Calcio e Finanza
·30 de julio de 2025
Comitato “Sì Meazza”: «Sulla vendita di San Siro il Comune racconta balle»

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·30 de julio de 2025
L’operazione di vendita dello stadio di San Siro e delle aree a Inter e Milan «è fasulla. L’Inter ha debiti per 750 milioni e il Milan per 350 milioni e come fanno a investire 1 miliardo e 200 milioni nell’operazione stadio? Lo sanno solo Sala e Scaroni». Lo ha spiegato nel corso di una conferenza stampa nella sede del Comune di Milano il fondatore del Comitato Sì Meazza Luigi Corbani, che ha presentato un esposto in Procura, uno al Tar e uno alla Corte dei Conti per fermare la vendita dello stadio ai club.
«Si tratta solo di una operazione immobiliare perché con lo stadio non si guadagna – ha aggiunto –. Il comune di Milano ha la possibilità senza ricorrere alle casse comunali di pagarsi l’ammodernamento dello stadio. Ha tutte le misure e gli atti amministrativi per pagarselo, senza tirare fuori un quattrino e se non lo fa è una scelta politica e non legata a scelte economiche».
Secondo il Comitato è «una balla pazzesca» quello che dice il Comune nella memoria difensiva al TAR, cioè che se anche si arrivasse a ristrutturare lo stadio senza costruirne uno nuovo, il Comune non potrebbe poi farsi carico della sua gestione e manutenzione, «che comportano costi esorbitanti».
Corbani ha spiegato quali sono questi costi. «Ci sono 3,2 milioni all’anno di costi di manutenzione dello stadio esistente così come desunti dalle spese degli ultimi 3 anni – ha detto –. Considerando 5 anni, ovvero il periodo dal 2025 al 2030, il totale dei costi di manutenzione risulta di 16,4 milioni». Per la manutenzione ordinaria e straordinaria c’è un costo di 9,5 milioni all’anno. «Qui di esagerato e di esorbitante c’è solo il costo economico della demolizione dello stadio – ha osservato Corbani –, 52 milioni previsti dal documento del 5 settembre 2022, e il costo ambientale».
«Trovo curioso al limite dell’indecenza che un sindaco ponga come condizione per rimanere nel suo incarico la vendita di San Siro – ha concluso Corbani –. Capisco se avesse detto, “costruiamo 10mila case popolari”, questa operazione di San Siro non c’entra più con la politica ma è un’altra cosa».
Sul tema è intervenuto anche il promoter Claudio Trotta, che a proposito di San Siro ha spiegato che «può restare in piedi con o senza le squadre Inter e Milan». Trotta avrebbe voluto fare un’offerta, insieme ad altri operatori dello spettacolo dal vivo, per lo stadio di San Siro ma poi aveva lamentato in una lettera al sindaco Giuseppe Sala che era impossibile partecipare al bando del Comune per le tempistiche troppo strette.
«Milano si potrebbe fregiare di avere uno stadio dell’entertainment a 360 gradi ed essere un esempio europeo – ha aggiunto –, ma è più facile dire che se Inter e Milan vanno via non va bene ed è un danno per la città».
Secondo Trotta, «l’importanza dei concerti per lo stadio è palese, dal 2019 però nei progetti presentati dalle squadre per il Meazza si parlava ben poco dei concerti – ha spiegato –. Ci sono milioni di persone che hanno fatto vivere quello stadio anche con i soldi. Chi è che ha messo i soldi? I tifosi di calcio e gli acquirenti dei biglietti dei concerti, ed è un’economia sana».
In questa operazione della vendita dello stadio ai club «non c’è una visione del futuro se non quella di immaginare uno stadio per i ricchi e per chi ha soldi – ha concluso –. Ma lo stadio è un bene pubblico che può essere rinnovato e migliorato per il pubblico, questo è il tema di cui non si parla mai».