DirettaCalcioMercato
·17 de mayo de 2025
Bologna, Ndoye: “La Coppa Italia? Ho pianto tanto. Su Motta ed Italiano…”

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·17 de mayo de 2025
Il Bologna è tornato a sollevare la Coppa Italia dopo 51 anni. Decisivo il gol di Dan Ndoye, che si è oggi concesso ad una piacevole intervista alla Gazzetta dello Sport.
Dan Ndoye è stato l’uomo decisivo della finale di Coppa Italia. L’ala svizzera con il suo gol ha regalato un trofeo insperato a tutta la città di Bologna, che è riuscito nell’impresa di ripetersi dopo una stagione già importantissima. Il classe 2001 si è aperto in un intervista alla Gazzetta dello Sport: dalla vittoria della Coppa alla fase realizzativa, ecco gli estratti più rilevanti.
Sulla finale di Coppa Italia: “Ho pianto. E anche tanto. A fine gara sono andato con tutti sotto la nostra curva e ho guardato negli occhi la gioia, la passione, le lacrime della nostra gente felice. E sì, ho pianto. Quella notte ho dormito forse due ore. Forse. Appena sdraiato sul letto ho pensato ce l’ho fatta. Ce l’abbiamo fatta. Nella mia testa ho già rivisto il gol, cento volte. L’assist me l’ha fatto Theo, ho solo voluto attendere, non tirare subito. Ho visto Tomori e Gabbia, ho fatto un passo e… bum”.
Sul perché il Bologna abbia meritato la vittoria: “Perché siamo una squadra-famiglia. Ma davvero. Un gruppo unitissimo, il motto “We are one” è reale qui. Siamo uniti anche quando ci sono momenti di sofferenza, ci aiutiamo e non è un modo di dire ma di fare, facciamo un calcio che ci diverte fare. Contro il Milan? La partita perfetta”.
Sul rapporto con i connazionali (Freuler e Aebischer ndr): “Ci troviamo bene assieme perché siamo anche amici e ragioniamo spesso allo stesso modo. Consigli? Succede: quello che li dà è soprattutto Remo, il più grande di noi”.
Sulle differenze tra Motta ed Italiano: “L’anno scorso potevo andare poco a cercare la porta, Motta chiedeva che io stessi di più sull’esterno. Italiano, invece, mi ha dato maggiore libertà, la possibilità di andare anche a segnare, l’idea di attaccare di più l’area. Diciamo che le qualità le avevo anche prima ma lui mi ha insegnato la ‘freddezza’ sotto porta e più calma al momento della conclusione”.
Ti fermi a tirare in porta finito l’allenamento? “Sempre. Con i ragazzi dello staff e un portiere si facevano esercitazioni per i tiri in porta. Un anno fa feci un solo gol, oggi sono a nove: a qualcosa è servito”.