Calcionews24
·8 August 2025
Le bandiere all’Atalanta non mancheranno mai: su 1000 “Lookman” ci sarà sempre un vero leader

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La telenovela Lookman fa parte di quei contesti calcistici dove per l’Atalanta non è solo una questione di testa, ma anche di cuore: le mille sfaccettature di un mondo che, citando Percassi, è fatto di “persone competenti e per bene” senza tralasciare l’aspetto emotivo (Bergamo è l’Atalanta, l’Atalanta è Bergamo).
Quando accadono avvenimenti del genere si passa dalla delusione alla rabbia fino al rifugiarsi nel patriottismo. Un po’ quando ci si lascia con il partner per poi appoggiarsi ai familiari e amici: insomma, a chi ci vuole bene. In casa Atalanta ci si aggrappa alle parole “mai prendere la maglia con nome e numero” oppure a quelle bandiere che nonostante tutto sono ancora lì a mettere l’Atalanta come priorità assoluta: elementi alla quale la fiducia dell’ambiente (dalla società alla critica fino ai tifosi) è sempre stata ripagata.
Marten De Roon rappresenta tutti i capitani atalantini: arrivato da sconosciuto e diventato leggenda come Stromberg, è andato via per poi ritornare come Bonacina, ha incarnato il DNA nerazzurro diventando mentore per i più giovani come facevano Bellini e Raimondi, oltre che al grande cuore d’oro nei confronti di Bergamo.
L’oro, quello del Qatar, che Djimsiti ha rifiutato pur di continuare ad essere leader di un’Atalanta che si è preso tra talento e maglia sudata alzando la coppa. Un Mario Pasalic che nonostante le critiche e le voci che lo vedevano già svincolato e da altre parti (perché c’era la rivoluzione) ha rinnovato il contratto, e poi ci sarebbe anche Zappacosta che è da tanti anni a Bergamo (con una menzione anche per Sportiello).
Le bandiere nel calcio forse non saranno tante, ma in minima parte ci saranno, alla quale i valori dell’atalantinità verranno tramandati: affinché ci saranno sempre coloro che porteranno in alto questi colori in un mare di tanti trasferimenti e addii poco consoni a dopo tutto quello che l’Atalanta è fatto per loro.
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