LazioPress.it
·15 June 2025
Sarri: “Ecco perché sono tornato alla Lazio”. Sul mercato e i singoli…

In partnership with
Yahoo sportsLazioPress.it
·15 June 2025
Maurizio Sarri ha preso la parola durante il clinic tenutosi a Castiglione della Pescaia.
L’allenatore della Lazio, in occasione dell’evento, si è intrattenuto con i giornalisti presenti, alla quale ha concesso un’intervista. Durante il confronto, Sarri ha toccato diversi argomenti riguardanti la sua ultima stagione e la futura avventura sulla panchina biancoceleste.
Cosa mi ha spinto a tornare? È un discorso di affetto, se ci penso con lucidità da un punto di vista solo materiale è le possibilità di far meglio del secondo posto che abbiamo fatto nel ciclo precedente non sono tante. Però è un discorso d’affetto, quello della Lazio è un ambiente in cui voglio bene a tutti, mi riferisco anche a magazzinieri, fisioterapisti, camerieri e cuochi. A tutti, così come alla tifoseria. È una scelta d’affetto, non c’ho pensato neanche più di tanto. Sarà diverso stavolta? Io torno con lo stesso spirito di prima, per il mercato litigherò sicuramente, sono tutte cose che conosco e non vengo per accontentarmi. Avrò le stesse pretese di prima e le stesse incazzature di prima, questo fa parte della normalità e sarebbe preoccupante se assumessi un atteggiamento diverso.
Obiettivo? Se si riesce a innescare un senso di divertimento prima nell’ambiente e poi nella squadra, come conseguenza logica si diverte anche il pubblico. Quando i giocatori e i tifosi si divertono si accettano anche le sconfitte e le diffcoltà che ci saranno sicuramente. Purtroppo la posizione della Lazio non ci consente di essere in Europa, ma l’obiettivo è quello di tornarci a qualsiasi livello. Ci fa comunque piacere avere il tempo per allenarsi, ma anche essere in Europa.Io quando parlo di calendari l’ho sempre fatto non perché non voglio essere in Europa, ma perché devono essere logici. L’ho detto cinque anni fa e sono stato tacciato per uno che si lamentava, ora lo stanno dicendo tutti e mi sembra che siamo arrivati al limite. Ci siamo inventati questo torneo che è una roba che non riguarda il calcio, ma la politica sportiva e non mi interessa. Il calendario deve essere gestibile e fattibile per tutto e tutti.
Che base trovo? Vedere le cose dall’esterno non è mai come dall'interno: magari c’è un giocatore che mi piace e poi dopo dieci allenamenti penso che non è adatto a me. E succede spesso. Magari invece lo vedo e non mi sembra adatto, poi invece è il contrario. Sono in attesa di vedere le cose dall’interno e ci sono tanti giocatori che conosco. Vediamo se riusciamo a ringiovanire anche un po' la squadra. Mi sembra che in questo momento i giovani riescano a essere incisivi e riescono a fare bene, è chiaro poi che ci sono dei ventenni che costano cifre esorbitanti e diventa difficile.
Il lavoro sarà diverso perché il calendario è diverso, da quel punto di vista avremo molta più possibilità di lavorare rispetto al passato. In un anno e mezzo sono cambiati diversi giocatori e da fuori faccio fatica a dire chi è adatto a me e chi no.Aspettiamo di poter fare qualche settimana insieme, anche se l’inizio di stagione può essere segnato da giocatori che hanno la condizione e altri che faticano a trovarla, si può avere un’idea non veritiera. Il compito dell’allenatore è far rendere la squadra al cento per cento, poi ci sono sempre dei limiti. Il cento per cento di un sette è sette e se ci sono dieci squadre che valgono otto, arrivi undicesima. Si ha il compito di portare la squadra al limite, e se lo scorso anno è veritiero si fa fatica a portarla in Europa. Ci sono anche altre antagoniste: non penso che il Bologna arrivi nono un'altra volta e che il Milan possa arrivare ottavo ancora.
Attenzione, c'è il Como che vuole andare in Europa. Il quadro nazionale è questo, non è semplice tornare in Europa. Vediamo dove può arrivare questa squadra e poi capiremo il margine di miglioramento. Io ho trovato Fabregas a Coverciano ad ottobre, era penultimo/terzultimo in classifica. Gli ho detto di non preoccuparsi perché sarebbe a metà classifica: avevo visto la squadra, non aveva nulla a che vedere con la lotta con la retrocessione. Ha una intelligenza unica, di livello superiore a tutti gli altri. Ha avuto esperienze importantissime, è innamorato del calcio. Era prevedibile diventasse allenatore, com'è facilmente prevedibile che nel giro 2-3 anni sarà in una top europea per capacità intelligenza e background da calciatore".
Mercato? Devo rivedere il direttore la prossima settimana. Lui mi dirà quali sono le sue idee, mi porterà qualche nome come lo farò anche io, e poi vediamo. L’importante è, come ho detto a lui, che se deve arrivare un difensore deve arrivare ora. Ruoli? Mi sembra che siamo palesementi corti a centrocampo se vogliamo giocare a 3, vediamo se ci sono margini di miglioramento o meno".
Io non lo so com’è Dele-Bashiru nel palleggio, vediamo, ho visto un giocatore giocare trequartista che tutti mi dicono che non è un trequartista, vediamo di riportarlo a centrocampo e che evoluzione possa avere. Io gagliardetti ai lavori extra Lazio ne ho sentito parlare bene. E non sto parlando dell’ambiente Lazio, ma di direttori sportivi di altre società. Probabilmente qualche qualità ce l’ha evidentemente. Isaksen? È arrivato qui un paio di anni fa dalla Danimarca, con un'altra lingua, un altro modo di mangiare e di allenarsi. Ha avuto i primi mesi di difficoltà come hanno tutti i giocatori che arrivano dall’estero, soprattutti giovani. Nella seconda parte di stagione già si vedeva che era diverso. Voi avete scritto che con me ha giocato poco, ma bisogna andare a rivedere il numero di presenze perché non mi sembra sia così. Magari può aver avuto meno minutaggio, ma era in un momento di adattamento, già nel finale di stagione ci aveva fatto vedere qualcosa. Quest'anno ha fatto sprazzi ottimi e momenti in cui ha reso molto meno, ma mi sembra abbia intrapreso la direzione giusta.
Io penso che noi abbiamo due portieri forti. Si va lì e si guarda quello che rende di più, lui gioca. E se a dicembre l'altro non è contento, andrà via. Mettere dei paletti ora mi sembra estremamente prematuro, son forti e se la giocano. Poi se qualcuno non è contento a gennaio prenderà una scelta. Però andare a prendere una decisione ore tra due ragazzi potenzialmente forti tutti e due e che lo hanno dimostrato, mi sembra prematuro". "Il derby? Se si comincia ora con il derby svengo prima di giocarlo, è una partita bella ma devstante perché dura una settimana. Quando l'arbitro fischia la fine ti accorgi che sei vuoto nell'anima. Se qualcuno pensa sia una partita sbaglia, è una sfida tra due popoli.