Napoli, senti l’ex Traoré: “L’anno scorso è andato tutto male, ma evidentemente doveva andare così” | OneFootball

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·17 May 2025

Napoli, senti l’ex Traoré: “L’anno scorso è andato tutto male, ma evidentemente doveva andare così”

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L’ex Sassuolo e Napoli Hamed Traoré è tornato a brillare in Francia. Il centrocampista, ora all’Auxerre, si è concesso ai microfoni di Cronache di Spogliatoio per una piacevole intervista.

Hamed Junior Traoré si sta piano piano ritrovando. Dopo essersi perso in seguito al suo passaggio al Bournemouth nel 2023, avvenuto per circa 25 milioni di euro, l’ivoriano si sta ora riscattando con la maglia dell’Auxerre, in Ligue 1. In mezzo, però, c’è stata l’avventura al Napoli. Con la maglia dei campani, che ha vestito dal gennaio del 2024, il classe ’00 ha faticato parecchio: solo 11 presenze in cui non ha mai inciso. Oggi la rinascita: l’Auxerre ci ha creduto e lui ha ripagato la fiducia con 10 gol e 2 assist in 25 partite.


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Traoré: “Un’esperienza al Napoli va vissuta almeno una volta”

Ecco alcuni degli estratti dell’intervista di Traoré ai microfoni di Cronache di Spogliatoio: “Napoli è Napoli. Quell’anno è andato tutto storto, ma è un’esperienza che almeno una volta va vissuta. Le cose andavano sempre male, eppure in allenamento avevamo la sensazione di fare tutto il possibile per aiutarci e migliorare. In spogliatoio cercavamo di darci delle spiegazioni. Ci abbiamo provato fino all’ultimo, ma evidentemente le cose dovevano andare così. Anche se la stagione è stata negativa, il calore di quei tifosi era incredibile, giocare al Maradona è inspiegabile”.

“Mi ha aiutato a crescere come esperienza. Sono maturato. Rispetto a quando ero ragazzino sono cambiato tanto. Me lo dicevano spesso all’inizio: ‘Ora sei giovane, un giorno capirai’. Inizi a curare di più i dettagli, aiuti i compagni, è un altro tipo di approccio. Quando non mi alleno guardo tutti i campionati, cerco di non perdermi una partita. Seguo ancora la Serie A, sono malato di calcio”.

“Qui all’Auxerre ci sono tanti giovani interessanti. Vi do due ‘pepite’: Kévin Danois e Clément Akpa. A me in Italia è andata bene, magari è l’ideale anche per loro. Perché no?”.

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