Calcio e Finanza
·29 September 2024
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Il Milan ha chiuso anche quest’anno il bilancio in attivo. Come Calcio e Finanza ha potuto anticipare, la stagione 2023/24 è terminata con i conti in nero per 4,1 milioni, proseguendo nei fatti in linea con la tendenza emersa la stagione precedente quando l’utile aveva segnato quota 6,1 milioni. Il bilancio d’esercizio che sarà sottoposto poi all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti, in unica convocazione, ha fatto inoltre registrare i ricavi più alti della sua storia, visto che hanno toccato quota 457 milioni di euro (in aumento del 13% rispetto alla passata stagione). In complesso sono oltre 100 milioni gli investimenti nelle ultime due finestre di mercato, al netto di quanto incassato dalla cessione di Tonali al Newcastle.
L’Inter ha anch’essa registrato notizie positive sul lato economico. Il club nerazzurro ha superato il proprio record nei ricavi quest’anno (473 milioni) e ha ottenuto il primo utile operativo dal 2018 (9 milioni). E pertanto, per quanto il bilancio sia ancora in perdita (per 36 milioni), il rosso nella stagione appena conclusa è quello più basso da sette anni ed è legato soprattutto alla spesa per interessi sul debito, che è ancora ingente. La gestione del club in sé per sé però adesso è in nero.
La Juventus invece ha segnato una nuova perdita monstre (-200 milioni) ma sul club bianconero ha pesato la stagione senza coppe e i susseguenti mancati premi UEFA e incassi da stadio. La società però ha iniziato un percorso di virtuosità economica che dovrebbe emergere dal bilancio di questa stagione, anche se, nonostante questi sforzi, non è da escludere l’ipotesi che per il club potrebbe essere necessario un altro, anche se non ingentissimo, aumento di capitale nella stagione 2025/26 dopo quello da 200 milioni concluso nei mesi scorsi.
In linea generale però si può dire, come più volte ricordato nelle colonne di questo appuntamento, che le tre grandi tradizionali del calcio italiano hanno ormai intrapreso la strada della sostenibilità e questa vede il Milan (che iniziò questo percorso negli anni della proprietà Elliott) nettamente più avanti neo confronti delle avversarie storiche, seguito dall’Inter e poi dalla Juventus ancora più indietro.
Limitandoci ai numeri per ora ufficiali (e quindi escludendo il Milan dalle analisi), va notato come l’Inter abbia sensibilmente migliorato i conti nei confronti della stagione 2022/23 nella quale i ricavi hanno superato quota 473 milioni contro i 425 milioni di quella precedente e soprattutto le perdite sono passate passano da 85 a 36 milioni. Il decremento di circa 50 milioni è legato all’aumento dei ricavi di 48 milioni spinto dai risultati dell’area sportiva che hanno portato ad un aumento del fatturato commerciale. Allo stesso tempo i costi di produzione si sono stabilizzati rispetto all’anno precedente, per un totale di 464,5 milioni.
In questo modo, l’Inter (come anticipato da Calcio e Finanza) ha registrato il suo primo utile operativo dal 2018, con un EBIT positivo per 9 milioni rispetto alla perdita di 40 milioni nel 2022/23. La perdita per 36 milioni di euro, inoltre, è la più bassa dal 2017/18, quando i conti si chiusero con un -17 milioni.
Per quanto riguarda la stagione in corso, l’Inter ha spiegato che il mercato estivo è stato condotto in sostanziale equilibrio. Non a caso secondo i calcoli di questa testata l’impatto sul bilancio nerazzurro sarà positivo per circa 8 milioni. Inoltre, dall’inizio della stagione 2024/25 sono state siglate nuove importanti partnership che hanno permesso di valorizzare ulteriormente la maglia nerazzurra. Queste includono lo sponsor di maglia Betsson Sport per una cifra pari a circa 30 milioni annui, e Gate.io, uno dei principali exchange di criptovalute al mondo, sulla manica per 6 milioni (per onestà di cronaca va detto che questa piattaforma è operante solo all’estero perché in Italia è stato bloccato dalla Consob, l’autorità che vigilia sui mercati azionari del nostro Paese).
Non solo, ma a conferma che la proprietà di Oaktree ha portato maggiore solidità economica vi è da notare come il club nerazzurro abbia ottenuto subito dei versamenti da parte del fondo californiano. Il nuovo azionista di maggioranza, ha spiegato una nota della società, «ha provveduto nel corso del primo trimestre dell’esercizio 24/25 ad una importante operazione di ricapitalizzazione per complessivi 47 milioni di euro». In particolare le riserve di patrimonio netto a disposizione della società sono aumentate quindi di 44 milioni attraverso dirette iniezioni di cassa e di 3 milioni attraverso la conversione dell’ultima quota residua di finanziamenti soci. Gli investimenti da parte dell’azionista di maggioranza, ha fatto notare l’Inter, «dimostrano l’impegno verso il raggiungimento della stabilità finanziaria ed operativa del Club, a sostegno del più alto livello di performance dentro e fuori dal campo».
