Inzaghi a 360°: “Non ci consideravano per la A, ma è stato meglio così. Voglio restare a Pisa, ma ci sarà tanto da discutere” | OneFootball

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·6 de mayo de 2025

Inzaghi a 360°: “Non ci consideravano per la A, ma è stato meglio così. Voglio restare a Pisa, ma ci sarà tanto da discutere”

Imagen del artículo:Inzaghi a 360°: “Non ci consideravano per la A, ma è stato meglio così. Voglio restare a Pisa, ma ci sarà tanto da discutere”

L’allenatore del Pisa Filippo Inzaghi è stato intervistato sia dalla Gazzetta dello Sport che dal Corriere dello Sport per commentare la storica promozione in Serie A appena ottenuta.

Gazzetta

“Adesso me la voglio godere questa promozione. Non eravamo favoriti, abbiamo costruito la squadra giorno dopo giorno nel ritiro di Bormio e a livello umano mi ha dato soddisfazioni. Speravo da qualche anno di venire a Pisa e vincere, abbiamo trattato a lungo perché c’erano tante cose da definire. L’accelerata l’hanno data i messaggi di Calabresi che avevo allenato e di capitan Caracciolo che conoscevo solo da avversario. Quando mi hanno detto che la squadra per me si sarebbe gettata nel fuoco ho voluto dare uno sprint.


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Tutti i calciatori hanno dato il massimo. Io sono molto esigente, anche con lo staff, ma non ho mai avuto una lamentela e non ho mai multato qualcuno per un ritardo. Il valore di un gruppo così non ha paragoni, la promozione nasce da questa unione. A Bormio ho capito che c’erano le condizioni giuste a livello mentale. Tra i primi video mostrati ci sono quelli del Bayer Leverkusen, ho mostrato ai ragazzi come le 50 gare senza KO partissero dalla fase difensiva degli attaccanti.

Non ci siamo mai lamentati per gli infortuni di Esteves e Leris. Sono fortissimi, averli persi è stato un problema ma a me è dispiaciuto solo per loro. Ho trovato la soluzione mettendo Touré a tutta fascia ed è andata bene. Il 3-4-2-1 nasce dalla conoscenza della squadra: con Tramoni e Moreo sottopunta ero al sicuro, dovevo solo scegliere tra difesa a 3 o a 4.

Ero sicuro di fare i playoff. Ci sono squadre che hanno speso di più, ma noi abbiamo fatto un capolavoro. Una squadra che ne vince 22 in B qualcosa ha. Ho alzato l’asticella dopo le prime vittorie: ho visto come è arrivata quella sul Palermo, che era la favorita per eccellenza, alla 2ª a seguito del 2-2 al debutto con lo Spezia. Anche le sconfitte, però, ci hanno fatto bene. Al ritorno abbiamo perso 2 gare di fila con Sassuolo e Spezia ma le prestazioni mi hanno dato la convinzione di poter vincere. Anche Simone me l’ha detto “Tranquillo, dopo una gara così vinci tu.” E dopo il successo sul Frosinone me l’ha ribadito, aveva ragione.

Sono stato accolto da un affetto incondizionato, ho visto gente piangere chiedendomi la A. Sono felice di averli accontentati e aver regalato loro una squadra che ha sempre lottato su ogni pallone. Il massimo campionato sarà tutt’altra musica, in passato ho pagato cose fuori dalle mie competenze e dovremo lavorare molto. Ma ci penseremo più avanti.

Lo Spezia merita la A per quello che ha fatto e per la classifica, spero Brescia e Salernitana si salvino perché lì sono stato benissimo. Mi dispiace invece che la Reggina non sia salita in C, ma ho fatto una promessa e un giorno tornerò per finire ciò che è stato interrotto.”

Corriere

“Devo ancora realizzare bene quello che è successo, un’impresa incredibile in cui speravo. Tanti mi sconsigliavano di accettare Pisa, invece avevo avuto le sensazioni giuste. Certi sentimenti che suscita il calcio sono inspiegabili, vedere 7.000 tifosi a Reggio Emilia col Sassuolo è stato straordinario e poi domenica il nostro stadio e le strade inondate di tifosi hanno moltiplicato le sensazioni uniche e belle. Mi resteranno dentro per sempre.

La passione che suscito? La passione fa la differenza. Credo che chi ama il calcio si accorga di quanto tengo al mio lavoro e dei sacrifici che faccio per renderlo efficace e vincente. Porto nel cuore tutte le tifoserie delle squadre allenate. Sono infatti amareggiato per l’uscita del Benevento del presidente Vigorito al primo turno dei playoff.

La nostra promozione non è stata scontata, non ci indicavano mica tra i favoriti. Questo, però, ci ha agevolati perché ci ha tolto pressioni. La A la dedico a tutte le persone che mi vogliono bene, ai miei genitori, ai miei figli, a mia moglie Angela e a mio fratello Simone che mi ha sempre incoraggiato. Le sue parole prima del Barcellona sono state commoventi.

Il simbolo di questa squadra sono Caracciolo e Marin che avevano perso la finale col Monza e questo successo lo volevano con tutta l’anima, sono stati esemplari tutti. Squadra multietnica? Non è stata una complicazione, ma anzi una ricchezza. Non esiste un sistema vincente, ma i principi di gioco sono quelli dirimenti. Il palleggio inutile non mi piace e bisogna capire chi si ha a disposizione facendo sentire le risorse umane indispensabili.

Non credo proprio di andare via, ho due anni di contratto e un ottimo rapporto con la società. La Serie A, tuttavia, è un’altra storia e dovremo discutere di molte cose. Dovremo attrezzarci nel modo migliore, ma ci sono i presupposti per fare le cose per bene insieme. In A mi è andata male, ma tutto quello che è accaduto mi è servito e non ho rimpianti.”

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