Zanetti: «Scudetto? Nessun patto! Cinque giocatori e 5 aggettivi» | OneFootball

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·2 May 2024

Zanetti: «Scudetto? Nessun patto! Cinque giocatori e 5 aggettivi»

Article image:Zanetti: «Scudetto? Nessun patto! Cinque giocatori e 5 aggettivi»

Javier Zanetti ha parlato a Radio Serie A. Il vicepresidente dell’Inter si è raccontato a 360°, dopo aver vinto il suo secondo scudetto da dirigente.

MILANO NERAZZURRA − Dopo l’anticipazione di ieri, Zanetti si esprime così: «Occupa un momento importante, emotivo. Quando ho visto tutta questa gente, l’entusiasmo del popolo nerazzurro è stato incredibile. Tanta emozione: i ragazzi hanno scritto una delle pagine più importanti del nostro club. Ho sentito dei brividi quando sono affacciato. L’Inter è la mia famiglia: siamo una cosa sola. Scudetto voluto dal primo giorno di ritiro. Tutti noi eravamo concentrati su questo obiettivo, abbiamo dimostrato di essere forti. Grande gioco, l’Inter ha fatto delle partite incredibili e i tifosi si sono diverti. Non ci siamo mai nascosti, abbiamo sempre detto che volevamo essere competitivi fino alla fine cercando di arrivare a quello che abbiamo fatto».


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NO OSSESSIONEZanetti ribadisce: «Sono paragonabili, ma sono momenti e giocatori diversi. Rimane sempre il nostro valore. Gruppo questo di grandissimi ragazzi, mai scontato. Gruppo coeso e unito anche nei momenti difficili. Mai ossessione la seconda stella, ma un sogno che domenica dopo domenica diventava realtà soprattutto vedendo giocare la squadra. Sinceramente durante la settimana la cultura del lavoro era evidente. Momento esatto? Il mese di gennaio è stato importante, con tante partite vicine e il filotto che abbiamo fatto ci ha permesso di allungare. La squadra era forte a livello mentale, sapevamo che quel mese lì era determinante».

DERBY E RIVALIZanetti sulla vittoria al derby: «Cosa unica e storica! Poche volte ti può capitare, abbiamo accolto questa possibilità e l’abbiamo portata a termine. Il Milan voleva evitare tutto quello che è successo dopo, ma l’Inter è stata fantastica e straordinaria. Dopo la fine non abbiamo capito più niente. Meno pazza, ma molto continua. Ha dimostrato grandissima personalità e padronanza, questa una delle chiavi per vincere il campionato. Avversario principale ad inizio stagione? Di sicuro noi pensavamo che il Napoli potesse lottare e poi anche Milan e Juventus volevano lottare per lo stesso obiettivo. Ma se noi pensavamo ciò che dovevamo fare era difficile anche per le altre: questo lo sapevamo. Sorpreso? Forza del gruppo la cultura del lavoro: bravi Inzaghi e staff. Nessun patto scudetto fatto, non ce n’era bisogno».

INZAGHIZanetti sul Demone: «Inzaghi bravo a rimanere calmo e sereno nei momenti di difficoltà. La società lo ha supportato e lì che sta la forza di un club. Quando uno sceglie un allenatore lo deve supportare e dargli tempo, bisogna accompagnarlo. Noi vedevamo che la partita, nonostante le sconfitte, non meritava di perdere. E la finale di Champions League ha contribuito in questa fiducia. Ogni vittoria nasce da un momento di difficoltà perché lì si costruisce una mentalità forte. Da parte nostra c’era la preoccupazione per i risultati che non arrivavano, ma vedevamo la squadra come giocava. Noi siamo stati vicini a lui, gli abbiamo detto come potevamo aiutarla per uscire tutti insieme da queste difficoltà. Suo interismo? Subito è nata l’empatia di Simone con i tifosi. Si è innamorato subito della famiglia dell’Inter, lo vedi ad Appiano Gentile».

Zanetti e le facce scudetto dell’Inter!

FACCEZanetti non ha dubbi: «Mourinho e Inzaghi? Sono persone diverse, hanno personalità differenti. Sono due grandi condottieri, Mourinho sappiamo quello che ha fatto, ma sappiamo che Simone ci porterà tanti successi. Non siamo neanche a metà del ciclo. Spero che rimanga tanti anni all’Inter. Vedendo i risultati e lo spirito di squadra ti dà tanta tranquillità. Piace vedere una squadra così. Faccia da scudetto? Lautaro Martinez quando fa gol non sembra lui, si trasforma. Sorpresa? Thuram dall’inizio sorpresa in positivo, trovando subito questa sintonia con Lauti, facendo sentire la sua presenza e la sua personalità. Non era facile adattarsi. Poi Pavard, ma tutti. I nuovi acquisti hanno dato tutti qualcosa in più. Sommer con la sua esperienza, Frattesi entrava sempre benissimo. Col Verona vedere esplodere San Siro con questa sua faccia infuocata, è stato uno dei momenti dove abbiamo pensato ‘Siamo molto vicini’. Frattesi determinante, vuol dire che si sentiva parte importante. Avere giocatori così è importante».

AGGETTIVIZanetti sottolinea i propri giocatori: «Avendo entrambi caratteristiche simili è nata subito. Anche fuori dal campo sono sempre insieme, poi dentro al campo ti trovi di più. Sommer? Era andato via Onana, che aveva fatto molto bene, ed è arrivato un portiere molto serio, professionale, ti fa piacere avere giocatori così in rosa. A volte si fanno dei giudizi senza entrare nel profondo delle persone. Lui è stato fondamentale. Gianluca Spinelli? Grande tifoso interista. Ha grande sentimento per l’Inter, quando giocavamo contro ci abbracciavamo. Aveva un sogno e l’ha realizzato. Calhanoglu? Grandissima personalità, trascinatore, meritava di vincere. Mkhitaryan? Cervello della squadra, giocatore pensate, nulla da spiegargli, sa tutto. Barella? Campionato straordinario da leader, trascinatore. Dimarco? Il sogno da bambino, possiamo definirlo così. Cresciuto con noi, è tornato da vero uomo. Ci teneva tantissimo a vincere con questa maglia».

EXZanetti su Lukaku e Dzeko: «Interismo? Ha fatto tantissimo in questa stagione. Si è formata una cosa unica tra società, giocatori e tifosi. Si sentiva e si vedeva. Lukaku perdonato? Non so se la parola è giusta è perdonare. Noi siamo rimasti delusi per le tempistiche e perché non è stato chiaro. Ma non è stato così, ma auguro a Romelu una grande carriera. Dzeko meritava? Sì, perché ha dimostrato sempre grande affetto per l’Inter e gli piaceva stare in rosa»

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