Ricky Tognazzi: «Lacerato dal mio Milan, non meritava di perdere. Tifo il Diavolo per Gianni Rivera. Vlahovic? Non mi interessa che arrivi dalla Juve. Ultrà? Oggi non lo girerei, all’epoca si arrabbiò Matarrese» | OneFootball

Ricky Tognazzi: «Lacerato dal mio Milan, non meritava di perdere. Tifo il Diavolo per Gianni Rivera. Vlahovic? Non mi interessa che arrivi dalla Juve. Ultrà? Oggi non lo girerei, all’epoca si arrabbiò Matarrese» | OneFootball

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·25 August 2025

Ricky Tognazzi: «Lacerato dal mio Milan, non meritava di perdere. Tifo il Diavolo per Gianni Rivera. Vlahovic? Non mi interessa che arrivi dalla Juve. Ultrà? Oggi non lo girerei, all’epoca si arrabbiò Matarrese»

Article image:Ricky Tognazzi: «Lacerato dal mio Milan, non meritava di perdere. Tifo il Diavolo per Gianni Rivera. Vlahovic? Non mi interessa che arrivi dalla Juve. Ultrà? Oggi non lo girerei, all’epoca si arrabbiò Matarrese»

Un’icona del cinema italiano, un uomo che ha ereditato dal padre Ugo non solo il talento, ma anche una viscerale passione per il calcio. Ricky Tognazzi, attore e regista di successo, vive lo sport con l’amore del tifoso e la lucidità dell’intellettuale, un mix che rende la sua analisi mai banale. La partita del cuore del padre, Milan-Cremonese, è stata per lui una sofferenza da “monogamo” rossonero, un’occasione per riflettere, con la consueta ironia, sul presente e sul passato di un calcio che ha raccontato anche sul grande schermo, con un film, “Ultrà”, che ha fatto la storia e ha scatenato polemiche feroci. In una lunga e appassionata intervista a La Gazzetta dello Sport, Tognazzi si racconta a 360 gradi: dal Milan di Allegri al ricordo di Rivera, passando per i segreti di un film cult e il sogno di portare al cinema la vita di un altro, grande campione.

LA SCONFITTA DEL MILAN CON LA CREMONESE – «Sarà che io sono monogamo, ma da milanista – anzi riverista, per me Rivera è stato l’unico vero numero 10 – sono lacerato. Abbiamo giocato meglio, meritavamo almeno il pareggio. La Cremonese ha fatto due grandi gol, quello di Bonazzoli è da cineteca, ma perdere la prima in casa così fa male. Diciamo che contro un altro avversario sarei ancora più arrabbiato, mi consolo con il cotechino di Cremona…».


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ALLEGRI LA CONVINCE – «Ma sì, è un bravissimo allenatore, anche se iniziare con una sconfitta in casa con una neopromossa non fa bene. Non mi ricordo nemmeno perché se ne andò, l’isteria collettiva intorno ai tecnici è costante, alla fine è una questione di soldi, quasi sempre spesi con incoscienza».

VLAHOVIC – «Non lo conosco bene, ma se segna lo accolgo volentieri. Il fatto che venga dalla Juve non mi interessa, ormai ci sono passaggi continui anche con l’Inter. Ecco, la rivalità cittadina la sento, è un campanilismo inevitabile che fa parte del gioco. È il bello del tifo».

IL FILM CULT “ULTRÀ” – «La famosa Brigata Veleno… La Rai voleva un finale buonista, con il pentimento. Noi ci siamo riuniti anche con i ragazzi e abbiamo detto di no, volevamo il realismo più crudo. Per fortuna hanno capito. E sono riuscito anche a non farlo vietare ai minori nonostante scene e battute pesantissime».

OGGI SAREBBE DIFFICILE DA RIFARE – «Avevo capito che era un fenomeno legato alla crescita e al bisogno di questi ragazzi di identificarsi con qualcosa, di essere una parte del tutto, usando anche un linguaggio forte. Molto è simulazione. Di certo rifare quel film oggi sarebbe difficile, ora anche nel tifo dominano gli interessi economici, come dimostrano le inchieste per infiltrazioni mafiose che hanno coinvolto varie curve. I tifosi sono uno strumento per muovere denaro, prima era diverso».

IL FILM FECE ARRABBIARE PARECCHIA GENTE. – «Ci hanno sfondato tutti, non solo i romanisti che dicevano che li avevamo dipinti “come animali”. Erano arrabbiate le tifoserie di tutta Italia, ma la Sud ci riservò degli striscioni: “Tognazzi putt… lo hai fatto per la grana”. E Amendola, che lì aveva passato la vita, non poté tornarci per diversi anni. Si arrabbiò molto anche Matarrese, che era presidente della Figc: diceva che film come questi distorcevano l’immagine di un fenomeno sano e bello come il calcio».

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