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·16 de mayo de 2025

Lazio, Rovella si dichiara: “Voglio restare qui a vita”

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Il centrocampista della Lazio Nicolò Rovella ha rilasciato un’intervista al Messaggero in cui parla del suo amore per i biancocelesti ma non solo.

Arrivato nella scorsa stagione alla Lazio, dopo un periodo di ambientamento, si è letteralmente preso le chiavi del centrocampo. Nicolò Rovella è diventato uno dei titolari inamovibili dello scacchiere di Marco Baroni. Quest’oggi il classe 2000 ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero. Di seguito le sue dichiarazioni.


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L’intervista di Rovella

“Se non fosse chiaro, lo ribadisco, voglio rimanere qui a vita. Non sono venuto per esplodere e andare poi a vincere in altri club. Sono qui per vincere con questa maglia, sono già in una grande società“.

Ma andiamo con calma. Ripartiamo dall’attualità, dall’ira funesta per il cambio contro la Juventus.

“Purtroppo non so contenermi. Ero arrabbiato, un po’ per il risulta-to, un po’ con me stesso. Quando esco, è come se mi strappassero un pezzo di cuore. Ho sbagliato e chiesto scusa a Baroni. La mia reazione esagerata ha mancato di rispetto anche a Vecino che entrava”.

Troppa voglia di rivincita contro Tudor, che voleva cederla?

“Le mie prestazioni in questa stagione sono già una risposta, magari ha cambiato idea”.

Ha avuto già tre allenatori qui.

“Sono grato a Sarri che mi ha voluto alla Lazio, il suo calcio mi piacerà sempre. Baroni dimostrerà di essere un tecnico da grande squadra. Con lui sono cresciuto sotto l’aspetto fisico, il mio neo”.

La preoccupa che Baroni abbia gettato ombre sul suo futuro?

“Non so che rapporti ci siano fra lui e la società. Da quanto sappiamo nello spogliatoio, il mister e Fabiani sono soddisfatti del percorso.

Quindi, spero rimanga il prossimo anno”.

Pesa l’eliminazione col Bodo?

“È un grande rimorso, perché siamo usciti contro una squadra alla portata. Eravamo più forti e abbiamo gettato al vento una qualificazione a una semifinale europea, che mancava da tanto. Dovremo rifarci molto presto”.

Il campionato non è finito. Crede ancora nella Champions?

“Il discorso è apertissimo. Siamo tutti lì. Il destino non è più nelle nostre mani, si devono incastrare altri risultati, ma noi dobbiamo pensare al nostro cammino.

Sei punti obbligatori, poi vedremo. Un club con questa storia deve andare minimo in Europa League, ma meritiamo la Champions, anche per riprendere il percorso interrotto col Bayern Monaco”.

Davvero pensa di vincere a San Siro?

“Serve un’impresa contro una squadra mostruosa a un passo da Champions e scudetto. Ma questa Lazio ha l’anima in più da tirare fuori. Si è vista contro il Milan, la rivedrete a Milano”.

Poi c’è il Lecce in casa dove la Lazio non vince più

“Inspiegabile, perché sentiamo tanto il calore del nostro pubblico. Vinceremo all’ultima giornata, lo giuro”.

Gila dice che la squadra subisce troppo con due soli uomini a centrocampo.

“Abbiamo un gioco offensivo, ovvio che si paghi dietro, ma basta fare un gol in più. Così abbiamo stupito l’Italia all’inizio, ma ora stiamo segnando meno per la stanchezza. I blakout all’inizio di ogni tempo restano un mistero, ma non c’entra il modulo”.

Si sente già un veterano?

“Sono un giovane vecchio. Aiuto i nuovi, sono il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarmene dagli allenamenti per dare l’esempio”.

Ha trovato anche la Nazionale. È pronto per la Norvegia il 6 giugno?

“Prontissimo e orgoglioso, spero che Spalletti continui a convocarmi. Ancora ho fatto poco, voglio diventare un simbolo”.

Lotito dice sempre che è più forte di Ricci.

“Samuele è un grande talento e un mio amico. Il ct ha l’imbarazzo della scelta”.

È di nuovo diffidato. Ha ricevuto 13 gialli, è il più ammonito d’Europa. Troppi falli o c’è un accanimento?

“È colpa mia, tante ammonizioni sono giuste, non mi sento penalizzato Devo imparare a controllarmi, sono troppo irruento, ma non scorretto”.

Eppure alcuni torti arbitrali contro la Lazio sono evidenti. Il suo primo gol biancoceleste annullato a Parma…

“Qualche errore ci ha penalizzato come ad altre squadre. Sbagliano anche i fischietti. La rete cancellata al Tardini non riesco però a mandarla giù, ci sto male e me la sogno ancora la notte. Mi ero sbloccato, mi è crollato il mondo addosso”.

Che significa Rovellismo?

“È una nuovo termine del vocabolario laziale (ride, ndr) per rimarcare lo sforzo e il trasporto con cui lotto”.

Guendouzi ha detto che diventerà uno dei più forti al mondo.

“Esagerato. Lui è un esempio, un guerriero vero. Caratterialmente siamo simili e, in battaglia, ci completiamo”.

Aston Villa, Liverpool e City sono pronti a offrire 40 milioni a giu-gno, ma il suo agente Riso teme sia ormai troppo laziale per smuoverla dalla Capitale.

“É la verità. Per carità, mi lusinga che le big mi cerchino, ma io sono già in un grande club. Ho un contratto di cinque anni e sono felice.

Questa società sta crescendo, ha un progetto che mi coinvolge. Spero di vincere tanto qui, di riportare la Lazio in alto. Voglio alzare più di una Coppa, è la mia missione”.

Ha giurato amore eterno a 23 anni. Non è presto?

“Sono innamorato. Ho un legame speciale con la Lazio. Spero davvero di rimanere a vita e, se non dovesse andare così, rimarrei comunque laziale per sempre. Qui c’è una tifoseria simile al Sudamerica, anzi la più bella del mondo”

Il presidente Figc Gravina non vuole i tesserati sotto le Curve.

“Immagino si riferisse ai cazziatoni, ma alla Lazio non è mai successo. A Bologna siamo andati noi a chiedere scusa per un umiliante 5-0, era giusto, e i tifosi ci hanno dato appoggio”.

Mercoledì la Lazio ha festeggiato i 25 anni dal secondo scudetto. Fra il primo e il secondo ne passarono 26.

“Speriamo allora nel prossimo. Non esistono limiti al sogno, io mi pongo sempre l’obiettivo massimo”.

Cosa manca alla Lazio per lottare davvero?

“La mentalità. Ne parlo spesso con Pedro, dobbiamo alzare il livello. Per arrivare a certi traguardi, devi vincere ogni domenica, pensare a tre punti ogni giornata. Bisogna guardare vicino, non lontano”.

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