Blob Calcio 2024: il mese di novembre. Il Milan sbanca Madrid, perché la Juve non va, la Lazio può sognare, i pensieri di Gravina | OneFootball

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·25 de diciembre de 2024

Blob Calcio 2024: il mese di novembre. Il Milan sbanca Madrid, perché la Juve non va, la Lazio può sognare, i pensieri di Gravina

Imagen del artículo:Blob Calcio 2024: il mese di novembre. Il Milan sbanca Madrid, perché la Juve non va, la Lazio può sognare, i pensieri di Gravina

Blob Calcio 2024, tutto quello che c’è da sapere e gli eventi più importanti nel mondo del calcio per il mese di novembre

Il meglio dell’anno in una serie di frasi. Tra previsioni azzeccate, sbagliate, ricordi e polemiche. Ecco il mese di novembre.

Paolo Sorrentino: «Antonio Conte mi sembra un uomo molto serio: non fa proclami, non va in scena. Nel calcio e nella politica, si va troppo in scena e si diventa poco credibili. Lui non ci va. Se dice una cosa è perché la pensa davvero, non perché deve provocare, alludere o far ridere. Questa serietà, in un mondo dove molti giocano a chi la spara più grossa, diventa determinante. Non è recitante, non finge. E questo suo modo di essere viene apprezzato e rispettato. É anti-cinematografico e per noi è una risorsa: non a caso siamo primi in classifica».Massimo Gramellini: «Carlo Ancelotti dice che stasera non bisognerebbe giocare Real Madrid-Milan: il calcio è una festa e in questi giorni d’alluvione nessuno in Spagna ha voglia di festeggiare. Ha talmente ragione che mi verrebbe da chiedergli: allora perché giocate?».Youssouf Fofana: «Col Real Madrid è stata una bella vittoria contro un club assolutamente prestigioso, fa piacere, dà fiducia, ma restano tre punti. Siamo il Milan e vogliamo andare il più lontano possibile in ogni competizione».Franco Baresi: «Camarda? I ragazzi oggi sono più svegli, ma hanno più pressioni e aspettative: devono essere bravi a non farsi schiacciare. E lui è un ragazzo molto regolare ed equilibrato».Michele Padovano: «Thiago Motta mi sembra tutto tranne che incosciente. Anzi, è uno molto, ma molto preparato, sa quello che vuole. E non si lamenta delle assenze, un aspetto che apprezzo. Poi, si è approcciato nella maniera giusta: sa che deve portare avanti un progetto nuovo, ma ha ben presente che deve anche provare a vincere, perché quello è l’obiettivo di tutte le grandi squadre».Claudio Marchisio: «Ci sono giocatori che hanno un impatto immediato e altri che impiegano più tempo. Koopmeiners ha alternato prestazioni positive ad altre meno buone. Quando è mancato per infortunio, si è compreso ancora meglio il suo peso in mezzo al campo. Il gol arriverà e la Champions League, in cui di solito ci sono maggiori spazi e partite più aperte, può essere l’occasione giusta. Spero di portargli fortuna e di vedere la sua prima rete con la numero 8 bianconera. Basta una scintilla per svoltare del tutto».Juan Sebastian Veron: «Inter, Napoli, Milan, Juve e Atalanta hanno forse qualcosa in più dal punto di vista tecnico, però questa Lazio si diverte a giocare a pallone, e non trascurerei questo dettaglio».Luis Alberto: «Ha tutto per competere. L’Inter resta la più forte, poi metto il Napoli, ma la Lazio se la gioca. Il calcio di Baroni mi piace molto. All’inizio sembrava un’incognita, ma adesso strega e stupisce. E Castellanos segnerà molti gol».Emanuele Giaccherini: «Chi vince lo scudetto? L’Inter è la squadra più forte, più attrezzata e più organizzata».Hernan Crespo: «È molto più difficile fermare Lautaro, perché ha più qualità. Lukaku si basa solo sulla potenza, Lautaro è decisamente più completo».Luca Toni: «Ne ho parlato anche con Francesco poco tempo fa: lui è innamorato della Roma, ma bisognerà vedere anche cosa vorrà e potrà fare. Totti è la storia: deve tornare alla Roma pronto per fare la differenza, un po’ come ha fatto Maldini al Milan. Paolo ha aspettato diverso tempo, però poi ha inciso e vinto lo scudetto».Gabriele Gravina: «Potevamo fare meglio in Germania, anche io. Nella preparazione si è generata un po’ di confusione e non siamo stati in grado di dare il giusto supporto a Spalletti. Poi ho una macchia enorme: i Mondiali. Però i rigori non li tiro io…».Mattéo Guendouzi: «È una partita alla quale tenevamo molto, specie dopo la netta sconfitta che avevamo subito in casa. L’Italia è una squadra forte e dalla grande tradizione, non era facile vincere a San Siro con due gol di scarto. Ce l’abbiamo fatta grazie a una ottima prestazione. E così abbiamo cancellato anche le ultime prove che non erano state all’altezza della situazione».

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