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·9 September 2024
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Un tecnico pretenzioso come Antonio Conte sarà ben contento di risolvere il piacevole rebus creatosi nella zona centrale del campo. A Lobotka e Anguissa, infatti, sono stati affiancati Gilmour e McTominay, arrivati certamente non per fare le riserve. Considerando i due soli posti in mediana nel 3-4-2-1 e l’assenza di impegni europei, sarà interessante capire la gestione di tutto questo potenziale condensato nel reparto di centrocampo. Con i due scozzesi arrivano a Napoli non solo alternative di livello internazionale, ma soprattutto soluzioni tattiche diverse e quell’intensità tipicamente britannica nell’interpretazione del gioco che tanto piace al tecnico dei Partenopei.
Gilmour può essere considerato una controfigura di Lobotka più incline alla doppia fase: meno raffinato ma globalmente simile in fase di gestione, con una maggiore propensione alla giocata in avanti ma senza l’inviolabilità palla al piede dello slovacco. Le caratteristiche di McTominay, invece, sembrano poter colmare le lacune mostrate dalla squadra nelle prime uscite: 193 cm di pura sostanza, gamba che gli consente di coprire universalmente il campo e presenza ingombrante in rottura. Rispetto ad Anguissa, pecca nei dati di possesso e distribuzione; tuttavia, ha nel suo bagaglio eccellenti doti di invasore: riempie l’area con costanza (2.51 tocchi nell’area avversaria P90 23/24) e ha grande fiuto del gol (10 reti l’anno scorso in tutte le competizioni). Con i suoi inserimenti, potrebbe rappresentare la chiave tattica che mancava ad una squadra che costruisce prevalentemente sulle corsie laterali, ma che fin qui non ha potuto ricorrere con frequenza al cross vista l’incapacità di riempire l’area.
Ad ogni modo, non è da scartare in toto l’ipotesi di un 3-5-2, con l’inserimento di un uomo in più in mezzo al campo e l’accentramento di Kvara a sostegno di Lukaku. Soluzione che penalizzerebbe un esterno offensivo, ma garantirebbe maggiore equilibrio.
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