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·14 de abril de 2025

Atalanta-Bologna 2-0: il Tosco l’ha vista così…

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La sconfitta di ieri a Bergamo ci fa capire che razza di campionati sta facendo il Bologna da almeno un paio di stagioni: alcune reazioni isteriche percepite in qua e in là sono in un certo senso giustificabili proprio perché gran parte della tifoseria rossoblù si è disabituata a perdere.

Il BFC si è fatto subito sorprendere da una giocata abbastanza codificata. E se Miranda è il principale colpevole dell’imbucata perché ‘scappa’ in ritardo, non si possono togliere responsabilità alla coppia Fabbian-Freuler per la mancata pressione su Pasalic, lasciato libero di imbucare su Bellanova, e al tandem Lucumí-Ravaglia per la mancata chiusura su Retegui all’altezza del primo palo.


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È vero che mancava un uomo in pressione (Ndoye si era attardato in attacco dopo aver evitato Carnesecchi in uscita bassa), e forse per esperienza Freuler e lo stesso Fabbian potevano spendere un fallo o ‘scappare’ di reparto, ma col senno di poi sono bravo anch’io ad analizzare le partite…

Quasi sempre i gol incassati nascono da errori collettivi, raramente da errori solo individuali, e allora anche nel secondo la sufficienza con cui Lucumí affronta Retegui largo in fascia fa il paio con la totale mancanza di reattività di Freuler, colpevole di essersi perso alle spalle Pasalic: Beukema copriva il vertice dell’area piccola e non poteva di certo arrivare sul croato, mentre De Silvestri stava marcando Lookman e non poteva accorciare sull’autore del raddoppio.

Da lì in poi è nata un’altra partita perché l’Atalanta non aveva più convenienza a forzare i ritmi, considerando che a Bergamo stanno vivendo un periodo nero legato agli innumerevoli infortuni: anche ieri Kolasinac ci ha lasciato un crociato (in bocca al lupo al difensore bosniaco), dopo una stagione in cui Scamacca e Scalvini non sono praticamente mai stati disponibili e tanti altri calciatori hanno vissuto un campionato parecchio travagliato.

La reazione rossoblù, dicevo, c’è stata in quanto la Dea ha deciso di non forzare per i motivi di cui sopra, ma è stata tutto sommato velleitaria e sporadica, col solo Ndoye che ha dimostrato di poter mantenere il livello abituale. Una reazione comunque non priva di alcune occasioni che potevano riaprire la gara, ma evidentemente non era giornata: per com’eravamo partiti una non squadra avrebbe ‘sbragato’, questo Bologna no.

Purtroppo in attacco Orsolini, Dallinga e Cambiaghi non hanno fornito spunti interessanti, mentre nella ripresa Dominguez qualcosa ha fatto vedere seppur in un contesto poco relazionale, troppo individuale.

In mezzo l’apporto di Fabbian è stato insufficiente, infatti Pobega si è trovato a combattere contro un Ederson che l’ha fatto girare a vuoto e Freuler ha avuto i suoi bei grattacapi contro un Pasalic che gli è sfuggito più di una volta, come nell’occasione del raddoppio: per questi motivi sarebbe servito un Fabbian più dentro al campo in aiuto ai compagni.

Ultima annotazione: nella ripresa si è visto Ndoye in posizione di trequarti, probabilmente perché la partita si prestava ad una variante tattica. Opinabile, visto che in quella posizione era già stato provato Dominguez.

La decisione di lasciare il giovane argentino a sinistra mettendo lo svizzero in mezzo può essere nata per tentare degli uni-due rapidi, come in effetti si è visto proprio nell’unica occasione in cui Dominguez si è trovato a tu per tu con Carnesecchi: Benjamin ha calciato addosso al portiere quando, probabilmente, se avesse messo la palla in mezzo proprio per Ndoye avremmo potuto riaprire la gara, ed era ‘solo’ il minuto 49.

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