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·1 April 2025

Samaja (CEO Lazard Italia): «Non escludo che PIF possa tornare a puntare Inter, Juventus o Milan»

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“Da un lato c’è un aspetto soft, che è la passione che gli americani hanno in generale per l’Italia, e l’aspetto di visibilità che ti dà il fatto di poter possedere una squadra di calcio. Dal punto di vista finanziario, quello che hanno guardato coloro che hanno fatto questi investimenti sono stati la possibilità di ottimizzare dal punto di vista gestionale la sostenibilità, che è una leva che hanno pensato di attivare. La seconda cosa è il tema dei diritti, se uno oggi guarda quanto valgono i diritti del calcio italiano è di circa un miliardo, quelli della Premier valgono 4 miliardi, quelli della NBA invece hanno fatto un accordo di 11 anni per 77 miliardi di dollari. Sono cifre pazzesche”. Lo ha detto Marco Samaja, amministratore delegato per l’Italia della banca d’affari Lazard, intervenendo alla quinta edizione del Merger & Acquisition Summit organizzato da Il Sole 24 Ore.

“Quando un americano guarda ai nostri numeri vede un uspide potenziale, il calcio è lo sport più praticato al mondo, perchè non riusciamo ad avere numeri più alti rispetto a quellio di oggi? Questa è una leva molto importante che li ha spinti a investire. La terza leva, che è stata motivo di grande frustrazione fino ad oggi, è il tema degli stadi: tutti speravano di ottimizzare tramite lo stadio la gestione delle società, purtroppo questo non ha funzionato, causa burocrazia. Forse ora le cose si stanno sbloccando, ma rispetto ad altri Paesi i processi sono molto, molto più lunghi, e questo crea uno svantaggio per l’Italia”.


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“Quando ho aiutato Berlusconi a vendere il Milan o quando ho dato una mano a Moratti per cedere l’Inter c’erano ancora tanti “bocchettoni”, c’erano gli oligarchi russi, c’erano i cinesi. Oggi purtroppo quel mondo si è molto rarefatto e i mondi aperti sono due ovverosia quello arabo, che però ha già le sue corazzate come il PSG con i qatarini il Manchester City con gli Emirati, manca forse il Barhein, che tramite Investcorp ha guardato anche all’Inter. PIF ha comprato il Newcastle, che però non è una squadra con cui puoi esercitare quel soft power che i sauditi intendono esercitare grazie allo sport”.

“I sauditi cambiano molto velocemente i loro punti di vista, in questo momento sono più focalizzati per far sì che ogni partnership e ogni joint-venture abbia un ritorno sul territorio. La condizione che loro pongono è che ci siano investimenti nel loro Paese. Visti i rapporti tra il nostro governo e quello saudita non escluderei che un domani PIF possa tornare a guardare squadre come Inter, Milan o Juventus che sono chiaramente squadre che gli consentirebbero di esercitare quel soft power che sono interessati ad esercitare”.

“Valitazioni dei club? Ad oggi nel mondo del calcio, considerando che spesso c’erano Ebitda negativi, si guarda ai multipli del fatturato, anche perché implicitamente si stava riconoscendo alle società oggetto di acquisizione una importante traiettoria di crescita. Perché guardi il fatturato per valorizzare le società teche che crescono molto. Quindi sicuramente è un limite dell’analisi. Allo stesso modo ancora oggi però l’ultimo operazione che hanno fatto i Friedkin sull’Everton l’hanno fatta su un multiplo di circa due volte e mezzo il fatturato.  Quindi credo che continuerà a rimanere ancora nel breve un parametro di riferimento”.

“In Nba l’ultima operazione cha riguardato i Boston Celtics che sono stati venduti per 6 miliardi di euro su un fatturato di 400 milioni, ovverosia 13 volte il fatturato, e la stessa cosa vale per i Phoenix Suns e i Los Angeles Clippers. Chiaramente sono mondi diversi, però implicitamente cosa dicono queste valutazioni, che questi soggetti credono di poter grazie al tema dell’entertainment e grazie al tema dei diritti di poter crescere ancora molta. Sempre di più si guarderanno a multipli dell’Ebitda perché non è più un industria nuova quella del calcio però ancora nel breve secondo me i parametri di riferimento saranno associati al fatturato”.

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