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Emanuele Garbato·18 July 2024
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Emanuele Garbato·18 July 2024
Se la TOP 11 ufficiale dell’Europeo è stata svelata (potete vederla qui), tocca adesso stilare quella che è stata la formazione più deludente dell’intera manifestazione.
Ovviamente le scelte non vanno interpretate come un giudizio sulle prestazioni in senso assoluto, ma rapportato alle aspettative che si aveva sui calciatori. Il modulo dei Flop XI è il 4-2-4.
Arrivato a difendere i pali dell’Ucraina dopo una grandissima stagione al Real Madrid in cui ha tolto il posto a Kepa dopo l’infortunio di Courtois, Andrij Lunin ha disputato una prestazione disastrosa nella sconfitta all’esordio con la Slovacchia costata l’accesso agli ottavi. A seguito della gara ha anche perso il posto.
A differenza di Lunin, Di Lorenzo è stato estremamente coerente. Stagione disastrosa da capitano del Napoli, Europeo da incubo con l’Italia. Mai in grado di opporsi agli attaccanti che l’hanno puntato, mai lucido e in partita, mai propositivo. Pretoriano del CT Spalletti, simbolo della sua disfatta.
La sua titolarità fissa con Pavard invece a secco di minuti resterà un mistero dell’Europeo della Francia. In costante affanno dal primo all’ultimo minuto disputato, anello debole di una difesa di alto livello.
Ha giocato una sola partita, ma è più un’aggravante che un’attenuante. Atteggiamento molle, svagato e passivo negli ottavi di finale strapersi dall’Italia contro la Svizzera. Specchio di una Nazionale da cui ci si attendeva mordente che si è riscoperta piena di confusione e paura.
Impossibile escluderlo. Da un calciatore che all’Inter aveva brillato anche e soprattutto in Champions League ci si attendeva caratura internazionale in questo contesto. Tanti errori, zero spinta e la sensazione di essere sempre fuori posto. La buona notizia per l’Italia è che dal centrocampo in su c’è chi ha fatto peggio.
Il trasferimento in Arabia Saudita non basta a giustificarne le prestazioni, c’è chi ha fatto molto meglio pur provenendo da lì. Impalpabile nelle prime due gare, panchinato dal CT Stojkovic per disperazione. Conto la Danimarca entra nel finale e spreca una palla gol nitida in modo molto goffo. Peccato.
Il gemello d’Arabia riesce forse a fare persino peggio del Sergente. Almeno il primo ha la scusa di una squadra piattissima, lui avrebbe dovuto guidare una Croazia con tanti limiti e qualche senatore di troppo ma pur sempre di grande talento. Assente ingiustificato.
Naso rotto, condizioni fisiche precarie, difficoltà tattiche. Tutto vero. Da uno dei primi 3 calciatori al mondo secondo il giudizio oggettivo di chiunque, però, ci si sarebbe aspettate un Europeo diverso. Si accende solo con l’assist per Kolo Muani, segna solo su rigore. Che sia stato un flop lo ha ammesso lui stesso dopo la Spagna.
Sfortunato sì, ma anche purtroppo grottesco. Il Belgio rischia nel girone e poi soffre da morire contro la Francia. In lui non soltanto non trova i gol, ma neppure l’appoggio per far salire la squadra. Involuto all’inverosimile.
Doveva essere la stella della Slovenia, invece la storia è stata diversissima. In una squadra che ha disputato un Europeo sontuoso rischiando di eliminare con merito il Portogallo il giovane attaccante del Lipsia è stato di fatto l’unico a steccare. Ha sulle spalle il peso del gol qualificazione sbagliato incredibilmente contro i lusitani.
Degli undici calciatori scelti è senza ombra di dubbio il minor colpevole, va ammesso. L’MVP della Premier League, miglior campionato al mondo, non può però giocare un simile Europeo. Schierato fuori ruolo, sempre laterale e mai dentro al campo, non incide come sa né ai 30 metri né negli ultimi 16. Non ne esce bene.