Insomma se già negli ultimi anni della proprietà Zhang il management nerazzurro aveva intrapreso la strada di combinare la competitività sportiva con il riordino nei conti, questa tendenza è ancora più marcata adesso che la proprietà fa capo a un fondo di private equity come Oaktree. Con importanti vantaggi nei confronti di quando c’erano gli Zhang:
È evidente però, che nonostante il risanamento in corso, è praticamente impossibile che la gestione dell’Inter possa produrre utili tali entro il 2027 da pagare il debito di quella obbligazione. Pertanto l’azionista o chi per lui dovrà pagare per quel bond. E in questo scenario non è fuori logica ipotizzare che Oaktree possa rimborsare parte di quel debito e accendere un nuovo bond di entità inferiore per rifinanziare la parte mancante. Con il vantaggio che essendo un gruppo molto solido non dovrà pagare i tassi di interessi esorbitanti che invece caratterizzavano le obbligazioni dell’era Zhang.
Questo ovviamente a patto che Oaktree non trovi prima di quella scadenza un partner che lo affianchi nell’azionariato o un compratore per il club nerazzurro che soddisfi le sue esigenze.
Invece quel che è sicuro però è che il processo di risanamento aziendale andrà avanti. E in questo quadro, secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, dopo l’uscita del capo del personale Lionel Sacchi, in casa nerazzurra sono pronte altre partenze. Tra queste alcune sono legate a un processo di snellimento dell’organigramma aziendale che viene considerato un po’ troppo numeroso in quella che viene considerata, nel mondo del business in generale e non solo nel calcio, una prassi normale in occasione di cambi di proprietà.
Passando alla Juventus, il club bianconero ha chiuso il bilancio 2023/24 con un rosso appena al di sotto dei 200 milioni. La notizia è giunta in seguito alla pubblicazione della semestrale di Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann che controlla con la maggioranza assoluta il club e che è ora è salita a una quota del 65% nell’azionariato con il 78% dei diritti di voto.
Nel complesso si tratta di un rosso superiore rispetto all’esercizio 2022/23, quando la Juventus chiuse a -123 milioni di euro. E per il club bianconero è il settimo bilancio consecutivo in negativo, visto che in particolare le perdite sono:
In totale quindi un risultato negativo per 937 milioni in sette anni, con una media di 134 milioni di perdite all’anno. Per quanto concerne le entrate invece il fatturato dell’esercizio 2023/24 è pari a 394,6 milioni, rispetto ai 507 milioni del 2022/23.
È evidente da questi numeri che la società torinese anche in termini economici (e non solo sportivi) ha pagato nella stagione scorsa l’assenza dalla coppe europee con i susseguenti incassi e premi, con un impatto stimato dal club in 90/95 milioni di mancati ricavi. E in questo senso è lecito ipotizzare una grande crescita nei ricavi per la stagione in corso visto che il club partecipa non solo alla nuova Champions League (più ricca nei premi) ma disputerà anche il Mondiale per Club 2025 negli Stati Uniti.
Non solo, ma anche a Torino come a Milano la parole d’ordine è diventata sostenibilità nei conti. E quindi il bilancio 2024/25 beneficerà della notevole attenzione che quest’anno ha prestato ai conti il mercato estivo bianconero. La campagna trasferimenti di Cristiano Giuntoli, seppur ingente, è stata all’insegna dell’abbassamento del tetto ingaggi e non a caso, malgrado i 180 milioni spesi in acquisti, l’impatto a bilancio sarà positivo per la cifra monstre di 73 milioni.
Nonostante questi sforzi, è però difficile pensare, proprio per la struttura dei costi bianconeri (nonostante i tagli sul fronte monte ingaggi), che il bilancio di questa stagione si chiuda in utile, anzi dovrebbero chiudere ancora in rosso. E in questo senso non è illogico ipotizzare la necessità di un nuovo aumento di capitale durante la prossima stagione 2025/26. Il patrimonio netto della Juventus al 30 giugno scorso era pari a 40 milioni e se la stagione in corso dovesse chiudersi con un perdita superiore appunto a 40 milioni, questa voce andrà in negativo. E pertanto la Juventus potrebbe trovarsi dinnanzi alla necessità di una nuova iniezione di capitale, seppur probabilmente non ingentissima. Sia chiaro per adesso è solo una ipotesi perché il management bianconero nella stagione in corso punta a aumentare molto le entrate e dare una grande sforbiciata ai costi, ma il tema c’è.
Nel caso si verificasse però non avrebbe lo stesso sapore di quella da 200 milioni del 2023/24, proprio perché si inserirebbe in un percorso societario che ha già mostrato di avere cambiato tendenza e di aver virato verso la sostenibilità economica. In parole povere, sarebbe più un puntellare una situazione economica che sta volgendo al meglio che non una toppa in sé per sé.
Si dirà, ma perché la Juve potrebbe essere obbligata a questa manovra invece ne è esente l’Inter, che ha ancora un patrimonio netto negativo? In realtà l’Inter è esente solo per quanto riguarda le perdite dei bilanci 2020/21 e nel 2021/22, annate in cui il club nerazzurro ha deciso di sfruttare la norma dello Stato, emanata in periodo Covid, che permette di rinviare il ripianamento della perdita dei singoli esercizi entro il quinto esercizio (cioè sino al 2026 e al 2027 di fatto). Entro il 2026 e il 2027, quindi, quelle perdite dovranno essere ripianate, anche se le riserve di patrimoio netto dovrebbero già bastare per ripianarle. Diverso è il discorso che riguarda invece le perdite delle altre stagioni, che per l’Inter tanto quanto per la Juventus vanno ripianate secondo i normali obblighi di legge: non è un caso infatti che Oaktree abbia versato nei mesi scorsi 44 milioni nelle casse della società nerazzurra per rinforzare dopo la chiusura del bilancio al 30 giugno 2024 il patrimonio nerazzurro.