Se Milano e Napoli sono il problema. Stadi, investimenti e reputazione: l’Italia è in ritardo e con EURO 2032 si gioca tutto | OneFootball

Se Milano e Napoli sono il problema. Stadi, investimenti e reputazione: l’Italia è in ritardo e con EURO 2032 si gioca tutto | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: Calcio e Finanza

Calcio e Finanza

·9 August 2025

Se Milano e Napoli sono il problema. Stadi, investimenti e reputazione: l’Italia è in ritardo e con EURO 2032 si gioca tutto

Article image:Se Milano e Napoli sono il problema. Stadi, investimenti e reputazione: l’Italia è in ritardo e con EURO 2032 si gioca tutto

La notizia, rivelata in esclusiva da Calcio e Finanza, che dopo il tour in undici città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Cagliari, Genova, Palermo, Verona e Bari) da parte delle autorità preposte e dopo il vertice tra il ministro dello Sport Andrea Abodi, il segretario generale della FIGC Marco Brunelli e il Responsabile UEFA per EURO 2032 Michele Uva al momento soltanto un impianto nel Paese, lo Juventus Stadium di Torino, ha tutti i requisiti in regola per poter ospitare le partite degli Europei 2032 (che il nostro Paese organizzerà insieme alla Turchia) porta almeno a queste considerazioni:

  1. la conferma, ma non ve ne era bisogno, dell’arretratezza infrastrutturale sugli stadi in Italia;
  2. la necessità di velocizzare al massimo le operazioni visto che tra 14 mesi, nell’ottobre 2026, vi sarà la decisione definitiva della UEFA su quali saranno i cinque impianti italiani prescelti. In verità i tempi sono ancora più stringenti visto che i progetti dovranno essere approvati e finanziati entro luglio 2026;
  3. la quasi obbligatorietà della scelta del governo di accelerare sulla nomina del commissario straordinario sugli stadi. La nomina dovrebbe avvenire nel giro di breve tempo e questa persona sulla carta dovrebbe essere in grado di muovere tra 5 e 7 miliardi di investimenti.

Il pericolo infatti non è di poco conto: se l’Italia non sarà in grado di avere cinque stadi conformi alle norme UEFA, non essendo contemplate ipotesi intermedie per cui il nostro Paese organizzi la kermesse con meno dei cinque stadi previsti, il torneo potrebbe essere disputato interamente in Turchia.


OneFootball Videos


Un’eventualità che ovviamente tutte le autorità preposte vogliono evitare, non solo perché potrebbe rappresentare una pietra quasi tombale sull’immagine del calcio italiano già notevolmente in crisi, ma anche perché la Turchia ha già di fatto 12 stadi pronti e, viste le ambizioni del proprio leader Recep Tayyip Erdogan; non disdegnerebbe l’idea di organizzare l’intera kermesse sul suo territorio dando l’immagine di Paese affidabile a livello internazionale. Nei fatti dando uno schiaffo di credibilità a una nazione, l’Italia appunto, che pur sempre è parte del G7.

D’altronde che nel Paese anatolico sia più semplice investire che in Italia nello sport lo ha confermato anche Maurizio Gherardini, il nuovo presidente della Lega Basket italiana nonché ex general manager del Fenerbahçe Istanbul di pallacanestro, il quale, in un’intervista a Sport e Finanza (allegato extra calcistico a questa testata), è entrato nei dettagli della capacità turca di fare investimenti nelle strutture sportive.

LA CORSA CONTRO IL TEMPO PER GLI STADI

Il punto è che in questa corsa italiana contro il tempo le scadenze sono stringenti e per capire lo stato dei lavori città per città e impianto per impianto si invita a leggere il nostro articolo qui.

Entrando nello specifico delle tempistiche va notato che entro luglio 2026 i progetti devono essere non solo approvati a livello burocratico, ma anche interamente finanziati e la speranza ovviamente è che le acque possano muoversi con l’arrivo del nuovo commissario per gli stadi. In questo senso aiuta che, secondo quanto è emerso, nei vari incontri con FIGC e UEFA a livello di politica locale diversi sindaci hanno mostrato grande volontà di arrivare ad una svolta sulle infrastrutture. Non solo, ma in un’intervista a Il Mattino il ministro Abodi ha spiegato: «La struttura commissariale, della quale faranno parte integrante i sindaci in veste di sub-commissari, sarà necessaria per accelerare esemplificare le procedure burocratico-amministrative, sarà un prezioso strumento a supporto anche dei promotori privati, ovvero i club, che sono pronti a investire più di 3 miliardi e hanno bisogno di certezze nello sviluppo dell’iter e nei suoi tempi».  Si vedrà, soprattutto sui 3 miliardi investiti dai club.

Intanto però sono 130requisiti imposti dalla UEFA affinché uno stadio possa essere considerato a norma per ospitare le gare di Euro 2032 e questi variano in base alla capienza degli impianti riguardando non solo la struttura stessa ma anche elementi legati all’accessibilità, alla logistica, ai mezzi di trasporto. E in questo quadro, come si diceva, al momento solo lo Juventus Stadium presenta già tutti i requisiti a norma. Poi buone notizie provengono dall’Olimpico di Roma, dove Sport e Salute ha promesso grandi investimenti, e dall’Artemio Franchi di Firenze, che però necessita di essere completato. Infine un’altra possibilità, emersa nelle ultime settimane, potrebbe essere il nuovo stadio della Roma a Pietralata nel caso di via libera definitivo.

Al contrario, al netto di eventuali evoluzioni su nuovi impianti nei due capoluoghi, le brutte notizie riguardano soprattutto lo stadio Maradona di Napoli e quello di San Siro a Milano, che secondo quanto trapela, a ora non potrebbero ospitare le gare di EURO 2032. Si tratta evidentemente di un problema non da poco essendo non solo gli impianti della seconda e della terza città più popolose del Paese, quelle che nell’immaginario collettivo sono una la “capitale del Nord” e l’altra “quella del Sud”.  Ma anche perché quegli stadi impianti hanno segnato la storia calcistica nazionale e non solo e sono un simbolo anche all’estero del sistema calcio italiano, passando dai trionfi di Inter e Milan al Meazza a quelli della squadra di Aurelio De Laurentiis e di Diego Armando Maradona nell’ex San Paolo.

View publisher imprint