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·8 February 2025
Totò Di Natale si racconta: la verità sul Napoli, l’Udinese e la carriera
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·8 February 2025
Antonio “Totò” Di Natale, ex attaccante dell’Udinese e simbolo della Serie A, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport alla vigilia della sfida tra la sua ex squadra e il Napoli, città in cui è nato.
Tra aneddoti, retroscena e riflessioni sulla sua carriera, Di Natale ripercorre momenti cruciali della sua vita calcistica, svelando dettagli su un possibile trasferimento mai concretizzato e sul suo legame con il capoluogo campano.
“Il Napoli non mi ha mai voluto”?
Di Natale ha dichiarato: “Perché non ho mai giocato nel Napoli? Perché non mi hanno voluto”. Una frase che suona come una mezza verità, dato che il club partenopeo aveva manifestato interesse nei suoi confronti. In realtà, Totò rifiutò un trasferimento in azzurro nell’estate in cui il Napoli acquistò Fabio Quagliarella, probabilmente per motivi familiari.
Il legame con il Napoli e le sfide al San Paolo
Secondo la narrazione popolare, Di Natale non amava giocare contro il Napoli al San Paolo e, in alcune occasioni, avrebbe evitato la trasferta. Lui stesso ha spiegato: “Credo di aver giocato contro il Napoli sette, otto volte. Sono molto tifoso e a Napoli ci sono i miei fratelli, mi dispiaceva… Ridendo e scherzando, ho segnato nove gol, sei in due partite”.
L’offerta della Juventus e la fedeltà all’Udinese
Durante la sua carriera, Di Natale ebbe la possibilità di trasferirsi alla Juventus, ma scelse di restare a Udine, dove si sentiva a casa. “Quando c’era Delneri, a Udine era tornato Guidolin. Un anno prima avevo rinnovato per altre quattro stagioni e non mi andava di partire. Dissi al presidente Pozzo, per me come un padre: io qui resto per sempre. Se proprio volete che vada alla Juve, mi dovete cacciare”.
Un bomber di razza
Con 209 gol in Serie A, Di Natale si è affermato come uno dei migliori attaccanti italiani degli ultimi decenni. Ha voluto sottolineare l’importanza del duro lavoro dietro ogni traguardo: “Mi dispiace quando sento dire che un giocatore è scarso o che un allenatore non è buono. Bastano due partite fatte bene e il giudizio cambia completamente. Io sono arrivato in Serie A a 26 anni e so quanto ho dovuto sacrificarmi”.
L’addio al calcio e l’esperienza da allenatore
Dopo il ritiro dal calcio giocato, Di Natale ha avuto brevi esperienze in panchina, ma ha presto deciso di fermarsi: “Definitivamente. Ho tante cose da curare e sono tutte a Udine. Tra ritiri e allenamenti, non fa più per me. Diciotto anni sul campo sono abbastanza”.
Gli allenatori che hanno segnato la sua carriera
Tra i tecnici che hanno avuto maggiore influenza su di lui, Di Natale cita Silvio Baldini: “Mandò via i vecchi e fece giocare noi giovani: io, Rocchi, Marchionni, Bresciani. Con lui siamo cresciuti”.
La passione per il Napoli non si spegne
Nonostante non abbia mai vestito la maglia azzurra, Di Natale resta un grande tifoso del Napoli: “Certe cose non si perdono. Quest’anno mi diverto di più, Conte è un fenomeno, sta facendo un capolavoro. Ha cambiato la mentalità della squadra. Lo scudetto se lo gioca con l’Inter, le ultime cinque partite saranno decisive”.
Il rapporto con la Nazionale
Con la maglia azzurra, Di Natale non ha vissuto un’esperienza del tutto soddisfacente, complice la concorrenza di grandi campioni: “In Nazionale c’erano Del Piero, Inzaghi, Montella, Totti. Mi chiedevo: che ci faccio io qui?”.
L’incontro con Maradona
Infine, un ricordo emozionante: “L’ho visto dal vivo e mi sono emozionato”. Un’icona che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chiunque ami il calcio, compreso Totò Di Natale.
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