La Flat Tax che piace ai paperoni stranieri: dai calciatori ai vip, gettito da oltre 300 milioni per lo Stato | OneFootball

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·4 August 2025

La Flat Tax che piace ai paperoni stranieri: dai calciatori ai vip, gettito da oltre 300 milioni per lo Stato

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La Flat Tax introdotta in Italia continua ad attrarre capitali stranieri nel nostro Paese. A testimoniare questo trend sono i numeri in crescita delle persone che decidono di spostare la propria residenza in Italia.

Come riporta l’edizione odierna di Repubblica – Affari e Finanza, nell’ultima Relazione sul Rendiconto generale dello Stato redatta dalla Corte dei Conti, dal 2020 (primo anno di applicazione della misura) al 2023 le adesioni – tra contribuenti e familiari – sono passate da 549 a 1.495. Parallelamente, il gettito generato per l’Erario è triplicato, passando da 43,9 a 117,7 milioni di euro. Complessivamente, nei quattro anni analizzati, lo Stato ha incassato 315,4 milioni grazie a 3.983 adesioni.


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Il funzionamento del regime agevolato è semplice: chi trasferisce la propria residenza in Italia può versare un’imposta forfettaria annuale su tutti i redditi esteri, a prescindere dal loro ammontare. Fino al 2023 l’imposta era pari a 100.000 euro, ma da agosto scorso è stata raddoppiata a 200.000 euro. Una cifra che, per chi ha redditi altissimi, rappresenta un esborso irrisorio.

Non è un caso che la misura sia stata soprannominata “Norma CR7”, proprio perché estremamente vantaggiosa per figure come Cristiano Ronaldo: pur ricevendo in Italia uno stipendio regolarmente tassato, poteva beneficiare di una tassazione agevolata su altri redditi esteri, ad esempio quelli da sponsorizzazioni.

Un successo che non sorprende gli esperti del settore. «Si tratta di un regime pensato espressamente per attrarre individui con grandi patrimoni (HNWI), offrendo loro non solo una flat tax vantaggiosa sui redditi esteri, ma anche una serie di esenzioni che ne aumentano l’attrattiva», spiega Antonio Martino, Co-Head del settore Private Clients presso DLA Piper. Tra queste agevolazioni ci sono, ad esempio, l’esenzione dall’imposta di successione e donazione per i beni detenuti all’estero, così come l’esonero dal pagamento di Ivie e Ivafe. A ciò si aggiunge una significativa semplificazione degli obblighi fiscali: «Non sono tenuti, ad esempio, a compilare il quadro RW per il monitoraggio fiscale delle attività patrimoniali e finanziarie detenute all’estero, evitando così adempimenti complessi e costosi», aggiunge Martino.

Va detto che la concorrenza tra Paesi su questo fronte è alta. La Grecia ha introdotto un regime simile, con un’imposta annuale di 100.000 euro sui redditi esteri. Il Portogallo, negli anni scorsi, è diventato la meta prediletta dei pensionati italiani grazie a un regime fiscale ultra agevolato – anche se ora in parte ridimensionato – per i redditi prodotti all’estero.

Ma chi sono, in concreto, i beneficiari di questa misura? Secondo Martino, il regime si rivolge in primo luogo agli High Net Worth Individual (HNWI), ovvero individuo ad alto patrimonio netto, che desiderano vivere in un Paese con alta qualità della vita, abbinata a una fiscalità prevedibile e semplificata. Tra i profili più frequenti ci sono imprenditori internazionali con attività in più giurisdizioni, manager e dirigenti di multinazionali (soprattutto quelli vicini alla pensione), sportivi professionisti, celebrità dello spettacolo, e anche ex espatriati italiani rientrati dopo anni all’estero.

In teoria, il raddoppio della flat tax da 100.000 a 200.000 euro potrebbe diminuire l’attrattività della misura. Ma, almeno per ora, non si intravedono segnali di un calo delle adesioni. Anche perché – come ricorda la Corte dei Conti – il Regno Unito ha sospeso il proprio regime fiscale favorevole per i non domiciliati, e non è improbabile che i paperoni delusi da Londra possano decidere di guardare proprio all’Italia per il loro prossimo trasferimento.

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