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·1 de julio de 2024

La resa dei conti in Germania: nervi tesi tra Spalletti e la squadra

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Luciano Spalletti è stato confermato dal presidente della FIGC Gabriele Gravina come commissario tecnico dell’Italia il giorno dopo l’eliminazione da EURO 2024 agli ottavi di finale. E anche a 24 ore circa dal duro confronto fra la squadra e il tecnico. A riportarlo è l’edizione odierna del La Repubblica.

Un confronto che ha portato allo scontro fra due posizione che sembrano inconciliabili. La squadra chiede più certezze sul modo di giocare, mentre Spalletti voleva iniziare il suo corso subito con le sue idee, nonostante le poche occasioni per approfondire i concetti tattici, come da lui stesso ammesso durante la conferenza stampa post eliminazione al fianco di Gravina.


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Ma non solo questioni tattiche. Quello che è mancato alla Nazionale, oltre a un gioco fluido ed efficace, è stata la grinta, vista solamente per rimontare l’Albania in quei minuti di furore dopo il gol incassato a pochi secondi dal via, o contro la Croazia che ha portato al gol di Zaccagni per evitare l’eliminazione già ai gironi. Inoltre, mancavano i senatori. Spalletti ha dovuto fare a meno di personalità come Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, due colonne fondamentali negli ultimi anni della Nazionale che hanno coronato il loro percorso, fatto anche da due esclusioni ai Mondiali, con la vittoria di EURO 2020.

Spalletti è finito nel mirino dei calciatori anche per la preparazione fisica pianificata per una rassegna continentale della durata di un solo mese. Poco intensa, il commento più ricorrente usato dai calciatori nel confronto con il tecnico. Poi la convocazione in Nazionale di Nicolò Fagioli avrebbe fatto storcere il naso a più di qualcuno dei suoi compagni di avventura in Germania. Fatto sta che il 2-0 della Svizzera nasce da un lancio spagliato in zona centrale del centrocampista juventino, ma nessuno degli azzurri si è dannato l’anima per metterci una pezza ed evitare la rete che ha di fatto sancito l’eliminazione in favore degli elvetici.

Un rapporto mai sbocciato fra Spalletti e la squadra, che sembrava convinta di proseguire nel solco del 4-3-3 usato nelle prime due uscite contro Albania e Spagna, poi trasformatosi a poche ore dal fischio di inizio con la Croazia nel 3-5-2, per poi tornare indietro per la sfida con la Svizzera. Senza dimenticare il repentino cambio di giocatori da una partita con l’altra, senza prima un segnale importante in allenamento. Rivoluzione che però non ha toccato alcuni protagonisti di pessime prestazioni, basti ricordare Di Lorenzo contro la Spagna, dando la sensazione allo spogliatoio che esistevano categorie di calciatori diverse agli occhi del ct. Un dato di fatto che però non era supportato adeguatamente dalle prestazioni in campo.

Ora, dopo la fiducia incassata dalla FIGC, Spalletti avrà il compito di ricucire un rapporto teso con la squadra per non mancare quello che è il più grande obiettivo della sua gestione in azzurro: la qualificazione al Mondiale 2026 in USA, Messico e Canada. Le qualificazioni inizieranno nel 2025 e un’altra esclusione, sarebbe la terza di fila, porterebbe il movimento calcistico nazionale in un’ombra da cui sarebbe quasi impossibile uscire nel breve periodo. Per evitare questo Gravina ha chiesto aiuto ad alcuni esponenti dei club di Serie A che saranno riuniti in una sorta di commissione che avrà il compito di avvicinare la Nazionale alle squadre del massimo campionato.

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