Inter News 24
·30 June 2025
Ripert (ex preparatore atletico dell’Inter) non ci sta: «Critiche ingiuste a Inzaghi e a noi dello staff. Se si rigiocasse la finale col PSG…»

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·30 June 2025
Intervistato da Tuttosport, Fabio Ripert, ex preparatore atletico all’Inter che ha seguito Simone Inzaghi nella nuova esperienza araba all’Hilal, ha risposto alle critiche ricevute per il calo di energie della squadra nel finale della scorsa stagione.
LE CRITICHE ALLO STAFF DI INZAGHI PER LA PREPARAZIONE DELLO SCORSO ANNO – «Servono le competenze per criticare tecnicamente una preparazione atletica. Lo staff di Inzaghi è di altissimo livello: pure quest’anno siamo arrivati in fondo a quattro competizioni. Fisiologicamente, per cambiare l’aspetto atletico di un giocatore e di una squadra, servono 7-8 settimane. Se affronti Bayern e Barcellona e esci dal campo dopo prestazioni storiche, non si può parlare di preparazione sbagliata col Psg, visto che la finale è stata giocata poche settimane più tardi. Le rigiro la domanda: come abbiamo ripreso e sorpassato Bayern e Barcellona nel secondo tempo se non stavamo bene fisicamente?».
SU COSA VERTEVA LA PREPARAZIONE CON UNA ROSA DALL’ETÀ MEDIA ELEVATA? – «Tutto dipende anche da stile di vita, personalità, alimentazione, professionalità. Nell’Inter ci sono più calciatori sopra i 32-33 anni che secondo i dati potranno giocare ancora ad alti livelli. Sono atleti che non hanno nulla da invidiare a ragazzi di 21 anni: raggiungono gli obiettivi fisici prefissati dallo staff . Si deve vedere – e faccio un discorso generale – lo storico degli infortuni, oltre a quanto descritto prima. La preparazione cambia in base al fitness dei calciatori, al loro possibile livello di performances. Se il fitness è basso sotto l’aspetto aerobico, della forza e dell’equilibrio muscolare si dovranno fare delle integrazioni e degli individualizzati».
LE DIFFICOLTA’ IN UN LAVORO COME IL MIO QUANDO SI GIOCA OGNI 3 GIORNI – «Hai tre squadre all’interno di una squadra. Chi gioca sempre, quelli che subentrano e chi non gioca mai. Devi lavorare soprattutto con chi ha minore minutaggio. L’allenamento migliore, per chi gioca con maggiore costanza, è la fase di recupero».
GIOCARE DI PIÙ IMPLICA PIÙ STANCHEZZA – «Il corpo umano è come una macchina. Se la usi per 10 o 10.000 chilometri, cambia, si usura di più oppure di meno».
PERCHÉ ALCUNI CALCIATORI VOLAVANO IN CERTE PARTITE E IN ALTRE APPARIVANO FUORI CONDIZIONE? – «Capita non siano sempre al top. È normale non possano essere tutti sullo stesso piano atletico. Sono problemi comuni a ogni squadra. La scorsa annata abbiamo vinto lo scudetto a marzo, si doveva parlare di condizione fisica incredibile, nessuno ha proferito parola. Gli infortuni quest’anno sono stati un 5% in più rispetto a quelli dell’anno precedente, ma meno gravi».
IL RISULTATO SPOSTA I GIUDIZI – «Esatto. Poi cambia giocare 60 partite, come l’Inter, o 41, cioè un girone intero in meno, come il Napoli. Complimenti a loro per il titolo, ma è normale ci fosse una stanchezza diversa. Per alcuni abbiamo perso due scudetti, io dico che ci siamo sempre giocati il titolo, tranne che in una stagione. E siamo arrivati due volte in finale di Champions League: un traguardo enorme a livello sportivo ma anche finanziario».
MOLTE RETI SUBITE TRA IL 75′ E IL 90′ – «Scrivere che dipenda tutto dall’aspetto fisico è un discorso da bar. L’aspetto mentale può inquinare quello fisico. Tutto è multifattoriale».
LO 0-5 COL PSG PESA – «La partita più brutta dei quattro anni, non l’abbiamo giocata. Ma sono tanti i fattori della sconfitta, i dati atletici non erano così negativi come si può pensare. A livello fisico sa che abbiamo corso più del Psg? Siamo andati dietro al loro palleggio. Se si rigiocasse, finirebbe con un risultato diverso».
SE REPUTO INGIUSTE LE CRITICHE RICEVUTE? – «La gestione Inzaghi ha una media punti altissima, ha conquistato 6 trofei giocando un bellissimo calcio, facendo incassare circa 500 milioni, un record per il club».
SUL POSSIBILE INCROCIO AI QUARTI TRA AL HILAL E INTER – «La squadra con cui hai condiviso felicità e tristezza sportiva, dove si è creato qualcosa di speciale umanamente: non sarebbe facile, vinca il migliore! Voglio ringraziare i ragazzi, un gruppo eccezionale, i tifosi, che ci hanno sempre sostenuto e il club».