Inter News 24
·11 July 2025
Sabatini: «PSG ingiocabile? Oggi è la squadra più forte di tutte, guidata dal miglior allenatore del mondo»

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·11 July 2025
La stagione 2024-25 del Paris Saint-Germain è stata caratterizzata da alti e bassi, tra ambizioni europee e il consueto dominio in patria. In Ligue 1, il club parigino ha confermato la propria superiorità, conquistando il titolo con diverse giornate di anticipo. Il tecnico Luis Enrique, alla sua seconda annata sulla panchina del PSG, ha consolidato un gioco più compatto e meno individualista rispetto agli anni precedenti.
L’arrivo di Randal Kolo Muani, l’esplosione di Warren Zaïre-Emery e la solidità di Gianluigi Donnarumma tra i pali hanno dato equilibrio a una rosa ricca di talento. Tuttavia, il vero obiettivo stagionale, la Champions League, è sfumato ancora una volta: i parigini si sono fermati alle semifinali, eliminati da un Real Madrid cinico e più esperto.
L’addio di Kylian Mbappé, partito in estate verso il Real, ha rappresentato una svolta epocale, spingendo il club a cercare una nuova identità collettiva. Nonostante il tricolore francese, resta il rammarico per l’ennesima occasione persa in Europa.
Dopo la vittoria in Champions League contro l’Inter il PSG ha mantenuto un ritmo da schiacciassi ed ora punta a vincere il Mondiale per Club. A prendere parola sull’argomento è stato Walter Sabatini il quale ha definito i francesi come la squadra più forte al mondo. Ecco le sue partite ai microfoni della Gazzetta dello Sport:
«PSG ingiocabile? Oggi è la squadra più forte di tutte, guidata dal miglior allenatore del mondo. Giocano con un’autorità e un ottimismo incredibile. Pensano di riuscire a far qualsiasi cosa perché poi con la palla fanno qualsiasi cosa. Contro ogni avversario. Hanno dei talenti incredibili, giocatori di uno spessore superiore. E Luis riesce a fargli giocare un calcio sublime e concreto: movimenti incessanti, cambi di posizione e di ruolo. I giocatori hanno una fede incrollabile in ciò che fanno e questo è sicuramente un merito dell’allenatore».
«Perché quelli erano giocatori straordinari, ma non disponibili al sacrificio. Guardate invece come gioca oggi Dembélé, con una generosità eccezionale. O Kvaratskhelia, che rincorre l’avversario per 60 metri… E poi Desire Doué, che è il più forte di tutti, ma è sempre pronto al sacrificio. Il Psg è una squadra piena di fede e orgoglio».
«Semplice, l’ambiente non lo ha trattato decorosamente, c’è chi lo chiamava addirittura Stanlio. E lui di tutto ciò rimase dispiaciuto. Io, Baldini e Pallotta lo abbiamo supplicato di restare, ma non ne ha voluto sapere. Il Psg ha rinunciato alla propria strategia di acquisire giocatori, puntando tutto sui giovani. Ecco, se a Roma avesse trovato la stessa fiducia che ha trovato a Parigi allora sarebbe stato diverso».