Calcio e Finanza
·6 de agosto de 2025
EURO 2032, Milano e Napoli a forte rischio esclusione e spunta Pietralata. La situazione stadio per stadio

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·6 de agosto de 2025
Da 11 a 12 stadi, ma con una sola certezza e due grossi punti interrogativi e negativi. È questo il quadro della candidatura dell’Italia per ospitare gli Europei 2032, a quattordici mesi dalla decisione definitiva della UEFA (e anche meno considerando la data entro cui definire i progetti) che deve scegliere i cinque impianti italiani che saranno protagonisti nel torneo insieme a cinque stadi in Turchia. Ma la situazione è tutt’altro che brillante, come emerso anche nel corso di un incontro stamattina tra il ministro Andrea Abodi, la FIGC con il segretario generale Marco Brunelli e il Responsabile UEFA per EURO 2032 Michele Uva. Un vertice in cui c’è stata grande sintonia tra le parti coinvolte per i prossimi passi da fare sul tema, secondo quanto si apprende.
Al momento, infatti, c’è solo uno stadio pronto e che ha già tutti i requisiti in regola, ossia lo Juventus Stadium di Torino, mentre tra gli altri sono in buona posizione sia l’Olimpico di Roma che il Franchi di Firenze, seppur con necessità di ulteriori interventi. Un’altra possibile candidatura è invece emersa nelle ultime settimane: si tratta del nuovo stadio della Roma in zona Pietralata, che potrebbe entrare in corsa nel caso di via libera definitivo. Soprattutto, però, le situazioni più problematiche riguardano lo stadio Maradona a Napoli e San Siro a Milano: due impianti centrali per l’Italia, ma che, stando alla situazione attuale, non potrebbero ospitare le gare di EURO 2032.
Sono 130 infatti i requisiti richiesti dalla UEFA, che variano in base alla capienza degli impianti e non riguardano solo la struttura stessa ma anche quelli legati all’accessibilità, alla logistica, ai mezzi di trasporto. Sui criteri infrastrutturali, però sia a Napoli che a Milano non basterà nemmeno una pesante ristrutturazione (anche valutando le possibili conseguenze della ristrutturazione in termini di impatto sulla capienza e sulle casse dei club): considerando le condizioni dei due stadi, l’obiettivo d’altronde non può essere quello di effettuare una “riverniciata” solo per rientrare tra gli stadi degli Europei, ma serve una visione più a lungo termine ed è anche su questo che si punta. Serve guardare 30 anni avanti, non solo all’obiettivo 2032, è la visione che filtra dalle istituzioni. Un po’ come fatto dalla Germania per i Mondiali 2006: come raccontato da questa testata, l’Allianz Arena, ad esempio, pur essendo nato 20 anni fa è ancora ampiamente moderno. E per rendere il Maradona e San Siro moderni non può bastare una ristrutturazione, è il punto su cui spingono tutte le parti in causa.
Anche perché sullo sfondo c’è uno spauracchio non di poco conto: visto che non è possibile una ipotesi in cui l’Italia partecipi con meno dei cinque stadi previsti, sul tavolo rimane anche l’opzione per cui il torneo venga disputato interamente in Turchia. Una ipotesi che tutte le parti in causa ovviamente vogliono evitare, perché potrebbe rappresentare quasi una pietra tombale sulla credibilità del calcio italiano. Ma la corsa contro il tempo è già iniziata e le scadenze sono particolarmente ravvicinate: entro luglio i progetti devono essere non solo approvati a livello burocratico, ma anche interamente finanziati. E la speranza è che le acque possano muoversi ulteriormente con l’arrivo del nuovo commissario per gli stadi, mentre diversi sindaci, nei vari incontri con FIGC e UEFA, hanno mostrato grande volontà di arrivare ad una svolta sulle infrastrutture.
Entrando quindi nello specifico, ecco la situazione verso EURO 2032 degli stadi candidati ad ospitare il torneo in Italia, secondo quanto appreso da Calcio e Finanza da più parti.
Attualmente, si tratta dell’unico stadio pronto e che risponde a tutti i requisiti chiesti dalla UEFA. Anche se la capienza dell’impianto limita alcune possibilità per l’Italia per la fase finale, considerando che non potrà ospitare l’eventuale finale e che difficilmente potrà anche ospitare una semifinale visto che è dal 2008 che una semifinale dell’Europeo non si disputa in uno stadio sotto i 40mila posti (il St. Jakob-Park di Basilea).
La situazione più problematica riguarda l’ex San Paolo. Il progetto del sindaco Manfredi sulla possibile ristrutturazione, nonostante quanto emerso, non ha accolto grande favore sulla strada per EURO 2032: anzi, la preferenza sembra pendere per l’idea di Aurelio De Laurentiis di uno stadio nuovo nell’area ex Caramanico a Poggioreale. D’altronde, si tratta di un progetto importante anche in termini di rigenerazione urbana di un’area dismessa. Al contrario, la ristrutturazione che il sindaco sostiene non risolverebbe tutti i nodi legati all’attuale situazione del Maradona: motivo per cui, senza il piano per il nuovo stadio, Napoli verrebbe automaticamente esclusa dalla corsa per ospitare gli Europei. E, a differenza di quanto avviene in altre città, non aiuta nella corsa il fatto che il Comune sostenga un progetto che non cancellerebbe i problemi: un tema che nemmeno l’intervento del commissario potrebbe sciogliere.
Il secondo nodo principale non può che riguardare Milano. Dove, a differenza di Napoli, c’è identità comune di vedute tra il sindaco Sala e i club: l’attuale Meazza non solo non basta più a Inter e Milan ma, come già raccontato, non ha i requisiti necessari per ospitare EURO 2032. Non basta una riverniciata, come quella che prevista per la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali 2026. I temi sono tanti, dalle aree hospitality ai servizi igienici fino all’accessibilità. Il progetto su cui tutti spingono quindi è quello del nuovo stadio accanto all’attuale San Siro, su cui la politica cittadina si esprimerà a settembre. E in caso di approvazione, servirà una corsa contro il tempo per avere tutto pronto per le tempistiche della UEFA: avere un nuovo stadio a Milano, però, potrebbe essere il modo migliore per puntare anche ad ospitare la finale.