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·26 June 2024

ManUTD fra Old Trafford e nuovo stadio: Ratcliffe vuole cedere i naming rights

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L’arrivo di Sir Jim Ratcliffe al Manchester United è da sempre dipinto come l’inizio di una nuova era per il club inglese, che negli ultimi anni ha perso terreno rispetto alle concorrenti della Premier League, seppur potendo contare su investimenti ingenti sul calciomercato e su una fan base mondiale fra le più importanti del mondo.

Secondo quanto riporta il quotidiano britannico The Athletic, Ratcliffe avrebbe già in mente la sua prima grande mossa da socio di minoranza del club, e da figura che ha in mano la gestione operativa. In questo aspetto rientra anche la vicenda Old Trafford. Il celebre stadio dello United è da anni bisognoso di una serie di lavori di manutenzione e sembra proprio che con l’arrivo del proprietario di Ineos possa tornare al suo antico splendore.


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Operazione naming rights, sulla scia del Barcellona e di Spotify

Uno stadio all’avanguardia permette di poter contare su maggiori ricavi da riutilizzare per il club, specie in sede di calciomercato. Ed ecco quindi che Ratcliffe starebbe valutando di cedere i naming rights dell’Old Trafford. Mossa che non è mai stata fatta prima e che, quasi sicuramente, troverà l’opposizione della maggior parte dei tifosi dei Red Devils, che sono già contrariati per la politica messa in atto dal club riguardante l’aumento dei biglietti in vista della prossima stagione.

Oltremanica parlano di colloqui esplorativi con diversi grandi brand, anche del mondo della finanza come Bank of America, che sarebbe uno dei soggetti interpellati anche per garantire linee di credito per un progetto di ristrutturazione che si preannuncia molto importante, sia dal punto di vista infrastrutturale che da quello economico.

Il club inglese non ha voluto confermare l’indiscrezione, ma l’operazione è ancora in una fase embrionale. Inoltre, non va dimenticato come lo United abbia una situazione debitoria di 653,3 milioni di sterline (al cambio attuale, 773,3 milioni di euro), a cui vanno sommati quelli relativi alle commissioni investite per i trasferimenti dei calciatori negli ultimi anni della gestione della famiglia Glazer.

Situazione che ha costretto il club a usare 142 milioni di euro, derivanti dal versamento totale di 281 milioni da parte di Ratcliffe come fondo per iniziare a investire nelle infrastrutture del club, per iniziare a ripianare i debiti. Ci si è concentrati su quegli impegni più gravosi a livello di interessi, così da alleggerire la posizione del club in vista di futuri finanziamenti da richiedere a un tasso di interesse più basso e che sarebbero stati utilizzati, appunto, per i bisogni infrastrutturali del club, compreso l’Old Trafford.

I Red Devils seguirebbero così l’esempio di Arsenal e Manchester City, non a caso le prime due della scorsa Premier League, ma si tratterebbe di una novità assoluta per loro. Si potrebbe anche scegliere di mantenere il nome Old Trafford, ma si associarlo a un brand. In Inghilterra, per esempio, la stessa situazione si ha con Wembley, che ha mantenuto il proprio nome inalterato ma è associato a EE, operatore di rete mobile britannico, che versa 11,8 milioni a stagione. Esiste una terza strada che porta, per esempio, a Barcellona con i catalani che sono pronti a inaugurare il restaurato Spotify Camp Nou.

Il Manchester United e l’ipotesi nuovo stadio

Ma Ratcliffe non esclude che lo United possa costruire un proprio stadio ex novo, e anche qui si arriverebbe alla questione naming rights che il club è comunque disposto a cedere interamente per incassare più soldi possibile. Anche se una costruzione di un nuovo stadio richiederebbe più risorse economiche e in passato la famiglia Glazer non è mai stata incline a finanziare il club con propri fondi. Cosa che potrebbe cambiare con l’ingresso di Ratcliffe, anche se per forza di cose il club dovrebbe fare affidamento a un mix di fondi pubblici e capitali privati a debito.

Ma il dossier stadio in casa United, come confermato dallo stesso Ratcliffe, è secondo solamente ai risultati del campo, che per forza di cosa devono portare il club ai livelli del passato. Il socio di minoranza dei Red Devils, ha descritto l’impianto di una squadra di calcio come una cascata in termini di ricavi che permetto a tuti i club di poter contare sempre e costantemente su risorse economiche importanti.

Lo stesso Ratcliffe ha stimato che una ristrutturazione dell’Old Trafford potrebbe costare circa 1,2 miliardi. Lavori che consentirebbero di portare la capienza dello “Teatro dei sogni” compresa fra 80mila e 90mila persone. Uno stadio nuovo, invece, andrebbe a costare più di 2 miliardi. Questa seconda strada, anche se Ratcliffe ha confermato sia la sua preferita, è di difficile attuazione vista la situazione debitoria del club in questo momento.

Ratcliffe ha ingaggiato Sebastian Coe, che ha presieduto il comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Londra 2012, per guidare una task force per esplorare la ristrutturazione dell’Old Trafford. Anche l’ex capitano dello United Gary Neville è un membro, mentre sono coinvolti anche il sindaco della Greater Manchester Andy Burnham e l’amministratore delegato del Trafford Council Sara Todd.

La task force esplorerà come finanziare il progetto. Verrà esplorata una varietà di potenziali fonti di finanziamento private, con il costo di costruzione di un nuovo stadio e/o un piano di rigenerazione più ampio che probabilmente richiederà ulteriori partner finanziari. A maggio, Ratcliffe ha incontrato il leader laburista Sir Keir Starmer, che potrebbe presto diventare primo ministro, per discutere le proposte per lo stadio come fulcro di un potenziale campus sportivo, ricreativo e commerciale.

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