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·28 November 2024
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L'indagine, come riportato sulle colonne della Gazzetta dello Sport, era stata avviata circa due anni fa dalla Procura di Catania. Oltre 20 milioni di utenti utilizzavano il cosiddetto "pezzotto" tra Italia, Olanda, Regno Unito, Svezia, Romania, Svizzera, Croazia e Cina.
Una rete estremamente ramificata, organizzata con dovizia di particolari e che chiedeva ai clienti di sborsare la cifra di 10 euro per un abbonamento. Le piattaforme offerte in modo illecito riguardavano non soltanto contenuti calcistici e sportivi. Il sistema illegale fruttava complessivamente ben 3 miliardi di euro di ricavi. Il Procuratore di Catania Curcio ha considerato l'operazione appena completata "la più vasta, penetrante e importante a livello europeo sulla pirateria legata allo streaming televisivo".
Ovviamente le reazioni del mondo del calcio e dello sport non si sono fatte attendere. "Chi utilizza il pezzotto può essere trovato e punito", ha detto l'amministratore delegato della Lega Serie A De Siervo. "Il salto di qualità si fa quando - ha sottolineato il Ministro dello Sport Abodi - oltre a fermare il servizio illegale, saranno perseguiti i fruitori". Queste invece le riflessioni del Presidente del Milan Scaroni: "La pirateria è un fenomeno ciclopico. In Italia abbiamo la legge migliore d'Europa, deve essere applicata".