Pagine Romaniste
·27 March 2025
La Roma racconta la storia di Santa Bernacchia: tifosa romanista abbonata da 73 anni

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·27 March 2025
Continua il bel progetto della Roma alla scoperta dei tifosi romanisti più fedeli e meritevoli di nota. Sul sito ufficiale del club giallorosso, è uscita una intervista per far conoscere la storia di Santa Bernacchia, titolare dal 1952 di un abbonamento vitalizio allo Stadio Olimpico regalatogli dal papà. Da allora, ben 73 anni, si contano sulle dita di una mano le volte che ha saltato le gare della Roma. “La Roma è una parte di me, la Roma è una forza che mi lega profondamente alla città e alla sua gente, e rappresenta una passione che va oltre lo sport”, queste le parole di Santa sul suo legame con i colori giallorossi. Qui per l’intervista completa.
Qual è il primo ricordo che hai della Roma e del tuo primo anno da abbonata?
“Essendo molto piccola, avevo 6 anni nel 1952 quando la società mise in vendita gli abbonamenti ‘Vitalizio’, non ricordo bene i dettagli, ma i miei primi ricordi associati alla Roma sono strettamente legati alla mia famiglia. Andavo allo Stadio con mamma, papà e mio fratello partendo da Trastevere, dove vivevamo. Mi divertivo a giocare tra i seggiolini, a correre tra gli spettatori insieme agli altri bambini, mentre loro – i grandi – si concentravano sulla partita. Quella sensazione di stare insieme e condividere momenti così speciali è rimasta impressa nella mia memoria“.
Qual è stato il romanista che più hai amato in tutti questi anni?
“Falcao e Totti. Falcao, con la sua classe immensa e il suo modo di giocare elegante, mi ha conquistato fin da subito. Era un talento raro, capace di cambiare il corso di una partita con un singolo passaggio o un colpo di genio. Totti, invece, rappresenta per me la Roma stessa, con il suo amore viscerale per questa maglia. La sua longevità, la sua capacità di trascinare la squadra e la sua autenticità hanno fatto di lui un simbolo non solo della Roma, ma del calcio in generale. Entrambi hanno lasciato un segno indelebile nel mio cuore e nella storia del Club. Sono legata molto anche ad Agostino Di Bartolomei. Era un amico di mio fratello Piero, nonostante la differenza di età che c’era tra loro e ho avuto modo di conoscerlo non solo come calciatore, ma anche come persona e il suo legame con la mia famiglia lo rendeva ancora più speciale. Era un ragazzo di grande cuore, oltre a essere stato un simbolo per la città di Roma e della Roma. Non lo dimenticherò mai”.
Hai vissuto lo Scudetto del 1983 e quello del 2001: quale dei due ti ha emozionato di più?
“Quello del 1983 è stato senza dubbio più importante ed emozionante. All’epoca vivevo a Testaccio e l’atmosfera era unica, carica di gioia e di orgoglio. Era un momento storico per la città e per la Roma, anche grazie al lavoro incredibile del Club, del presidente e dell’allenatore. Quella Roma era davvero straordinaria, è stato un gruppo che ha fatto sognare tutti noi tifosi. Lo Scudetto del 1983 ha segnato un’epoca”.