Juventusnews24
·25 de noviembre de 2024
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Archiviato lo 0-0 di San Siro contro il Milan, in casa Juve si pensa già ai prossimi appuntamenti in calendario. Bianconeri attesi dalla trasferta di Champions in casa dell’Aston Villa, prima di rituffarsi sul campionato nel match contro il Lecce. Di questo, e non solo, ha parlato in esclusiva per Juventusnews24 l’ex attaccante Fabio Bazzani.
Che pensiero si è fatto sullo 0-0 tra Milan e Juve?
«Partita molto bloccata, sicuramente non bella esteticamente e dove tutte e due le squadre hanno aspettato l’altra e nessuna ha osato. Nessuna ha trovato spunti per rendersi pericolosa, ho visto una partita molto tattica con praticamente zero occasioni da gol».
Quale delle due squadre esce più soddisfatta dopo questo pareggio?
«La Juve credo abbia fatto la partita che voleva e va a casa più soddisfatta. Credo il piano fosse quello. Magari sperava in un episodio per far male al Milan, ma la partita era impostata in quella maniera. La Juve è solida, compatta, ma mancando giocatori in avanti non è molto pericolosa. Il Milan credo volesse fare di più e doveva anche farlo, aveva bisogno di vincere per accorciare la classifica e non ci è riuscito. E’ finito per fare la gara della Juve, con una fase difensiva accorta, ma senza spunti in avanti per creare qualcosa».
Capitolo mercato: a gennaio si dovrebbe intervenire anche in avanti alla ricerca di un vice-Vlahovic?
«Lì serve fare una valutazione, se pensano che Milik possa recuperare… Giuntoli e Motta hanno detto che quel ruolo poi possono farlo anche altri giocatori, per l’allenatore è un qualcosa di fattibile. Priorità ai difensori, quelli sono mancanti e difficilmente adattabili gli altri in rosa. Se Milik verrà recuperato con piena efficienza, allora la Juve può rimanere così. Di base mi verrebbe da dire che un altro attaccante ci vorrebbe, poi bisogna vedere le idee dell’allenatore».
E invece Vlahovic è l’attaccante giusto per la Juve di Thiago Motta?
«E’ un attaccante con caratteristiche sicuramente di finalizzazione e di attacco alla profondità. Deve salire di livello sotto l’aspetto di essere un giocatore presente nello sviluppo della manovra. Ha le sue caratteristiche, ma anche la squadra deve assecondarlo. Non è il centravanti che Motta aveva a Bologna, non è come Zirkzee, sono due giocatori opposti».
Cosa ne pensa del rendimento di Koopmeiners fin qui?
«L’abbiamo visto talmente poco che dare giudizi oggi è prematuro. Certo però è che non sta dando quello che ci si aspetta e per cui è stato preso. Deve ancora capire le richieste di Motta, l’ultima gara però non fa testo perchè non giocava in un ruolo suo. Nella trequarti ci può giocare, ma magari con un riferimento davanti a lui che gli fa la sponda. Poi c’è da dire che tante volte, chi viene via dall’Atalanta non sempre performa. Aspettiamo e vediamo».
Qual è il suo personale bilancio dopo questi primi mesi della Juve di Thiago Motta?
«La Juve sta facendo il suo. Thiago Motta ha fatto i conti con alcuni infortuni che hanno tolto giocatori importanti, ma la squadra sta tenendo comunque una sua identità. Deve crescere sotto l’aspetto offensivo. ma questo lo sa anche Thiago, serve più continuità. Oggi però ha struttura e solidità. In Champions se la gioca, in campionato è lì. E’ stato un cambio forte di mentalità, bisogna dargli tempo. E’ una squadra giovane e i giovani non hanno il vissuto di altri giocatori più esperti».
Si può già parlare di obiettivo Scudetto in questa stagione?
«Per lo Scudetto, qualora rimanesse in corsa fino alla fine, non dico sarebbe un miracolo ma sarebbe qualcosa di straordinario. Inter e Napoli hanno carature e ossature definite e più pronte a lottare fino in fondo, la Juve però è subito lì dietro. Il Napoli dalla sua ha il fatto che ha tutta la settimana per preparare le partite, della forza dell’Inter non sto nemmeno qui a parlarne…».
Come vede il futuro della Nazionale? Dopo il flop dell’Europeo Spalletti ha già trovato la strada giusta?
«Si l’ha trovata. Si è messo in discussione, ha capito di non aver preso la strada giusta per l’Europeo. Aveva bisogno di meno cambiamenti, meno nozioni da dover dare e ha riportato l’Italia in zona comfort, passami il termine. I giocatori giocano come nel loro club, hanno meno richieste tattiche e vedono situazioni semplici. E l’Italia è ripartita, ha un’altra faccia e un’altra convinzione. Bisogna poi dargli tempo di capire il ruolo del CT, dove non incidi come nel club».
Si ringrazia Fabio Bazzani per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista