Inter Milan
·22 de noviembre de 2024
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Al ritorno dalla sosta, i nerazzurri approdano al ‘Bentegodi’ per affrontare l’Hellas Verona di Paolo Zanetti. L’Inter, che si trova a un solo punto dalla vetta della classifica, si troverà davanti i gialloblù, momentaneamente al quattordicesimo posto con dodici punti dopo un inizio di stagione particolare, caratterizzato da quattro vittorie e otto sconfitte, con zero pareggi. L’Inter se la vedrà con un Verona sbilanciato: da una parte ha la peggior difesa della Serie A con 27 gol subiti, dall’altra ne ha realizzati 17, solo due in meno del Napoli capolista. Delle quattro vittorie sin ora ottenute dalla squadra di Zanetti, ben tre sono arrivate tra le mura amiche del ‘Bentegodi’, contro Napoli, Roma e Venezia, a testimoniare che sul proprio campo il Verona è una squadra intensa e con le pedine a disposizione per mettere in difficoltà qualsiasi avversario.
Questo avvio di campionato ha anche messo in luce la profondità della rosa dei gialloblù, in particolare dal centrocampo in avanti, un fattore che permette costantemente a Zanetti di trovare soluzioni a partita in corso, andando ad impattare l’esito del match. In vista del match di sabato, il tecnico ritroverà due pedine chiave come Jackson Tchatchoua e Reda Belahyane al rientro dalle rispettive squalifiche, mentre non sarà parte della partita Duda.
Zanetti sin dalle prime battute ha plasmato il Verona attorno ad un tradizionale 4-2-3-1, dove i due centrali di centrocampo ed il trio alle spalle dell’attaccante hanno compiti offensivi importanti, in manovre che vedono spesso cinque gialloblù coinvolti. Il risultato di queste ondate offensive create dal Verona è evidente, solo le prime sette squadre della classifica hanno segnato più della squadra di Paolo Zanetti e le iniziative offensive legano la difesa avversaria.
Una delle rivelazioni assolute di questo campionato è il centrocampista marocchino Reda Belahyane: il classe 2004 svolge sia compiti da playmaker palla al piede, che di supporto agli esterni Lazovic e Suslov, in un pacchetto che vede Belahyane essere anche un giocatore di grande quantità e corsa oltre che di qualità. Il giocatore marocchino è in grado di ricoprire aree di campo vaste con tempistiche limitate ed è la vera e propria anima del gioco del Verona, in quanto numerose volte nel corso della partita recupera il pallone, dando vita alle manovre gialloblù. Al suo fianco, vista l’assenza di Duda, potrebbe trovare spazio Suat Serdar, un centrocampista dall’impronta più offensiva che difensiva, di accompagnamento alla manovra e di inserimento. Serdar ha caratteristiche da mezz’ala e può contare su ottimi tempi di inserimento, così come su buone capacità di tiro dalla distanza, come dimostrato nel match contro la Fiorentina.
Dietro a Casper Tengstedt, già autore di quattro gol in Serie A, agisce un trio con grande qualità tecnica composto da Lazovic, Harroui e Suslov. Il Verona fa molto affidamento alle corsie laterali in attacco, cercando di portare i difensori verso l’esterno, per poi attaccare centralmente con Serdar, Harroui e l’esterno opposto: in questo senso anche Tengstedt è ricettivo a questa direttiva e nonostante un fisico ed una presenza importante in area di rigore, lavora molto lungo il perimetro di essa proprio con il fine di creare spazio. Sugli esterni il Verona cerca di creare dei piccoli nuclei da quattro giocatori, solitamente composti da uno dei due centrocampisti centrali, il trequartista, l’esterno e il quarto di riferimento in base alla corsia laterale sulla quale avviene l’attacco, tutto nel tentativo di creare superiorità numerica. Lazovic, Suslov e Harroui sono tutte pedine imprevedibili, dotate di grandi colpi e capacità di conduzione nello stretto. In particolare gli esterni Lazovic e Suslov sono efficaci in fase di dribbling e sono molto pericolosi quando rientrano con successo verso le zone centrali della trequarti puntando alla porta.
Il riferimento centrale è Casper Tengstedt, arrivato in estate dal Benfica e già autore di quattro marcature in Serie A. Il danese è un attaccante di movimento, bravo a giocare di sponda e proattivo nel lavoro senza palla descritto in precedenza, nel tentativo di portare fuori difensori per aprire gli spazi. Il classe 2000 è lucido sottoporta e forte sui duelli aerei, dimostrandosi un attaccante affidabile e utile ai fini delle richieste di Zanetti.
A partita in corso i gialloblù possono contare su numerose pedine in grado di impattare la partita: Kastanos è un trequartista con grande qualità tecnica, Lambourde, Alidou e Sarr offrono fisicità e velocità, Livramento è un jolly offensivo in grado di giocare sia da esterno che da falso nove mentre Mosquera, autore di due gol nel match d’esordio contro il Napoli è un numero nove atipico, con caratteristiche complementari a quelle di Tengstedt più che sostitutive. Mosquera è un profilo che a partita in corso aiuta il Verona a togliere i punti di riferimento offensivi, andando a creare un fronte composto da giocatori più dinamici e in grado di sfruttare le difese allungate.
L’Hellas è una squadra che produce molto nel corso del match dal punto di vista offensivo, con manovre mirate e studiate ed un arsenale offensivo molto completo che permette al tecnico di cambiare le caratteristiche della squadra in base alle situazioni.
27 gol subiti e soli due clean sheet (arrivati nelle vittorie contro Napoli e Genoa) in stagione, la difesa del Verona ha subito quattro gol in più rispetto al Como, ed è la squadra con la seconda peggior difesa del campionato. Inoltre è terz’ultima in Serie A per expected goals concessi (23.27). Per una squadra così votata alla fase avanzata, i gialloblù stanno ancora lavorando al fine di trovare un equilibrio che permetta alla squadra di mantenere la stessa quantità ed efficienza offensiva, senza sacrificare in modo così lampante quella difensiva.
Il Verona si dispone a quattro, con Tchatchoua a destra, un giocatore che nel corso del match è di grande supporto all’esterno offensivo che occupa la sua stessa corsia, e Bradaric a sinistra. Al centro l’Hellas schiera solitamente due tra Magnani, Coppola, Dawidowicz e Ghilardi. Questo gruppo di difensori ha caratteristiche simili, con fisicità e statura che prevalgono su tecnica e abilità con i piedi. Tra tutti, Ghilardi, coinvolto sempre di più nelle ultime partite e perno della Nazionale Under 21, è l’unico che si distingue per capacità in fase di impostazione e uscita palla al piede. Zanetti chiede alla sua linea a quattro di salire e supportare l’ondata della manovra offensiva, sovraesponendo però di conseguenza la coppia di centrali che spesso fatica in velocità a stare al passo ai contrattacchi avversari, mettendo di conseguenza una pressione insostenibile alla linea difensiva. Tutti i centrali difensivi del Verona sono forti nei duelli aerei e sono veri pericoli negli sviluppi di palle inattive offensive, ma in difesa l’Hellas necessita di trovare un equilibrio, anche nei compiti affidati ai due centrocampisti centrali, al fine di non mettere anche eccessiva pressione e affanno al fronte offensivo, costretto a stare al passo con i gol subiti.
Quella di Verona non sarà una trasferta semplice per i nerazzurri, che andranno testa a testa con una squadra molto intensa e imprevedibile, con i giocatori a disposizione per rendere complicato qualsiasi tipo di match.