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Diego D'Avanzo·22 de octubre de 2024
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Diego D'Avanzo·22 de octubre de 2024
L'8ª giornata di Serie A si è conclusa: tutte le squadre nelle posizioni alte della classifica si sono confermate mentre alcuni errori singoli (o dubbi arbitrali) e alcune prestazioni sono state decisamente negative.
Vediamo i voti alle squadre di Serie A, come sempre da 10 a 0. In fondo al pezzo potete lasciare un commento per dirci la vostra a riguardo.
La vittoria con la Lazio firmata dalla doppietta di Gudmundsson ha aperto un mini-ciclo: la Fiorentina continua a vincere (4 successi nelle ultime 5) e questa volta lo ha fatto anche senza l'islandese, infortunatosi dopo pochi minuti. Il 6-0 al Lecce - complice l'espulsione avversaria - non lascia spazio a critiche e dà fiducia ai comprimari.
I gol di Beltran e Parisi rendono partecipi le riserve così come l'assist di Kouamé: Palladino con una sorta di 4-3-2-1 fluido in attacco sta trovando la quadra tattica nonostante le sue scelte forti, come quelle di mettere in discussione Biraghi e Quarta. Ora la Viola è a un punto dalla zona Champions.
Una partenza sottotono, qualche accorgimento tattico e uno spirito che non è mai mancato: il Cagliari di Nicola prende forma e la vittoria per 3-2 sul Torino conferma le sensazioni delle ultime partite, in difesa c'è ancora da lavorare ma l'attacco sembra essersi sbloccato.
Il 3-5-2 iniziale è diventato con il passare delle giornate una sorta di 4-4-1-1 in fase di possesso con Luvumbo più aperto sulla fascia e pronto a inserirsi a seconda dei movimenti di Viola, a ciò è da aggiungere la capacità di segnare sui calci piazzati, come accaduto col Toro. Ora il Cagliari si è staccato dalla zona retrocessione.
Il Monza torna a vincere in campionato dopo 7 mesi e ottiene il primo successo del campionato: gran parte del merito va a Dany Mota che segna l'1-0 al volo, un gol difficilissimo che "maschera" un primo tempo in cui il Verona non avrebbe demeritato. Nella ripresa il Monza legittima il vantaggio con la doppietta del portoghese e il gol di Bianco, 45 minuti in cui gli scaligeri però non hanno sfruttato le occasioni avute.
Inter: tanta fatica, molte occasioni, un solo gol segnato e 3 punti importantissimi portati a casa. I nerazzurri con gli infortuni a partita in corso di Acerbi e soprattutto di Calhanoglu hanno cambiato interpretazione del match: un po' meno qualità, più intensità in ripartenza e un secondo tempo deciso dagli errori individuali della Roma. La compattezza difensiva dell'Inter ha fatto il resto.
Allo stesso modo quella della Juventus ha impedito alla Lazio di creare pericoli alla porta bianconera: l'espulsione di Romagnoli dopo 24 minuti ha indirizzato la gara e anche in questo caso un errore individuale ha deciso la partita. L'autogol di Gila mette una pezza agli errori di Vlahovic e all'imprecisione della Juve: 16 tiri di cui solo 3 in porta, ma tanto è bastato.
Il Milan inizia al meglio senza Theo e Leao, poi l'espulsione di Reijnders complica tutto. Nonostante l'inferiorità numerica per 60 minuti i rossoneri non hanno rinunciato ad attaccare anche nella ripresa, difendendo con tutti i suoi effettivi. A mantenere l'1-0 ci ha pensato anche la fortuna visti i due fuorigioco millimetrici che hanno invalidato i gol dell'Udinese, ma questa buona sorte il Milan se l'è conquistata con 90 minuti d'impegno puro.
Ancora Mateo Retegui: capocannoniere con 8 gol in Serie A, un pallonetto che vale il 2-0 e chiude una partita in cui - nonostante l'1-0 di Pasalic - il Venezia ha avuto un po' di spazio per attaccare. La traversa e la sostituzione di Lookman dimostrano che Gasperini non fa sconti a nessuno e soprattutto la Dea si rilancia anche in campionato con la seconda vittoria di fila.
Gilardino sembrava già esonerato, il finale di rabbia con il pubblico di Marassi sempre a sostenere è stato in perfetto stile Genoa: Pinamonti all'angolino di piede e poi di testa. Due grandi gol per un risultato insperato: un 2-2 con il Bologna che moralmente può svoltare la stagione ma non cancella le lacune del Genoa. Urgono investimenti a gennaio.
Di Como-Parma ci ricorderemo soprattutto le due giocate magnifiche di Bonny e Nico Paz: il gol di tacco per l'attaccante-sorpresa del campionato e la prima rete di un talento che appartiene a categorie diverse.
Il primo tempo è quello che ha regalato spettacolo e il secondo ha offerto ben poco: gli 0.14 e 0.20 xG raccontano della tattica che ha annullato l'individualità e - anche - la voglia di non perdere un punto già conquistato.
