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Emilio Scibona·12 de abril de 2024

🇪🇺 Atalanta d'Europa: le 6 partite più memorabili dell'era Gasperini

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Con la vittoria-capolavoro ottenuta ad Anfield Road ieri sera sul Liverpool l’Atalanta si è regalata una nuova serata magica nella sua storia europea. Una storia che (al netto della memorabile cavalcata in Coppa delle Coppe 1987/1988 che vide la “Dea”, all’epoca in Serie B e partecipante in quanto finalista perdente di Coppa Italia, uscire in semifinale contro i futuri campioni del Mechelen) ha preso forma durante la gestione Gasperini, che ha portato il club orobico ad essere un habitué delle competizioni continentali.

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Diverse le notti memorabili vissute dall’Atalanta dal 2017 (anno della prima qualificazione all’Europa League targata Gasp) ad oggi. Ecco quali sono state le più importanti o quantomeno iconiche.


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Shakthar-Atalanta 0-3: la prima volta tra i grandi

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L’approccio dell’Atalanta alla Champions League (conquistata per la prima volta con il terzo posto nel campionato 2018/2019) è disastroso: poker subito dalla Dinamo Zagabria all’esordio; sconfitta in casa contro lo Shakthar Donetsk alla seconda partita e scoppola memorabile all’Etihad contro il Manchester City, vittorioso con un perentorio 5-1. Sembra finita ma poi all’improvviso la musica cambia. Il pari casalingo a Bergamo nella successiva sfida di ritorno contro la squadra di Guardiola dà alla squadra una consapevolezza diversa.

Il primo successo nella massima competizione europea con la Dinamo Zagabria rimette in corsa la “Dea” per una clamorosa qualificazione: bisogna però battere lo Shakthar e sperare che la Dinamo non batta il City già qualificato. Il club di Manchester strapazza a domicilio il club croato; l’Atalanta ci mette il suo: il gol di Castagne, convalidato dopo un lungo check dal VAR; la zampata di Pasalic e il punto esclamativo di Gosens. La “Dea” ultimissima al giro di boa chiude seconda ed entra nelle prime 16 d’Europa.


Atalanta-Valencia 8-4 (complessivo): il capolavoro “amaro”

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L’urna di Nyon decreta la sfida contro il Valencia: sfida sulla carta ostica ma non impossibile per una squadra che gioca sulle ali dell’entusiasmo. Un entusiasmo che si manifesta già nella gara d’andata in cui la squadra di Gasp spazza via il club spagnolo con un perentorio 4-1. Hateboer apre e chiude le danze: in mezzo, oltre al gol della bandiera valenciana di Cheryshev, due perle di Freuler e di quel Josip Ilicic che nella gara di ritorno sarà mattatore assoluto.

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In un Mestalla chiuso per l’emergenza Covid, che all’epoca era nelle sue prime e drammatiche fasi, lo sloveno tira fuori una prestazione pazzesca entrando nel ristretto gruppo capace di segnare 4 gol in Champions League e consegnando all’Atalanta i quarti di finale di Champions League. C’è poi alla fine il ricordo di una grande impresa sportiva oscurata da tutto quello che purtroppo sarebbe successo dopo a causa del Covid che a Bergamo ebbe un impatto a dir poco devastante.


Atalanta-Psg 1-2: l’impresa sfiorata

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Il quarto di finale di quell’edizione della Champions League, proprio a causa del Covid, viene recuperato in estate con un’anomala Final Eight a porte chiuse in programma a Lisbona. La “Dea” è sorteggiata con il Paris Saint-Germain, non proprio un avversario comodo. All’appuntamento la “Dea” arriva con il logorio del recupero del campionato sulle gambe e senza il favore del pronostico. Eppure i ragazzi di Gasperini sono andati veramente ad un passo dalla semifinale.

Pasalic sblocca la partita al 27′ con l’Atalanta che si aggrappa al risultato pur senza rinunciare a giocare. I minuti passano, le energie calano e il Paris Saint-Germain ha dalla panchina risorse importanti: basti pensare che Mbappé giocò solamente da subentrato poiché non al meglio inizialmente. Nel recupero prima Marquinhos e poi un altro giocatore in uscita dalla panchina, Choupo-Moting, ribaltano il risultato in due minuti. I nerazzurri alzano bandiera bianca contro una delle due future finaliste del torneo. Sconfitta è stata ma solo in termini di risultato.


Liverpool-Atalanta 0-2: la prima ad Anfield

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Nell’edizione successiva della Champions, la 2020/2021, l’Atalanta arriva con una consapevolezza diversa e il girone con Liverpool, Ajax e i campioni danesi del Midtylland pur non semplice in partenza, non sembra comunque una montagna impossibile da scalare. L’inizio del girone con il successo sul Midtylland in Danimarca e il pareggio con l’Ajax sembra un buon inizio ma poi a Bergamo arriva la squadra di Klopp, che non fa prigionieri e torna a casa con un perentorio 5-0 firmato da Salah, Manè e Jota, quest’ultimo mattatore assoluto con una tripletta.

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Il ritorno ad Anfield (a porte chiuse, come tutte le partite di quella stagione, a causa della seconda ondata del Covid) sembra un’impresa impossibile ma dopo il brutto tonfo arriva il riscatto. L’Atalanta fa la partita e nella ripresa grazie alle zampate di Ilicic e Gosens espugna Liverpool. Per prestigio uno dei risultati più importanti della storia dell’Atalanta, col senno del poi importante anche in ottica di un passaggio del turno che la “Dea” avrebbe conquistato all’ultima giornata nella gara spareggio contro l’Ajax.


Liverpool-Atalanta 0-3: la vittoria più bella

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Vero, a differenza di tre anni e mezzo fa non si tratta di Champions League ma della sorella minore, l’Europa League: non è un dettaglio minimo ma se si contestualizza bene alla fine conta poco. I nerazzurri si sono presentati al cospetto della prima della classe in Premier, favorita numero 1 per la vittoria della seconda competizione europea, all’interno del suo tempio, che, a differenza di quanto accadde nella Champions 2020/2021, stavolta era pieno di tifosi e trasudava tutta la passione del popolo “Reds”.

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Ieri sera la “Dea” è stata semplicemente perfetta e il risultato finale è espressione dei grandi meriti della squadra di Gasperini contro un Liverpool rimaneggiato un po’ per circostanza e tanto per scelta tecnica, ma che resta pur sempre il Liverpool. Proprio perché si sta parlando dei “Reds” guai a dare per scontato che sia tutto fatto per la semifinale: ci sono ancora 90 minuti potenzialmente lunghissimi. Intanto però resta l’impresa di una squadra che dopo la sconfitta di Cagliari sembrava destinata ad essere vittima sacrificale e che invece ha tirato fuori qualcosa da stropicciarsi gli occhi. Un’impresa che resta nella storia della “Dea” e del calcio italiano.