Calcionews24
·6 de julio de 2025
Bayern Monaco, lunga lettera di addio a Thomas Muller: «Una leggenda perchè è sempre rimasto umano»

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·6 de julio de 2025
Con la sconfitta per 2-0 contro il Paris Saint-Germain nei quarti di finale del Mondiale per Club, si è chiuso ufficialmente un capitolo leggendario: quello di Thomas Müller con la maglia del Bayern Monaco. Dopo oltre due decenni vissuti interamente in biancorosso, tra giovanili, esordio da professionista e una carriera costellata di successi, il fuoriclasse tedesco saluta il club che lo ha cresciuto e con cui ha scritto la storia.
Per omaggiare una figura iconica, il Bayern ha pubblicato sul proprio sito ufficiale una toccante lettera di commiato e ringraziamento. Un tributo sentito a un calciatore che ha incarnato lo spirito bavarese come pochi altri, diventando simbolo e volto del club in tutto il mondo. Dai trionfi in Champions League ai record in Bundesliga, fino alle innumerevoli battaglie sul campo sempre con il sorriso, Müller lascia un vuoto non solo tecnico, ma soprattutto umano e identitario.
La sua è una delle storie più belle del calcio moderno: nato e cresciuto in Baviera, diventato uomo e campione con la stessa maglia, sempre fedele al Bayern. Ora, dopo una carriera irripetibile, si apre un nuovo capitolo. Ma il legame tra Müller e il Bayern, come ribadito dal club, resterà per sempre.
LETTERA – «Non è difficile trovare centinaia di Thomas Müller nei paesi di lingua tedesca. Infatti, 90 degli oltre 400.000 membri del Bayern si chiamano Thomas Müller. Uno di questi è l’uomo che da 25 anni delizia i tifosi sul campo. Qualcuno che è allo stesso livello dei grandi di questo club, accanto a icone come Franz Beckenbauer, Gerd Müller, Sepp Maier, Uli Hoeneß, Karl-Heinz Rummenigge e tutti gli altri. Qualcuno che sarà per sempre Thomas Müller. Qualcuno che sarà per sempre uno di noi.
Ciononostante, è unico, un’icona, una leggenda del club. Il suo percorso professionale non si trova in nessun libro di testo. Segna gol che a volte sembravano fisicamente impossibili. Müller non è mai stato un prodigio del calcio come Lionel Messi o un fisico come Cristiano Ronaldo. È la massima efficienza in campo che ha reso Müller quello che è. Müller ha vinto due volte il triplete, ha sollevato la Coppa del Mondo, è un record per 13 volte campione della Bundesliga perché ha sempre fatto la differenza, arrivando al pallone con ogni parte del corpo necessaria, spinto da un’ambizione incrollabile e da una voglia di vincere a cui nessun compagno di squadra può sottrarsi, che trascina l’intera squadra in avanti prima o poi.
Nato a Weilheim, cresciuto a Pähl am Ammersee, Müller possiede qualcosa che nel calcio moderno è quasi scomparso. L’autenticità. Müller non finge di essere ciò che non è. Müller è esattamente ciò che si vede sulla scatola: con i piedi per terra, diretto, divertente, anche un po’ contraddittorio, ma sempre genuino. È quel mix bavarese di calore, malizia e fascino, disarmante e rinfrescante. Un calciatore con tutto il cuore, amato anche al di fuori dei circoli del Bayern per ciò che incarna: calore familiare, umorismo schietto e identificazione incondizionata. Mia san mia : i valori che costituiscono anche il fondamento del suo Bayern.
Müller non è mai stato il più veloce, mai quello con il piede migliore, non quello che dribbla gli avversari con tre passi lunghi. Eppure la sua bacheca dei trofei è piena zeppa. “Thomas ha sfruttato al massimo le sue capacità”, ha detto un Rummenigge riconoscente. E l’uomo che ha scoperto Müller, l’allenatore Hermann Gerland, ha aggiunto: “Nessuno avrebbe potuto prevedere la carriera di Thomas. Se qualcuno si alza e dice: ‘Lo sapevo’, sta mentendo”.
Müller è un mix di istinto, intelligenza e una volontà irrefrenabile. E soprattutto, per quanto tesa sia la situazione, c’è un’allegria e una disinvoltura autentiche che lo hanno sempre alimentato, anche nelle partite più importanti. Müller sa dove va la palla prima ancora che la palla stessa lo faccia. Il suo punto di forza è la capacità intuitiva e fulminea di riconoscere la situazione in area di rigore. Il suo fiuto del gol è frutto della comprensione del gioco, dell’esperienza e del coraggio di andare dove fa male. Müller apre spazi che nessuno vede. “Se Messi è un mago, Thomas è il cilindro. Non si sa mai quale sorpresa potrà uscire”, ha descritto l’ex allenatore della Germania Joachim Löw.
Con la sua ultima partita di Champions League con la maglia del Bayern sotto la pioggia incessante di Milano, la 163esima di Müller nella massima competizione europea per club, ha eguagliato il totale di presenze di Messi. Solo Ronaldo (183) e Iker Casillas (177) hanno giocato più partite. L’allenatore Pep Guardiola ha affermato che Müller incarna una specialità del calcio mondiale che oggi non esiste più. Dopo i gol, altri marcatori corrono verso i tifosi e la bandierina del calcio d’angolo per essere festeggiati. “Thomas corre ad abbracciare i compagni di squadra”.
Questo perché Müller non si prende mai più sul serio del gioco. Sa ridere di sé stesso. Parla come gioca: in modo diretto, spontaneo, efficace. Perché ci dimostra che non è necessario essere dei campioni fin da piccoli. Se hai cuore, mente e una grande volontà, puoi raggiungere qualsiasi obiettivo. In un mondo in cui alcuni professionisti sembrano intercambiabili, Müller è inconfondibile.
Müller è diventato una leggenda anche perché, nonostante la sua sfuggente classe, è sempre rimasto umano. Perché ci dimostra che i grandi sogni possono nascere anche dai piccoli villaggi, e che si possono realizzare con carattere, diligenza, meticolosità e volontà.
Thomas, grazie per i 25 anni del Bayern».