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¡30 March 2025
đ˛ Tonali e il retroscena ai tempi del Brescia: âde Ligt provò a convincermi a firmare per la Juventusâ

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¡30 March 2025
Intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio per ripercorrere i complicatissimi mesi vissuti pre, durante e post-squalifica per il noto caso calcioscommesse che lo ha purtroppo visto sfortunato protagonista, Sandro Tonali ha rivelato anche un suggestivo retroscena di mercato risalente ai tempi del Brescia e antecedente alla firma per il âsuoâ Milan: Matthijs de Ligt provò infatti a convincerlo a firmare per la Juventus!
ÂŤEravamo in Sardegna: io, Cistana e Torregrossa, il gruppo Brescia insomma. In un ristorante abbiamo incontrato de Ligt. Era lâanno in cui avevamo giocato contro in Serie A, lâanno del Covid. Lui mi ha parlato benissimo della Juventus, da giocatore mi ha consigliato di farci un pensiero. Erano i giorni in cui stavo trattando con il Milan.
Ci eravamo fermati a parlare dopo una partita. Capita che per una manciata di secondi ti ritrovi a chiacchierare con un avversario anche se non lo conosci, piĂš per una questione di rispetto. alcuni poi li memorizzi e quando li vedi, pensi: âQuesto lâho giĂ vistoâ. Era lâestate in cui ero finito sui giornali, perchĂŠ era difficile un mio ritorno in B con il Brescia. Câerano in ballo Milan, Inter e Juve per tutta lâestate. E quindi chiunque mi diceva: âVieni allâInter, vieni al Milan, vieni alla JuveâÂť.
ÂŤHo fatto di tutto per rimanere al Milan dopo il primo anno. Anche rinunce economiche. Se dobbiamo parlare molto sinceramente, quando il Milan mi ha comprato, arrivavo dallâultimo anno di Brescia dove avevo un contratto da 200.000âŹ.
Ho fatto unâestate dove non sapevo mai con chi avrei firmato, fino agli ultimi cinque giorni veramente non sapevo in che squadra sarei andato. E alla fine mi sono ritrovato al Milan, che è la squadra per cui ho sempre tifato da bambino, con un contratto da circa due milioni e mezzo di euro. Ho detto: âOk, ce lâho fatta, sono arrivato, basta. Cosa devo fare? PiĂš di cosĂŹ, cosa câè?â.
Poi per me, che non venivo da una cittĂ , non venivo da una famiglia ricca, mi dicevo: âOk, basta, ora mi diverto, non penso piĂš a nienteâ. E quindi ero un ragazzino di ventâanni che era a Milano con la fidanzata, che guadagnava un sacco di soldi, giocava nella sua squadra del cuore, non avevo piĂš obiettivi nella mia vita. E ho avuto difficoltĂ perchĂŠ questi ragionamenti e pensieri che facevo fuori dal campo poi si rispecchiavano in campo.
Ma la gente non pretendeva le stesse cose che a Brescia. Ho iniziato in modo normale nelle prime partite, niente di che. Poi ho avuto il periodo in mezzo, che è stato quello di maggiore difficoltĂ per le tante partite, a cui non ero abituato. Noi giocavamo una volta a settimana a Brescia, e mi sono ritrovato a fare i preliminari di Europa League, Europa League, Coppa Italia, Serie A. Ero stravolto, quindi lâho subita molto.
Delle volte, in quella stagione, preferivo non giocare, quindi questo ti fa capire in che momento ero. Se oggi non gioco una partita, la mia la mia ragazza lo sa, è un delirio!
A fine stagione ci siamo qualificati in Champions e ho detto: âBasta, adesso devo giocareâ, perchĂŠ avevo fatto 37 partite, ma mai nessuna che ti faceva dire âCaz*o, che partita che ha fatto Tonali!â. Dal secondo anno è cambiato un poâ tutto. Sono andato in vacanza, ho fatto una vacanza un poâ particolare perchĂŠ non sapevamo ancora se il Milan mi avrebbe riscattato o meno. Sono rimasto a Brescia, sul lago, trascorrendo ogni giorno a guardare il telefono per 20 giorni, câera quellâaria pesante. Non volevo lasciare il Milan. E quella cosa lĂŹ mi pesava molto.
Ci hanno chiamato e ci hanno detto: âOk, però bisogna rinunciare, bisogna parlareâ. Credo che il momento di difficoltĂ me lo sono tolto nelle prime due partite della seconda stagione, che erano un poâ un dentro o fuori. Della serie: o sei cambiato oppure ti releghiamo a quello che eri primaÂť.