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·5 de octubre de 2024

Il prefetto di Milano: «No allo striscione Curva Nord. Identifica un'associazione a delinquere»

Imagen del artículo:Il prefetto di Milano: «No allo striscione Curva Nord. Identifica un'associazione a delinquere»

Dopo il terremoto che ha colpito il mondo del tifo organizzato di Inter e Milan si passa a una nuova. Il primo passo deciso verso una nuova era lo ha mosso il prefetto di Milano che ha bandito lo striscione identificativo dei tifosi interisti “Curva Nord Milano”.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera-Milano, lo striscione della Curva, alla luce delle indagini portate avanti negli ultimi anni, identifica, secondo la Procura di Milano, una «associazione per delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa» e non un semplice gruppo di tifosi. Ed è per questo motivo che è stato deciso di vietare l’esposizione dello storico striscione, che richiama inevitabilmente il gruppo Beretta-Ferdico-Bellocco. Si tratta di un taglio netto con il passato, che passa anche attraverso l’eliminazione dei simboli legati a questo gruppo, arrestato lunedì scorso.


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Una nuova fase del tifo organizzato interista che è partita da giovedì, dopo l’incontro presso il famoso Baretto che si trova sotto il settore verde che ospita il tifo organizzato nerazzurro a San Siro. «Abbiamo deciso di cambiare», questo il messaggio che è trapelato alla fine dell’incontro. Si guarda con interesse alla partita con la Juventus, in programma il 27 ottobre a San Siro, che potrebbe vedere l’esordio del nuovo striscione della Curva interista.

«Forse scriveremo: ‘1969. Uniti, fieri, mai domi’, un ritorno alle origini», hanno ipotizzato i presenti alla riunione di giovedì. Questo cambiamento potrebbe segnare anche il ritorno delle bandiere storiche alla balaustra del Meazza, come quelle dei Boys, dei Viking o degli Irriducibili, ma al momento sono solo ipotesi sul tavolo dei nuovi responsabili.

Ma a cambiare sarà anche la gestione dei biglietti, per  un taglio netto con il passato. «I biglietti saranno comprati uno alla volta, con nome e cognome», hanno spiegato i leader degli ultrà, sottolineando che il tifo organizzato ora sarà autofinanziato. Il merchandising legato alla Curva Nord sarà ancora in vendita, ma solo fino a esaurimento scorte, per pagare i debiti con i fornitori.

«Non sappiamo se questo segnerà davvero l’inizio di una nuova era di legalità», hanno ammesso alcuni, poiché il cammino è solo all’inizio. Le carte dell’inchiesta rivelano, infatti, che molti altri gruppi ultrà, oltre a quelli smantellati, avevano legami con organizzazioni criminali. Ad esempio, lo scontro tra il direttivo Bellocco-Beretta-Ferdico e il gruppo degli Irriducibili e degli Hammerskin – una frangia più a destra – aveva rivelato contatti con la criminalità organizzata. Gli Hammerskin, capeggiati da Domenico Bosa, detto “Mimmo Hammer”, avevano cercato appoggio mafioso per resistere all’esclusione dalla Curva, trasferendosi poi nel secondo anello blu. A testimoniare questa connessione, Ferdico aveva ricordato un confronto con Antonio Favasuli, il quale gli aveva detto: «Mio zio, uno Scasciaporte, è molto deluso che avete cacciato Mimmo Hammer… gli dava dei soldi!».

Anche sul fronte milanista si attende una riorganizzazione. Fino ad ora, la leadership di Luca Lucci e suo fratello Francesco non è mai stata messa in discussione, grazie soprattutto ai rapporti con i clan della ‘ndrangheta di Platì. Tra i fedelissimi del gruppo dei Lucci c’erano figure come Antonio Rosario Trimboli e Rosario Calabria, vicini a Domenico Papalia. Anche Alex Cologno, guardia del corpo del rapper Fedez, era stato avvistato a Platì l’estate scorsa per la cresima della figlia di Trimboli. Ma anche qui si dovrebbe andare verso una rottura totale con il passato, anche se le idee saranno più chiare dopo la sosta per le nazionali, quando il Milan tornerà a giocare a San Siro contro l’Udinese sabato 19 ottobre.

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