Calcio e Finanza
·8 de junio de 2025
La Serie A sovrapposta al tennis, il ministro Abodi: «Serve una cabina di regia unica»

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·8 de junio de 2025
Venerdì sera la Lega Serie A ha sollevato il sipario sul massimo campionato italiano con il calendario delle partite per la stagione 2025/26. Un passo in avanti importante e fatto con largo anticipo rispetto al recente passato, ma che non ha schivato tutti gli ostacoli con cui adesso bisogna fare i conti.
Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, la Lega ha sì tenuto conto delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, evitando di far giocare Milan e Inter a San Siro all’inizio di febbraio, ma è inciampata in altri importanti eventi sportivi internazionali che si svolgeranno in Italia durante la prossima stagione.
Il caso che ha fatto discutere di più è la coincidenza tra il derby di ritorno tra Roma e Lazio e la finale degli Internazionali d’Italia, prevista per il 17 maggio, entrambi al Foro Italico. Ma anche il derby di Torino è programmato per il 9 novembre, lo stesso giorno dell’inizio delle ATP Finals nel capoluogo piemontese. Questa volta lo scontro è tra calcio e tennis, ma in passato sono successi altri episodi simili, come la programmazione della Maratona di Milano e quella di Roma nello stesso giorno.
La polemica seguita alla pubblicazione del calendario ha spinto alcuni ad avanzare la richiesta di una cabina di regia per una pianificazione nazionale degli eventi sportivi. Diego Nepi, amministratore delegato di Sport e Salute, è stato il primo a lanciare l’allarme già venerdì: «Un Paese deve valorizzare i suoi asset più importanti: la Francia ad esempio quando c’è il Roland Garros focalizza tutta la propria filiera industriale, commerciale, tecnologica su quell’evento. Noi invece facciamo ancora fatica a fare sistema, abbiamo tanti campanili e ogni campanile suona la sua campana: così c’è solo confusione».
«Serve quindi una pianificazione a livello italiano che tenga conto di quella sportiva internazionale. Se andiamo avanti così, gli eventi continueranno a cannibalizzarsi tra loro. La concomitanza della finale degli Internazionali e del derby di Roma non è un problema solo a livello di ordine pubblico, ma anche di broadcaster e di potere d’acquisto: perché un bambino deve scegliere se vedere Sinner o la squadra del cuore? C’è un effetto divisivo, mentre bisogna puntare a un effetto moltiplicatore. Come? Definendo gli eventi sportivi che vanno difesi per valorizzarli», ha concluso Nepi
D’accordo anche Paolo Bellino, amministratore delegato di RCS Sports & Events, organizzatore – tra le altre cose – del Giro d’Italia e della Milano Marathon: «Ormai è necessario introdurre un Osservatorio per la calendarizzazione dei grandi eventi sportivi, soprattutto quelli che dipendono da federazioni internazionali e che devono comunque avere un minimo di priorità. Bisogna poter ragionare a livello complessivo, la distribuzione va fatta considerando il punto di vista temporale, fisico e logistico. Nessuno può sentirsi il centro del mondo. Partiamo dai maggiori appuntamenti internazionali che dipendono da soggetti esterni e poi definiamo il resto, coinvolgendo anche le municipalità».
Per il presidente della FITP Angelo Binaghi, direttamente coinvolto dalle concomitanze con i grandi eventi del calcio, compresa la Coppa Italia, la cabina di regia «è assolutamente necessaria per prevenire i problemi anziché aggiustarli in corsa. Quanto alle sovrapposizioni di Torino e Roma, confidiamo che, grazie anche all’intervento di Sport e Salute, si possano sistemare le partite in modo da non creare conflitti ma sinergie, facendo sì che un evento alimenti l’altro».
La richiesta di un nuovo organo trova i favori anche del ministro per lo Sport Andrea Abodi: «Sono assolutamente favorevole a una piattaforma che consenta di armonizzare gli appuntamenti sportivi considerando il calendario e i luoghi. Parliamone seriamente, nessuno può stare per conto suo, non si può vivere di disarticolazioni. Ognuno è titolare del suo, ma ci sono delle relazioni soprattutto nella contestualità dei luoghi. Così come sono stati considerati i Giochi nel definire il calendario, andavano inseriti dei criteri ad hoc per gli Internazionali. Servono buon senso e una visione un po’ più ampia delle cose».