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·2 August 2025

La Premier League dice no alla riduzione del campionato a 18 squadre

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A metà luglio la Bundesliga, come dichiarato dal suo amministratore delegato Steffen Merkel, ha chiuso la porta a un possibile allargamento del massimo campionato tedesco a 20 squadre. Ora il suo omologo della Premier League, Richard Masters, esclude che il torneo britannico passi a 18.

Come riporta la BBC, si tratta di una discussione che hanno fatto tutte le maggiori leghe europee: in Italia per esempio si è provato a imbastire una valutazione su un possibile restringimento del numero di partecipanti al campionato. Opzione che è tornata in auge dopo l’allargamento delle coppe europee e l’introduzione del nuovo Mondiale per Club FIFA che si è giocato quest’estate.


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Proprio il nuovo torneo voluto da Gianni Infantino, che si giocherà ogni quattro anni, ha visto il trionfo del Chelsea contro il PSG nella finalissima del 13 luglio scorso. I Blues, come le altre squadre di Premier, inizieranno il campionato il 15 agosto. Quindi la formazione di Maresca, fra l’ultima partita della stagione, che è ovviamente sforata oltre il 30 giugno, e la prima di quella nuova, avrà un solo mese di distacco.

Ma, come detto, la riduzione delle squadre in Premier League non è una strada valutata al momento: «Non penso che dovremmo essere costretti a prendere quella decisione. Sono favorevole alla crescita del calcio e alle competizioni entusiasmanti in cui possono partecipare i nostri club, ma non a scapito del calcio nazionale». Va inoltre ricordato che nel Regno Unito si giocano due coppe nazionali, la prestigiosa FA Cup e la Coppa di Lega, rinominata Carabao Cup per motivi di sponsor, e che ha già visto una modifica del suo format originale come la cancellazione dei famosi replay in caso di pareggio-

Proprio il Mondiale per Club è stato, ed è ancora, l’oggetto dell’ultima disputa fra FIFA e FifPro, il sindaco mondiale dei calciatori. Un contenzioso riguardante il sovrannumero di partite presenti attualmente nel calendario e che vede l’Ad Masters prendere le parti dei calciatori, anche perché la FIFA non ha mai consultato nessun esponente dei campionati nazionali prima di introdurre tale torneo e, nemmeno, per l’allargamento dei Mondiali da 32 a 48 squadre in vista dell’edizione 2026, che si giocherà la prossima estate fra Stati Uniti, Canada e Messico.

Proprio per questo non sono sulla stessa linea, secondo Masters, FIFA e UEFA, visto che l’organo guidato da Aleksander Ceferin ha avuto colloqui con le leghe nazionali prima di provvedere all’allargamento a 36 squadre delle tre competizione europee (Champions, Europa League e Conference).

«Il verdetto è ancora aperto sulla competitività del formato, sulla programmazione e sulla sostenibilità economica alla base, ma non è compito mio valutare il successo o meno del Mondiale per Club – ha dichiarato Masters –. Il mio compito è valutare se queste nuove competizioni abbiano un impatto sul calendario nazionale e sulle competizioni domestiche, tra cui ovviamente la Premier League».

«Dal 1994, la Premier League è composta da 380 partite e 20 club. Non abbiamo mai cambiato formula. Ora stiamo iniziando a ripensare il nostro calendario interno per fare spazio all’espansione europea e globale. Chiediamo ai giocatori di disputare un numero crescente di partite. A questi livelli serve un dialogo vero tra la FIFA e tutti gli attori coinvolti su come andare avanti. Ed è proprio questo dialogo che purtroppo è mancato», ha concluso Masters.

Intanto, però, già questa primavera Chelsea e Manchester City, le due rappresentanti inglesi al Mondiale per Club, avevano richiesto di posticipare l’inizio della Premier League, o comunque il rinvio dei loro due impegni in campionato. Richiesta respinta dalla Premier: «È l’effetto farfalla delle decisioni prese da altri organi calcistici al di fuori della nostra influenza che ricadono direttamente sulle leghe nazionali – ha dichiarato Masters –. Quando un torneo finisce a metà luglio e bisogna concedere ai giocatori tre settimane di riposo, resta solo una settimana prima dell’inizio della stagione. Non torna. Ci mette inutilmente in conflitto con i nostri stessi club. E non riguarda solo quelli coinvolti nel Mondiale per Club, ma anche le squadre contro cui giocheranno. Dobbiamo essere equi con tutti».

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