Inter News 24
·6 June 2025
Stramaccioni promuove Chivu: «Conosce l’Inter, sa leggere il gioco e darà continuità. Da giocatore mi colpiva questo di lui»

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·6 June 2025
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore nerazzurro Andrea Stramaccioni ha commentato la scelta dell’Inter di puntare su Cristian Chivu come successore di Simone Inzaghi. Il difensore rumeno è stato allenato dallo stesso Stramaccioni in nerazzurro.
COM’ERA CHIVU DA CALCIATORE? – «Di solito un calciatore, anche di alto livello, è sempre molto concentrato su sé stesso e sulla sua prestazione. Cristian era invece sempre molto attento anche all’analisi collettiva, a una visione di squadra simile a quella degli allenatori».
I SUOI PUNTI DI FORZA – «La capacità di leggere il gioco sia in costruzione che in fase difensiva. Capiva prima cosa accadeva in campo, grazie a un’intelligenza calcistica superiore alla media. Ha contenuto giocatori molto più veloci o abili nel dribbling di lui, come ad esempio Robben, anticipando le sue mosse e ricorrendo alle maniere forti quando serviva. Ma sempre con furbizia».
LUI L’UOMO GIUSTO AL POSTO E AL MOMENTO GIUSTO? – «Io credo che l’Inter sia stata un po’ spiazzata dalla decisione di Inzaghi, ed entro questo scenario abbia fatto delle valutazioni ben precise. Ovvero puntare su un allenatore giovane, molto positivo come atteggiamento e nella gestione di calciatori importanti come quelli dell’Inter, che ha idee, che conosce il 3-5-2 e soprattutto perfettamente conscio dell’ambiente interista dentro e fuori dal campo».
IN PASSATO L’HO DEFINITO “BRAVISSIMO A LEGGERE LE PARTITE” – «Ai miei occhi è stato evidente diverse volte in questa stagione. Una su tutte proprio quella con l’Inter, dove fra primo e secondo tempo ha cambiato volto al Parma arrivando a un pareggio meritato. Ma ci metto anche la Juve e l’ultima a Bergamo decisiva per la salvezza».
PUÒ ESSERE SUFFICIENTE LA SOLA ESPERIENZA AL PARMA PER GUIDARE UNA BIG, PER DI PIÙ REDUCE DA UNO SHOCK SPORTIVO? – «Di sicuro l’Inter con questa scelta non rivoluziona il progetto. Lo accompagna, con un allenatore vicino alla dirigenza e all’ambiente perché Ausilio lo conosce benissimo. Avrà il Mondiale per club come periodo importante di rodaggio e comprensione più profonda del gruppo. È questo non è un vantaggio da poco. Partite subito di alto livello».
SE MI PIACE COME FACEVA GIOCARE IL PARMA? – «È stato bravo a cambiare pelle alla sua squadra e passare al 3-5-2 valorizzando le caratteristiche dei suoi calciatori. Ha fatto molto bene contro le grandi, ha bloccato Napoli, Inter, Lazio, Fiorentina e battuto la Juve. Mentre ha faticato a dominare le partite contro squadre chiuse anche a causa dell’infortunio di Bernabé, con un centrocampo più muscolare che di grande qualità».
SE LO SEGUIVO ANCHE QUANDO ALLENAVA LA PRIMAVERA DELL’INTER? – «Ha fatto molto bene, lasciando un ottimo ricordo a Interello per il lavoro fatto su tanti giovani sia come risultati sia come crescita dei ragazzi».
COME POTREBBE FAR GIOCARE L’INTER? STESSO MODULO? – «Secondo me, uno dei motivi per cui è stato scelto è dare continuità al 3-5-2 che dall’estate del 2019 a oggi contraddistingue il progetto tecnico nerazzurro anche nella scelta dei giocatori adatti a questo sistema».
COME PUÒ APPROCCIARE UNA RESPONSABILITÀ DEL GENERE UN ALLENATORE CHE ARRIVA A TUTTI GLI EFFETTI COME SECONDA SCELTA? – «Io non so quale scelta sia stata Chivu nei piani dell’Inter, ma sono sicuro che oggi lui sia un uomo e un allenatore felice che ha una grandissima occasione nella sua carriera, nella squadra che ama e nella città in cui vive la sua famiglia. E con un gruppo vice campione d’Italia e d’Europa».
HA QUALCOSA IN COMUNE CON FABREGAS? – «Cristian ha più esperienza di settore giovanile ad alto livello rispetto a Fabregas, mentre quest’ultimo ha qualche partita di Serie A in più. Ma parliamo di due profili molto simili come esperienza in panchina. Due grandi ex giocatori. Fabregas tecnico nerazzurro secondo me avrebbe portato a una piccola rivoluzione tecnica incidendo di più sul progetto, mentre con Chivu sono convinto che il progetto tecnico-tattico sarà più accompagnato».
PUÒ INIZIARE UN CICLIO O RISCHIA DI ESSERE SOLTANTO DI PASSAGGIO? – «Quando alleni una squadra di questo livello devi arrivare a fine stagione cercando di alzare più trofei possibili. È fisiologico. L’Inter in questi anni con due finali di Champions ha dimostrato di essere una delle squadre più forti d’Europa e l’asticella rimarrà sicuramente alta».
CHE COSA MANCA A QUESTA INTER IN TERMINI DI POSIZIONI DA COPRIRE MEGLIO RISPETTO ALLA ROSA ATTUALE? – «Ho sempre pensato che serva un forte difensore per integrare il reparto difensivo e far respirare maggiormente Bastoni e compagni. Credo sia necessario un altro esterno che faccia coppia con Dumfries e infine un attaccante importante di alto livello alle spalle di Lautaro e Thuram».