Il Napoli non gioca al meglio, Lukaku vive una giornata oscura ma un rigore di Kvaratskhelia basta a espugnare per la prima volta il Castellani in questa stagione, tutto grazie a un secondo tempo che ha migliorato la staticità della prima frazione.
Nonostante la sconfitta pure l'Empoli si conferma: una buona mole di gioco nel primo tempo con 4 tiri nello specchio fanno da contraltare agli ultimi 45 minuti senza conclusioni. Senza punti ma con tanto orgoglio e, ormai, delle buone indicazioni che stanno diventando certezze.
Fino all'espulsione di Romagnoli la gara contro la Juve era tattica, difficile da scardinare. Dopo il rosso è stata a senso unico: oggi rimanere in 10 uomini costa quasi sempre la sconfitta e farlo per 65 minuti è una condanna, nella ripresa la difesa non è bastata e l'attacco non è pervenuto: 0 tiri in 45 minuti e 2 conclusioni nei 90 totali.
La prova dell'Udinese con il Milan fino al 29' minuto era stata nettamente insufficiente e i 15 minuti di superiorità numerica del primo tempo non hanno sortito nessun effetto. La ripresa è stata all'attacco, la sfortuna ha impedito di segnare due gol ma - a conti fatti - dei 9 tiri tentati neanche uno è finito nello specchio e Abraham è anche andato a un passo dal 2-0: troppo poco visti i 60 minuti in vantaggio di un uomo.
Il Bologna aveva iniziato benissimo contro il Genoa: dominio del gioco, del possesso, dei tiri e anche dei gol. L'1-0 nel primo tempo era meritato ma il raddoppio a inizio ripresa paradossalmente ha spento la squadra di Italiano, mai più pericolosa dal 56' in avanti. Anzi, nel finale le sviste sono costate un 2-1 gratuito e poi un pareggio impronosticabile.
Il Verona non riesce a trovare continuità e dopo la vittoria col Venezia, cade contro il Monza per 3-0. Un risultato bugiardo guardando al primo tempo ma legittimato dalla seconda frazione: la difesa ha sofferto sui palloni centrali e i guizzi di Tengstedt non sono bastati a trovare il gol.
L'ultimo successo del Torino è datato 20 settembre: un 3-2 contro l'Hellas Verona a cui sono seguite 4 sconfitte di fila, ultima quella contro il Cagliari che è l'ennesima cattiva notizia dopo l'infortunio gravissimo di Duvan Zapata.
Il "Vanolismo" che segna tanto e subisce poco è rimasto valido solo a metà: si segna molto ma si subisce altrettanto, e ultimamente anche di più. Gli episodi vanno spesso a sfavore (calcio di punizione invertito sul gol di Viola e autogol di Coco, ad esempio) ma la difesa incassa troppi gol, anche a causa di disattenzioni pure come sul gol di Palomino.
In attacco anche senza Zapata i meccanismi funzionano: Che Adams, Sanabria, ora anche Vlasic e le sgroppate di Lazaro. Da migliorare in modo sensibile è la difesa.
Secondo Juric "non si sono viste differenze tra Roma e Inter". Magari non è andata proprio così ma i giallorossi non hanno demeritato nettamente, dopo il gol incassato hanno attaccato, messo paura all'Inter senza trovare il gol. La risposta morale c'è stata e le corse all'indietro di Dybala ne sono la prova.
A essere altamente insufficiente è una singola azione: l'errore di Zalewski che scatena il contropiede dell'Inter e l'intervento indeciso di Celik che costa il gol della sconfitta. Il fatto che a deviare il pallone sul tiro di Lautaro sia proprio Dybala, sembra quasi una beffa.
Il 6-0 contro la Fiorentina è il punto più basso di una stagione partita male. L'ultimo punto conquistato risale addiritura al 21 settembre. Da quel momento 4 partite, 0 gol fatti, 12 subiti e un'eliminazione dalla Coppa Italia contro il Sassuolo.
L'espulsione di Gallo non basta a giustificare una partita persa 6-0 perché a mancare è stata anche la risposta emotiva per evitare l'imbarcata nella ripresa, al netto di alcuni gol fantastici dei viola. A preoccupare è anche la produzione offensiva e la mancanza di lucidità: soltanto un gol su azione in 8 partite (le altre due reti sono arrivate su palla inattiva) e ora Gotti dovrà invertire la rotta sia in campo sia nella testa della squadra.
Come raccontato nel dettaglio in questo articolo, a destare dubbi sono gli arbitraggi di questa giornata. Le differenze di interpretazione sugli interventi di Reijnders e Cristante, l'errore sulla punizione invertita che ha portato al gol di Viola e i dubbi sul rigore assegnato al Napoli sono degli episodi ormai fin troppo consueti.
A queste situazioni c'è da aggiungere la volontarietà della gomitata di Douglas Luiz che non è stata ravvisata nella sua totalità dal VAR. Una sequela di episodi che ha fatto discutere e ha tolto importanza ai fatti di campo.
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