lazio.

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