Albertosi: «Ho imparato a fare il portiere prendendo le trote. La partita della vita l’ho fatta con la Fiorentina. Fumavo con Riva, ho insultato Rivera. E con la Corea perdemmo così…» | OneFootball

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·8 de mayo de 2025

Albertosi: «Ho imparato a fare il portiere prendendo le trote. La partita della vita l’ho fatta con la Fiorentina. Fumavo con Riva, ho insultato Rivera. E con la Corea perdemmo così…»

Imagen del artículo:Albertosi: «Ho imparato a fare il portiere prendendo le trote. La partita della vita l’ho fatta con la Fiorentina. Fumavo con Riva, ho insultato Rivera. E con la Corea perdemmo così…»

Albertosi, ex portiere del Cagliari, ha voluto rilasciare qualche dichiarazione tra ricordi e retroscena

Ricky Albertosi è stato uno dei più grandi portieri italiani e per farlo conoscere ai più giovani basta ricordare che era il titolare della Nazionale al Mondiale 1970, quello di Italia-Germania 4-3 e della finale col Brasile di Pelè. Oggi La Gazzetta dello Sport ospita una sua intervista.

TUFFI – «Ero un bambino e con i miei amichetti mi tuffavo da 4-5 metri in un laghetto, a Pontremoli, dove sono nato. Poi andavamo tutti al fiume, ad abbrancare con le mani le trote che si nascondevano sotto i sassi: forse è là che sono diventato un portiere».


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GLI INIZI – «Non avevo ancora sedici anni quando giocai in Prima Categoria, con il Pontremoli. Il portiere titolare, tale Gregoratto, poche ore prima si era imbarcato come marinaio. Ricordo che faceva un freddo cane, presi quattro gol».

IL DEBUTTO IN A CON LA FIORENTINA – «Ero il vice di Giuliano Sarti, da lui ho imparato a giocare al limite dell’area, a fare il “libero” aggiunto. Con la Fiorentina credo d’aver disputato la partita della vita, a Glasgow, contro i Rangers, finale di andata della Coppa delle Coppe che poi vincemmo. Clima infernale, 2-0 per noi, parai tutto».

FUMAVA CON RIVA AL CAGLIARI «Io un pacchetto di Marlboro al giorno, ma Gigi pure di più. Scopigno lasciava fare: in campo davamo il massimo, non c’era nulla da rimproverare».

ITALIA-GERMANIA 4-3 – «Calcio d’angolo, Seeler colpisce di testa, Gerd Müller la corregge in rete. Sul palo c’è Rivera, fa una torsione strana e non la prende: 3-3. Gliene dissi di tutti i colori. Lo insultavo, lui sbatteva la testa sul palo. Poi mi fece: “Ora vado a fare gol” (ride). Fu di parola».

ITALIA-COREA NEL 1966 – «Durante il riscaldamento li vediamo entrare in campo, ognuno ha un pallone in mano. Lo lanciano per aria, poi fanno la rovesciata. Pensiamo: “Sono matti”. La verità è che Perani nei primi 20 minuti sprecò tre occasioni darete. Mi fece gol quel dentista, che dentista non era: Pak Doo-Ik. Ci sono partite segnate da un destino contrario: quella lo fu».

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