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·18 de julio de 2025

👨‍🏫 La lavagna tattica: che tipo di attaccante è Christian Gytkjær?

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Valutare un giocatore prima di vederlo in campo con la nuova maglia non è mai semplice, soprattutto quando si parla di un attaccante trentacinquenne. Eppure, basta uno sguardo al curriculum con cui Christian Gytkjær si presenta a Bari per rafforzare la sensazione che, dopo diverso tempo, il club biancorosso potrà finalmente contare su un centravanti che rappresenta una vera certezza per la categoria. Ma quali sono le caratteristiche principali del danese? E in quale aspetto Caserta dovrà essere bravo a valorizzarlo al meglio?

Proprio l’allenatore calabrese, in una recente intervista, ha parlato del nuovo acquisto dichiarando di aver trovato un attaccante «molto volenteroso, che ha voglia di sudare, lottare e sacrificarsi e fisicamente sta bene, al di là dell’età». Questo è il primo episodio della rubrica ‘Lavagna tattica’ dove entreremo nel dettaglio per scoprire il più possibile quello che dovevo aspettarci dai nuovi acquisti.


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Copyright: SSC Bari

Che tipo di giocatore è Christian Gytkjær

Sarebbe sicuramente riduttivo definire Christian Gytkjær un attaccante che si disinteressa dello sviluppo del gioco quando la sua squadra ha il possesso. Al contrario, soprattutto nelle situazioni in cui si cerca il lancio lungo, tende spesso ad arretrare per offrire una sponda di testa o, più in generale, per farsi trovare tra le linee, aiutando i centrocampisti con soluzioni di passaggio e scarichi rapidi. Tuttavia, se c’è un aspetto che più di ogni altro è emerso dall’analisi delle sue caratteristiche, è la grande attenzione nel leggere le linee di passaggio: un’abilità che gli consente sia di liberarsi per calciare da posizione favorevole, sia di attaccare con tempismo la profondità per trovarsi a tu per tu con il portiere.

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Qui si vede la prima caratteristica principale del giocatore. Quando la squadra è in possesso, spesso occupa la zona di campo intorno alla linea difensiva avversaria, per poi attaccare lo spazio alle spalle della retroguardia.

Per avere un riferimento numerico su questo aspetto, basta sottolineare come nelle varie stagioni in Serie B, Gytkjær abbia toccato in media tra i 25 e i 28 palloni a partita, un dato inferiore rispetto a quello degli attaccanti centrali della categoria, che si aggira intorno ai 35. Questo riflette una tendenza ben precisa: il danese partecipa meno di altri all’azione e passa gran parte del tempo in prossimità della linea difensiva avversaria, pronto a muoversi per smarcarsi e ricevere il pallone. La mappa dei tiri, disponibile solo per la sua stagione in Serie A, conferma questa interpretazione: la stragrande maggioranza delle sue conclusioni è infatti arrivata da dentro l’area di rigore.

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Mappa delle zone di campo dal quale il giocatore ha tirato.

Fonte: Fotmob

Un attaccante completo

Detto questo, è importante sottolineare che, sebbene Gytkjær sia principalmente un attaccante d’area di rigore, possiede un repertorio piuttosto vario in fase di finalizzazione. Negli ultimi anni ha segnato in modi diversi, come si può vedere anche nei video presenti sotto: dal dischetto, spizzando di testa su calcio d’angolo, eludendo la marcatura in area, arrivando in progressione dal limite o incrociando per chiudere sul secondo palo. Il limite più grande, forse, è un pizzico di qualità quando lontano dalla porta potrebbe ricevere il pallone e rigiocarlo: la tecnica non manca, ma talvolta tende a perdersi un po’ ed essere poco preciso.

Resta il fatto che il Bari si è assicurato un attaccante dalle ottime doti realizzative. A conferma di ciò, parlano ancora una volta i numeri. Nella stagione 2023-2024 — una delle sue migliori — ha registrato una media di 0.2 gol per tiro, ben superiore a quella degli attaccanti della categoria, ferma a 0.11. In pratica, è stato tra i più efficienti nel trasformare le conclusioni in reti. Nel campionato cadetto, solo Pietro Iemmello ha avuto numeri migliori, se si escludono Soleri e Bonfanti, la cui percentuale, seppur di poco più alta, è frutto di un numero troppo basso di conclusioni per essere davvero indicativa.

Nello stesso campionato, infatti, ha realizzato ben undici reti giocando solo diciotto partite da titolare (la media era di una ogni 162 minuti), considerando che davanti aveva un compagno di squadra come Pohjanpalo. In Serie B, nel complesso, le marcature sono ventisei in novantatré presenze, alle quali si aggiungono anche sette assist. In sintesi, la sua dote principale è proprio la capacità di trasformare le occasioni in gol — un aspetto che, negli ultimi anni, al Bari è spesso venuto a mancare.

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Copyright: SSC Bari

Non solo i numeri. Gol pesanti e tanto lavoro sporco

Ma non è solo la quantità a rendere interessanti i numeri realizzativi di Gytkjær. Un dato rilevante riguarda infatti il peso specifico dei suoi gol: il danese, infatti, ha spesso colpito nei momenti che contano. Basti pensare alle sei reti realizzate nei playoff, tre delle quali messe a segno nella doppia finale contro il Pisa della stagione 2021-2022, una prova di come sappia esaltarsi quando la posta in gioco si fa alta e di un attaccante che alle doti tecniche sa abbinare grinta, carattere e voglia di essere incisivo.

A completare il profilo c’è poi un’altra qualità non secondaria: la generosità in fase di non possesso. Gytkjær non si limita ad aspettare il pallone, ma si spende nel pressing, cerca di disturbare la costruzione avversaria e lavora per chiudere le linee di passaggio, mostrando spirito di sacrificio e senso tattico. Ora la parola spetta al campo. Ma alla luce del suo profilo, della sua esperienza e del tipo di contributo che può offrire, è difficile non considerare il suo arrivo come un colpo di assoluto valore per la categoria.

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