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·18 de agosto de 2025

Caso Diarra, l’ex calciatore chiede 65 milioni a Fifa e Federcalcio belga

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Lassana Diarra rilancia la sua battaglia legale contro la FIFA e la Federcalcio belga, avanzando una richiesta di risarcimento pari a 65 milioni di euro lordi (35 milioni netti).

Caso Diarra, l’ex calciatore chiede 65 milioni a Fifa e Federcalcio belga

Il calcolo della cifra è stato affidato a Compass Lexecon, società leader mondiale nella valutazione dei danni derivanti da violazioni del diritto della concorrenza, con il supporto di FIFPRO Europe e FIFPRO World.


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La genesi della disputa

Il contenzioso ha origini datate: tutto è iniziato nell’agosto 2014, quando Diarra decise di interrompere il suo contratto con la Lokomotiv Mosca dopo un solo anno di un accordo quadriennale. La FIFA considerò la scelta del giocatore una rottura “senza giusta causa”, infliggendogli una sanzione di 10 milioni di euro più sospensione sportiva, confermata successivamente dal TAS nel 2016. Il caso si complicò ulteriormente a causa dell’applicazione dell’articolo 17 del Regolamento FIFA, che prevede la cosiddetta responsabilità solidale: in sostanza, anche il club che avesse tesserato Diarra sarebbe stato chiamato a rispondere delle somme dovute al precedente club.

La svolta della Corte di Giustizia Europea

Lo scorso ottobre, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha stabilito che alcune norme FIFA sul trasferimento dei calciatori violano i principi fondamentali del diritto comunitario, in particolare:

Libera circolazione dei lavoratori

Libera concorrenza

La Corte ha evidenziato come i criteri FIFA per determinare le indennità in caso di rottura contrattuale anticipata siano vaghi, imprevedibili e non trasparenti, limitando di fatto il diritto dei calciatori di recedere dal contratto senza giusta causa. Il paragrafo 145 della sentenza sottolinea chiaramente che nel calcio valgono le stesse regole del diritto del lavoro applicate in altri settori: le indennità devono essere calcolate in modo chiaro e proporzionato.

Le dichiarazioni di Diarra

L’ex centrocampista francese ha motivato così la sua battaglia:

“Lo faccio per me stesso, ma anche per tutti i giocatori emergenti e meno noti che non hanno i mezzi per sfidare la FIFA davanti a un tribunale. Nonostante le modifiche apportate dalla FIFA al regolamento, queste non rispettano i requisiti imposti dalla CGUE. La mia azione prosegue ora davanti ai tribunali nazionali belgi, con il sostegno di FIFPRO Europe, FIFPRO e UNFP.”

Diarra ha inoltre ricordato l’iniziativa della fondazione ‘Justice for Players’, creata dopo la sua vittoria davanti alla CGUE, che consente ai giocatori di avviare azioni collettive senza anticipare spese legali né rivelare la propria identità.

Le implicazioni per il calcio europeo

Il caso Diarra rappresenta un punto di svolta per i calciatori e le normative FIFA. La sentenza CGUE ha riaffermato che anche nel calcio professionistico le regole devono rispettare i principi di diritto comunitario, trasparenza e proporzionalità. L’esito della causa potrebbe avere ripercussioni su numerosi contratti e trasferimenti futuri, ridefinendo i limiti della disciplina FIFA in materia di trasferimenti e indennità contrattuali.

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