Calcio e Finanza
·21 December 2024
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“Avevo promesso a Milly che non l’avrei fatto, lei preferiva destinare in solidarietà quei quattrini. Ma la passione fu più forte. Mia moglie apprese la notizia dalla televisione. Non voleva più farmi entrare in casa. Lei mi disse che dovevamo impegnarci per aiutare chi soffre. Le risposi con una battuta: conosci qualcuno che soffra più degli interisti, mentre il Milan di Berlusconi vince tutto e la Juve sta tornando grande? Così, mi perdonò”. Lo ha detto l’ex patron dell’Inter MAssimo Moratti, raccontando al Quotidiano Sportivo la storia del suo acquisto del club nerazzurro nel 1995.
“Pentito di aver acquistato l’Inter? Sinceramente no, mai. Almeno per ora, almeno finora. Però, vuol sapere una cosa buffa? Si è pentita la mia signora. Fosse per lei, dovrei ricomprare la Beneamata qui e ora”.
“Semplicemente è cambiato il mondo, non solo il tempo. Io sono stato tra i primi a cedere all’estero, quando vendetti l’Inter a Thohir, l’indonesiano… Avevo visto cosa stava accadendo nella Premier inglese. L’esplosione dei costi, la globalizzazione dei capitali, eccetera. Era ed è una tendenza impossibile da contrastare, o quasi”.
“Come si fa a non avercela, la nostalgia? Sentimentalmente era più bello una volta. Però bisogna essere realisti. In Inghilterra i padroni sono appunto tutti stranieri e la Premier è bellissima. Bisogna evitare i luoghi comuni. Giusto per fare un esempio, quelli di Oaktree all’Inter si stanno dimostrando bravissimi. Dopo di che è giusto ammettere che a livello emozionale c’è una differenza. Non necessariamente negativa. Mi spiego: meno conosci il proprietario e più da tifoso ti appassioni alla squadra, ti identifichi con il valore ideale del club”.
“L’Inter attuale può arrivare ovunque! Io vedo una squadra d’acciaio, che non si smarrisce mai. Il valore aggiunto è l’allenatore, Inzaghi è formidabile. La squadra che ho amato di più? Non è l’Inter di Mourinho quella che ho amato di più, sebbene conservi un ricordo incredibile. Ho amato di più la squadra di Simoni, con il primo Ronaldo. Vinse meno di quanto avrebbe meritato e più tardi abbiamo anche scoperto perché”.