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Saverio Grasselli·15 January 2024
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Saverio Grasselli·15 January 2024
Il Real Madrid ha vinto il Clasico numero 256 della storia del calcio asfaltando il Barcellona per 4-1 nella finale di Supercoppa. I Blancos sono saliti così a quota 13 trofei in questa competizione, dopo una finale senza storia.
Grande mattatore della serata, ancora una volta, un Vinicius al 1000%: in 39′ schianta la squadra di Xavi (Lewandowski fa il momentaneo 2-1 al 33′) con una tripletta mozzafiato.
Poi Rodrygo nel secondo tempo mette la firma sul poker al 64′.
Finale a senso unico, che non ha risparmiato momenti di tensione: Araujo, che già aveva causato il rigore per un fallo su Vinicius al 37′, al 71′ lo scalcia e si prende il secondo giallo della gara. Da lì un momento di battibecchi tra il brasiliano, che mima il gesto 4-1, e la panchina blaugrana.
“Non sono un santo: a volte parlo troppo, altre volte faccio dribbling che non devo. Ma sono molto triste, tutti cercano di scontrarsi con me. Da ora, però, voglio comportarmi meglio”, ammette il man of the match dopo la finale vinta.
Lo spazio per le ammissioni di colpa durano giusto qualche secondo durante le interviste post gara, al triplice fischio è solo pazza gioia: Bellingham, dopo la consegna del trofeo, si avvicina agli spalti per prendere uno stendardo dai tifosi. Tra le aste una stampa “formato GTA” che raffigura lui, Rodrygo e Vini.
I tre si fanno immortalare, dopodiché si passa alle conferenza.
Ancelotti, arrivato all’11° trofeo col Real (27 totali), quasi si commuove per quanto raggiunto insieme al club di Florentino Perez.
“Risultato eccessivo per come ha giocato il Barcellona. Sul 3-1 la partita era in parità, al quarto hanno abbassato le braccia. Forse dopo il 2-0 siamo andati troppo in contropiede, dovevamo controllare un po’ di più”.
Per Xavi, invece, è tempo di critiche e scuse: ““Avevamo grandi speranze e abbiamo fatto la partita peggiore di tutte. Mi scuso con i tifosi, sono io il responsabile. Il Barça tornerà, tornerà, saranno giorni difficili, con molte critiche e dobbiamo accettare il fatto che non eravamo al livello richiesto per la finale”.