Briga: «Cantare all’Olimpico è un’altra cosa; l’unica volta che ho cantato e non abbiamo vinto Provedel…» | OneFootball

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·26 de noviembre de 2024

Briga: «Cantare all’Olimpico è un’altra cosa; l’unica volta che ho cantato e non abbiamo vinto Provedel…»

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Le parole di Mattia Briga, cantante e tifosissimo della Lazio, su cantare per i tifosi prima delle partite all’Olimpico

Il cantante Mattia Briga, grande tifoso della Lazio, ha parlato a Radio Serie A. Di seguito le sue parole.

CANTARE ALL’OLIMPICO – «È molto diverso cantare all’Olimpico rispetto a quando canto in un concerto perché sono in mezzo ai tifosi, io stesso lo sono oltre che essere un cantante. Cerco di fare i goal prima che i giocatori entrino in campo questo è il mio obiettivo, scaldare l’ambiente e cercare di dare la carica alla squadra. Questo mi rende molto felice ma anche in ansia perché ci sono 50 mila spettatori e non è detto che tutti mi conoscano o che siano fan della mia musica, per cui anche il minimo errore potrebbe risultare “fatale” (ride, ndr)”».


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FATTORE ‘SFIGA’ – «C’è anche la componente del “portale sfiga” che si sente tanto a Roma: la prima volta che mi hanno invitato a cantare io non sapevo cosa rispondere perché mi sono detto “se perdiamo?” Invece ho cantato 10 volte e abbiamo sempre vinto. Una sola volta quando ho cantato non abbiamo vinto ma fu la partita in cui segnò a Provedel di testa contro l’Atletico Madrid per cui quella fu una cosa devastante per me».

STADIO OLIMPICO – «Voglio spezzare una lancia a favore dello Stadio Olimpico, spesso bistrattato ma è un complesso meraviglioso. Sono abbonato in Tribuna Tevere e la partita si vede da paura. Se uno vuole il seggiolino attaccato al campo, quella è una cosa prettamente british. Io mi rendo conto che il calcio vada verso gli stadi di proprietà che garantiscono un flusso di denaro maggiore, poi permette alle società di fare altre attività. Da tifoso spero che il progetto del Flaminio vada in porto, perché vedere la Lazio con uno stadio di proprietà in centro è una cosa importantissima per la nostra storia e per tutta la tradizione che ci portiamo dietro».

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