Pagine Romaniste
·9 de junio de 2025
Juric si presenta: “Con la Roma non è andata come speravo perché non ho potuto costruire la squadra dall’inizio”

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·9 de junio de 2025
Ivan Juric ha ufficialmente cominciato la sua nuova avventura alla guida dell’Atalanta. Dopo una stagione tormentata, segnata da delusioni sulle panchine di Roma e Southampton, il tecnico croato è stato scelto dalla dirigenza bergamasca per raccogliere il testimone lasciato da Gian Piero Gasperini, passato proprio alla Roma. Tra qualche dubbio dei tifosi e una grande aspettativa, Juric ha tenuto oggi la sua prima conferenza stampa da Zingonia, dove ha raccontato le sue sensazioni e i suoi progetti.
Ecco le sue parole:
Quando ha ricevuto la chiamata dell’Atalanta, cosa le è passato per la mente, dopo un’annata così complicata?
“Ho subito pensato che il calcio è un mondo in continuo movimento, capace di cambiare in pochi mesi. La scorsa stagione è stata dura, è vero, ma questa opportunità è davvero unica. Non capita spesso di poter ripartire così, in un club solido e con ambizioni importanti. Ora tocca a me sfruttarla al massimo e dimostrare il mio valore”.
Ha preso in mano una squadra costruita da Gasperini, un nome che pesa molto in Serie A. Come vive questo confronto?
“Non lo considero un peso, anzi. Partire da una base già forte è un grande vantaggio. L’Atalanta è un club con una mentalità vincente, con una cultura sportiva consolidata. Questa mattina ho incontrato Gasperini, che è stato molto cortese e ha preferito non influenzarmi troppo. Credo sia un gesto che dimostra rispetto e fiducia”.
Come pensa di far evolvere il gioco dell’Atalanta? Da chi si sente più ispirato?
“Gasperini è stato un punto di riferimento per molti, anche per me. Ma io ho le mie idee. Sicuramente condividiamo alcuni principi chiave: intensità, pressing alto, grande aggressività. Ora non vedo l’ora di lavorare con i giocatori, conoscerli meglio e definire insieme uno stile che sia efficace e moderno”.
Relazione con i giocatori: come sarà il suo approccio?
“Sarò semplicemente me stesso, diretto e trasparente. Mi piace costruire un rapporto naturale con la squadra, fatto di rispetto e chiarezza. Questa rosa ha dimostrato di crescere tanto negli ultimi anni, ed è un gruppo di professionisti di alto livello”.
Potremmo vedere spesso insieme Scamacca e Retegui in campo?
“Non ho ancora deciso. È presto per pensare a combinazioni così specifiche, ma sono due attaccanti molto forti e complementari, quindi sicuramente studieremo come sfruttarli al meglio”.
Scamacca sarà un punto fermo del suo progetto?
“Non ne abbiamo ancora parlato con la società. Ogni cosa a suo tempo, ma è chiaro che valuteremo con attenzione ogni situazione”.
Cosa ha imparato dalle esperienze con Roma e Southampton?
“Sportivamente sono stati momenti difficili, ma fondamentali per la mia crescita personale e professionale. Alla Roma ho avuto modo di lavorare con campioni di alto livello, approfondendo aspetti tecnici e umani. In Premier League ho vissuto un calcio molto competitivo, con un ambiente stimolante. Queste esperienze mi hanno reso un allenatore più completo”.
Cosa non ha funzionato in quelle esperienze?
“La difficoltà principale è stata non poter iniziare la stagione dall’inizio. Arrivare a stagione in corso significa affrontare un gruppo abituato a un metodo diverso, e cambiare velocemente può essere complicato. Per me è fondamentale poter costruire la squadra fin dal primo giorno, condividere un percorso fin dall’inizio”.
Quali sono gli obiettivi concreti per la stagione?
“Per ora è difficile definirli con precisione. L’obiettivo immediato è continuare a crescere seguendo la strada tracciata negli ultimi anni, mantenendo la determinazione e la chiarezza di idee. Poi, col tempo, capiremo fin dove potremo arrivare”.
Che sensazioni ha avuto alla chiamata dell’Atalanta?
“Una gioia enorme. Ho subito percepito che qui ci sono le condizioni giuste per fare bene. Sono molto carico e motivato”.
Il confronto inevitabile con Gasperini: quali sono le principali differenze tra voi?
“Ogni allenatore ha il suo stile unico. Gasperini ha un’identità precisa, come Guardiola o Sarri. Ci sono influenze comuni, certo, ma ognuno interpreta il gioco a modo suo. Io, ad esempio, ho un approccio diverso su alcuni aspetti offensivi”.