Garbato, ma non troppo – Fallimenti in serie e zero riforme: il calcio ha perso di credibilità e nessuno ha il coraggio di agire | OneFootball

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·9 de julio de 2025

Garbato, ma non troppo – Fallimenti in serie e zero riforme: il calcio ha perso di credibilità e nessuno ha il coraggio di agire

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È appena terminata una stagione che tra Serie B e Serie C ci ha purtroppo costretto ad assistere a una serie di fallimenti e difficoltà societarie che minano la fiducia nel sistema anche del più ottimista degli appassionati. Ritrovarsi a inizio luglio con club del terzo campionato italiano già sull’orlo della bancarotta e con la Sampdoria, salvatasi solo a causa della vicenda Brescia, costretta a un ridimensionamento estremo a causa dei debiti fa sentire tutti noi ingannati, impotenti, rassegnati.

Chi scrive non è competente della materia finanziaria e non vuole esprimere opinioni nette su argomenti riguardo a cui non può avere profondità d’analisi. Ci si limita a osservare gli eventi e a chiedersi se davvero può star bene continuare così. La Covisoc ha avallato tutte le iscrizioni alla prossima stagione, eppure pochi giorni dopo sono già emersi problemi insormontabili. Non serve un luminare per intuire che rendendo i parametri assai stringenti la piega degli eventi sarebbe stata diversa.


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Un movimento che ogni anno vede società cominciare una stagione e poi non concluderla non ha credibilità. Viene meno l’equa competizione, il campo ogni anno lascia spazio a NOIF, TFN e TAR. Ci sono vittorie che valgono meno di altre, sempre più verdetti che cambiano a posteriori. Questo sport inteso nell’attuale maniera non è sostenibile. Le leghe perdono di appeal, il prodotto ha sempre meno credibilità.

Da un lato è evidente che bisogni lavorare sull’inasprimento dei criteri di ammissione, dall’altro però è da anni che chiediamo una riforma seria e credibile. Oggi 100 squadre professionistiche in Italia non sono sostenibili in alcun modo, serve il coraggio e la responsabilità politica per tagliare in modo netto e cambiare le sorti di uno sport che nella nostra Penisola è ogni giorno che passa più a rischio di quanto lo fosse in quello precedente.

Questa disciplina deve trovare una sua strada, perché è evidente che assecondare i tempi della Giustizia ordinaria porta a disastri. Lo abbiamo visto col ritardo della notifica dell’Agenzia delle Entrate sul caso Brescia, ma lo vediamo in modo eclatante coi piani di ristrutturazione del debito. Dopo il fallimento della Reggina, ora assistiamo a una Sampdoria che al di là di quello che sarà l’esito ha seguito lo stesso modus operandi. Ha scommesso tutto sulla Serie A e, fallito il risultato sportivo, versa in una situazione finanziariamente terribile. Il calcio ha le sue regole e le sue variabili, rifiutarsi di accettarlo ha conseguenze gravissime. Continuando così, il futuro è in bilico. Ma anche il presente, a essere onesti.

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