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·27 December 2024

Nicola: «Un solo assente nel Cagliari. Inter miglior squadra italiana!»

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Davide Nicola ha parlato nella conferenza stampa di vigilia di Cagliari-Inter, sfida valida per la 18ª giornata di Serie A. Di seguito le sue dichiarazioni.

Nicola, le chiedo un aggiornamento sulla situazione degli infortunati. Contro l’Inter non intende partire con l’atteggiamento di chi è già sconfitta…


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Assolutamente no. Si tratta di un esame che ti costringe a fare qualcosa che va oltre. Incontriamo, secondo me, la migliore squadra del campionato, sia per consolidamento che per rosa. Quindi, abbiamo bisogno di fare una partita gagliarda da tutti i punti di vista, con lucidità e aggressività. Non dovremo mai smettere di continuare a giocare, capendo al contempo quando essere pratici e quando gestire la partita o il riposizionamento difensivo. Il nostro unico assente sarà Zito Luvumbo, per il resto si tratta solo di acciacchi.

L’Inter è una squadra tendenzialmente ingiocabile. Cos’è mancato a livello di atteggiamento contro le squadre di livello inferiore, come il Venezia, rispetto a quanto visto finora contro le vig?

Intanto, giocare gare ravvicinate, affrontando avversari con uno status come quello dell’Inter, richiede capacità di recupero immediato. Secondo me, a Venezia siamo andati con l’atteggiamento di chi voleva andare a prendere l’intera posta in palio. Non basta fare le cose bene, a un certo punto devi scendere a un livello di praticità, di fame, di cattiveria, per far andare il match dalla tua parte. Noi abbiamo subito un’occasione, nel primo tempo, che ci ha fatto male. Abbiamo sicuramente rispettato i nostri avversari, altrimenti non avremmo avuto quell’inizio e quella reazione, ma dobbiamo pretendere di più da noi stessi sul piano dell’atteggiamento. L’episodio chiave è ciò che devi essere in grado di riconoscere sia nel momento di dover fare gol che in quello della gestione. L’aspetto della fame deve essere migliorato, perché così non può bastare. Noi lo sappiamo e stiamo lavorando in quella direzione.

Nicola, i numeri dicono che il Cagliari sta subendo troppe reti e che ci sono degli spezzoni di campionato in cui non segna. Come se lo spiega?

Se guardiamo i numeri, questi dicono che la posizione di classifica del Cagliari non rispecchia quanto visto in campo. Il tutto è talmente corto che basta non portare a casa una volta il risultato per trovarsi indietro. Io credo che il Cagliari stia dimostrando un gioco da squadra che merita una posizione diversa. Dobbiamo riconoscere il momento in cui dover far male, stiamo lavorando per questo. I miei ragazzi sanno di essere qui per crescere e produrre certi numeri. Ciò che stiamo concretizzando rispetto a quanto prodotto è ciò che dobbiamo migliorare. Contro il Venezia, abbiamo subìto quando dovevamo dimostrare maggiore determinazione. C’è da migliorare, ma anche da considerare che non abbiamo giocatori tutti pronti. Bisogna avere la capacità di accordargli fiducia. Non ci si può lamentare del loro impegno e della loro determinazione, ma c’è da fare di più.

Ho visto Piccoli un po’ affaticato, mentre Pavoletti ha segnato. Ipotizzabile una staffetta?

Credo che, a parte Jankto, che non ho mai deciso di impiegare per una questione di caratteristiche, gli altri sono stati tutti chiamati in causa, anche se è chiaro che qualcuno abbia giocato di più. Nell’idea della società vi è di valorizzare alcuni calciatori. Vari giovani devono dare quell’energia che poi si andrà ad aggiungere all’esperienza di altri. Di Pavoletti non posso discutere la maturità, la professionalità e la voglia di andare a incidere in determinate situazioni. C’è la possibilità di vederlo contro l’Inter, credo che sia una grande risorsa per questa squadra. Saltando determinate situazioni tattiche, può essere un importante valore aggiunto.

La fame si può acquisire? Nella finalizzazione, c’è un problema di caratteristiche?

Se si guardano le occasioni in generale, come nel caso di Venezia, ci sono dei fattori da considerare. Se guardiamo alla parata di Stankovic, ti rendi conto che ci sono dei momenti in cui ottieni di più e momenti in cui devi accettare di ottenere di meno. Non ci manca la fame di allenarci, di lavorare. Quando parlo di fame, intendo la presenza di quel disagio che ti porta a fare qualcosa in più, ad andare oltre trovando delle risorse dentro di te che non pensavi di avere. Di certo non intendo dire che ai miei ragazzi manchi la voglia.

Nicola, esiste un problema sulla trequarti, ossia il fatto che Gaetano non sia riuscito a sbloccarsi? Vede Marin come trequartista?

Credo che accordare fiducia significhi anche rispettare il calciatore e la posizione per cui è stato preso. Marin ci va dinamicamente, nel corso del gioco, come fatto a Venezia. Si tratta di un calciatore che sa giocare, ma convivere con gli equilibri giusti non è facile. Quando dobbiamo adattarci in base alla portata dell’avversario affrontato, si nota l’assenza di quelle dinamiche su cui stiamo lavorando da tempo. Io non valuto Gaetano in base alle occasioni da gol non concretizzate, perché sono convinto che segnerà. Non voglio una pressione che non sia produttiva. Che abbia delle qualità, come Piccoli, Zortea o Luvumbo, non c’è dubbio. I numeri, questi giocatori, se li stanno costruendo. Molti si stanno avvicinando al peso della responsabilità di fare un campionato intero con determinate aspettative, per cui non è giusto imporgli un diverso percorso di crescita.

Il Cagliari può giocare con due punte di ruolo?

Bisogna vedere le caratteristiche con cui vengono interpretate le posizioni. Quando incontriamo determinate squadre, abbiamo acquisito delle geometrie per cui sappiamo come muoverci in campo. Bisogna mantenere alto il livello di energia, di concentrazione. Nel momento in cui vuoi crescere e raggiungere l’obiettivo, ti concentri su ciò che vuoi fare bene e analizzi ciò che devi migliorare. Questo è ciò che stiamo facendo, per cui dobbiamo sentire dentro l’esigenza di arrivare a produrre risultati. Ora ci siamo concentrati su ciò che serve per fare ottime prestazioni. Il prossimo step sarà quello di capire come dover gestire le situazioni. Ci lavoriamo sempre e continueremo a lavorarci.

Nicola, come giudica l’Inter?

Si tratta di una squadra che ha un consolidamento di uomini e di modo di giocare che dura da tempo. Ti invoglia ad andarla a prendere, a giocare al ‘gatto e al topo’. Dobbiamo essere bravi a preparare delle alternative, considerando le strategie dell’avversario. Loro sanno costruire a due, a tre, a quattro, trasformando la struttura con una facilità disarmante. Accettano costantemente la parità numerica, sono in grado di gestire il pallone e di attaccare negli ultimi 25 metri con grande precisione. Si conoscono a memoria, sanno le caratteristiche di ogni compagno. Dev’essere gratificante poter pensare di dover fare le cose come le si è sempre fatte ma con una velocità diversa. Ci lavoreremo, cercando di avere all’interno della gara la capacità di leggere il momento più propizio per entrambe le fasi.

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