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·16 June 2025
Repubblica – Napoli, De Laurentiis ha una nuova idea di calcio grazie a Conte: formare una squadra vincente sin da subito!

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·16 June 2025
“So che tu vuoi vincere ma non sei solo. Io quest’anno più di te”. Poteva andare solo così. Pochi secondi per chiudere una lunga rincorsa di mezze frasi, parole dette e non dette, quell’abbraccio freddo dopo lo scudetto, l’atmosfera di cose sospese. Aurelio De Laurentiis ha riportato nel Napoli l’allenatore bravo e impossibile superandolo sul suo lato più debole e invalicabile. L’ambizione. Essere primo. L’unico patto che leghi Antonio Conte a se stesso. Destinato ad una corazzata che non reggeva il mare grosso, fermo su una labile intesa con la Juve sempre sussurrata e tardivamente smentita, Antonio Conte si è fidato dell’uomo di cinema. Gli mostrava il piano che aveva già avviato. Gli è apparso diverso De Laurentiis. Cambiato lui, cambiato il Napoli. Sembra vero, è già qui Kevin De Bruyne, il primo in Europa per come manda in gol i bomber, invincibile per tempismo sui colpi di testa, prezioso negli schemi su calci piazzati. Altri sono vicini. Mentre in Italia i grandi club sono fermi. Il Milan timido si mette in fila solo ora per l’uruguaiano Darwin Nunez. Antonio Percassi a Bergamo si sente spesso con De Laurentiis, parlano di Lookman. Giovanni Manna conta più ore di volo e miglia aeree di un pilota, Andrea Chiavelli riordina i conti e fa sapere che non è urgente il bonifico degli arabi per Osimhen, niente problemi, se spedito oltre il 30 giugno, anzi conviene forse iscrivere i 75 milioni tutti o in parte nell’esercizio prossimo, perché si inserisce in un programma più ampio di acquisti del bilancio 30 giugno 2026.
Ma che succede? Il Napoli è descritto come un club scatenato sul mercato. Il più ingordo e movimentista. Alla svolta del secondo scudetto e del ventunesimo anno di presidenza De Laurentiis non è diventato solo meno avaro, è diverso. Consapevolmente diverso. La strategia di conduzione e di mercato rappresenta una metamorfosi che Antonio Conte è stato il primo a rilevare. I punti di svolta. 1) Osimhen insiste nelle sue mattane. Ma il Napoli le assorbe con indifferenza. Può attendere, ha credito e solidità, prosegue nella ricerca
di acquisti per comprare gol. Il resto si deve alla previsione di un in-casso certo. Nel Galatasaray ha piantato e seminato a futura memoria 37 reti: 26 nel campionato turco, 5 in coppa, 6 in Europa League. Qualcuno lo prenderà. Se l’acquirente è italiano (Juve o Milan) prezzo da rivalutare. In caso contrario, oggi il bomber più lunatico sarebbe un macigno sui binari del Napoli in corsa. De Laurentiis tace, invece. 2) C’è una nuova idea di calcio. Non comprare più talenti da rivendere con profitto. Ma formare la grande squadra. Vincente. Solida. Ambiziosa. Roba da Conte. 3) È cambiato il clima ai vertici. Conte non minaccia strappi, dopo il chiarimento di Ischia. Sa che può vincere ma non più da solo con sforzi titanici. È convinto che non sia stato sostituito per tempo Kvaratskhelia solo in previsione di un colpo estivo. Quello che sta per succedere. 4) Con due ex solisti, che sembrano ora intendersi, sono bravi a passare inosservati gli altri due del quartetto. Non fanno ombra Andrea Chiavelli ai conti e Giovanni Manna al mercato, direttore sportivo muto, come seppe essere Cristiano Giuntoli, purtroppo fino allo scudetto 2023.
Carlo Gioia