Palmeri spiega la differenza tra l’Inter e le altre pretendenti: «Lo Scudetto si vince con la personalità» | OneFootball

Palmeri ha spiegato la differenza tra l’Inter di Simone Inzaghi e le altre pretendenti per lo Scudetto. Ecco le sue dichiarazioni

Tancredi Palmeri ha spiegato nel suo editoriale per Sportitalia la differenza tra l’Inter e le altre pretendenti allo Scudetto. Ecco le sue parole:

LA DIFFERENZA – «La scorsa estate il mio Oscar del mercato andò al Napoli, campagna vastissima, ma la palma di favorita per lo scudetto alla Juventus, che aveva aggiunto il secondo miglior mercato a una rosa secondo me di livello e soprattutto prendendo un grande allenatore. Non potevo ovviamente prevedere la messe di infortuni, e soprattutto quello di Bremer, l’unico insostituibile. Ma avevo avvertito però su due cose sulla Juventus. Un problema e un rischio.

Il problema era che non era stato comprato nessun vero ricambio per Vlahovc, perché Milik era troppo inaffidabile, ed era assurdo progettare una stagione così sfibrante con solo un centravanti di ruolo, checché ne dica il credo tattico di Thiago Motta. Sono stato facile profeta su quello, ma era davvero troppo ovvio. Il rischio invece su cui ho avvertito, ma senza essere sicuro sinceramente che potesse essere un fattore, era la mancanza di personalità, di mentalità vincente nella formazione. Tranne Locatelli campione d’Europa, nessuno alla Juventus sa come si vince un campionato o un torneo internazionale. Giusto Koopmeiners con l’Europa League, ma ha avuto un inserimento non da vincente. E il rischio per l’appunto era sciogliersi nelle difficoltà, non avere la mentalità di prendersi le vittorie sporche anche quando non meriti, proprio perché hai giocatori abituati all’idea di vincere che non accettano la sconfitta e trascinano con sé la squadra. La Juventus non ha nessun punto di riferimento simile, e se è vero che Thiago Motta è responsabile sia di parte della situazione infortunati sia dell’involuzione tremenda del gioco, però è anche vero che non ha in campo dei vincenti. E questa cosa è stata colpevolmente trascurata dal mercato.

Quello che succede in parte al Milan. Che in verità nel nucleo storico dello scudetto e in Morata ce li avrebbe anche quel tipo di giocatori, se non fosse che proprio i veterani sono i primi responsabili del casino a cielo aperto che è diventato ogni settimana il Milan, e allora il tuo asset si è praticamente mangiato il proprio vantaggio. Quello per intenderci che era successo l’anno scorso al Napoli, che aveva bisogno di un nocchiere e ha trovato il migliore possibile, che ha rimesso in carreggiata un gruppo che sa vincere a cui ha aggiunto giocatori con mentalità come Lukaku e McTominay. Proprio di mentalità il Napoli è là sopra, nonostante un gioco non da primi posti. Quello invece di cui dispone l’Inter, il gioco migliore d’Italia e una mentalità che finalmente fa accettare anche di vincere pur non giocando alla grande, cosa che peraltro accade poco, con il solo limite di essere all’altezza dei tanti impegni.

E in tutto questo l’Atalanta? Ha tutto, non meglio degli altri, ma ha tutto. E per ora è un incantesimo. Che potrebbe anche durare tutta la stagione, chissà».