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·23 de julio de 2025
Inghilterra-Italia, l’analisi del calcio di rigore che ha deciso la semifinale dell’Europeo Femminile

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·23 de julio de 2025
Il sogno dell’Italia Femminile termina con un calcio di rigore fischiato all’Inghilterra: il mio pensiero sul fischio di Martincic
L’impresa dell’Italia Femminile all’Europeo finisce in una beffa. Dopo il momentaneo gol del vantaggio firmato da Bonansea, l’Inghilterra è riuscita a pareggiare in pieno recupero. Ma è nei tempi supplementari che la rimonta si completa, grazie al discusso calcio di rigore fischiato dall’arbitro Martincic.
Ma analizziamo l’episodio. Severini e Mead vanno al corpo a corpo in area di rigore, non c’è distanza tra le due calciatrici, che in quel momento guardano il pallone. Entrambe si aiutano con le mani per prendere posizione sull’avversaria, ma nessuna delle due ci riesce. La classe ’95 non riesce, quindi, a guadagnare un vantaggio, ma si lascia cadere quando capisce che il pallone non le sarebbe arrivato.
Se in questi casi si assegnasse sempre un calcio di rigore, allora rischieremmo di vederne quasi uno a partita. Si tratta infatti di un corpo a corpo robusto e rischioso, ma come se ne vedono decine su tutti i calci i piazzati.
Nonostante ciò, in questo caso il VAR non può intervenire. Un vero peccato, perchè in una semifinale di un Europeo un rigore al 118′ deve essere qualcosa di ‘inattaccabile‘ e non può essere oggetto delle considerazioni che abbiamo fatto.
Soncin: “Nell’altra area lo avrebbero fischiato?”
Inevitabile la rabbia di Andrea Soncin, CT dell’Italia Femminile: “Mi verrebbe da chiedervi se nell’altra area, a quel punto della gara, lo avrebbero fischiato. Non lo so“.
La beffa di un rigore che ha spezzato il sogno Azzurro non può cancellare l’orgoglio del percorso: “Sono state gettate le basi per continuare a crescere. Il fatto di essere arrivate a un minuto dalla finale e non averla raggiunta ci deve dare uno stimolo per fare un altro step per arrivare a gestire meglio queste gare. Abbiamo un altro obiettivo: il Mondiale in Brasile. La parola che ci resta è orgoglio. Le ragazze devono essere orgogliose di quello che è stato fatto, aver tenuto testa alle Campionesse in carica ci deve dare tanta convinzione per il futuro“.