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·24 May 2025
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·24 May 2025
La vittoria per 2-0 sul campo del Como non è bastata. Al termine degli ultimi 90 minuti della Serie A 2024/25, l'Inter di Simone Inzaghi è costretta ad arrendersi e cedere lo scettro di Campione d'Italia al Napoli guidato da un grande ex nerazzurro, Antnio Conte.
Le aspettative di inizio stagione davano i nerazzurri come grandi favoriti, destinati a dominare il campionato, ma la realtà ha evidenziato le difficoltà di un'Inter che non è mai stata a più di +3 sul Napoli.
Con gli obiettivi Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa sfumati, la rincorsa nerazzurra a una stagione di trofei multipli rischia così di chiudersi con un pugno di mosche in mano.
Se l'Inter non riuscisse a battere il PSG nella finale di Monaco, allora si concretizzerebbe l'incubo "zero tituli".
La domanda sorge spontanea: cosa è mancato alla squadra di Inzaghi in questa stagione?
L'Inter ha iniziato la stagione sentendosi la grande favorita, in virtù della continuità tecnica e degli effettivi agli ordini di Simone Inzaghi e di una rosa che sembrava essersi ampliata, senza far registrare perdite importanti.
La lotta su tutti i fronti si è rivelata forse però un peccato di superbia, con il senno di poi, visto che forse non tutti gli innesti si sono rivelati utili alla causa come sembrava.
Un calciomercato estivo di allargamento della rosa e non di innalzamento della qualità si è rivelato insufficiente, soprattutto quando è arrivato il momento per i rincalzi di mettersi in mostra: Dumfries, Calhanoglu e la coppia d'attacco formata da Lautaro e Thuram sono al momento insostituibili.
A fronte di questo l'Inter potrebbe rimpiangere di non aver mollato su qualche fronte, di essersi fatta ipnotizzare dal sogno Triplete e non aver allocato le risorse in maniera più efficace (leggi: turnover) per portare almeno un obiettivo a casa con sicurezza.
La presunzione di non dover alzare la qualità della rosa sul mercato si è poi riverberata anche sulla finestra invernale, in cui l'unico innesto immediato registrato è stato Zalewski, in un momento in cui era già conclamata la necessità di un attaccante che potesse dare fiato a Lautaro e Thuram viste le difficoltà di Arnautovic, Correa e Taremi.
Lo scorso anno l'Inter aveva dominato con sicurezza il campionato: 19 punti di distacco sul Milan, soli 22 gol subiti, due sole sconfitte e la capacità di gestire il risultato senza farsi recuperare.
Risultato? Un campionato guidato dalla nona giornata in poi, con l'eccezione di un brevissimo sorpasso juventino, e portato a casa senza patemi.
L'Inter di questo anno è una copia pallida di quanto visto lo scorso anno, soprattutto in termini di solidità e tenuta: i gol subiti sono stati 35, le sconfitte cinque, il Napoli non è mai stato staccato e l'Inter è stato primo solo dalla 26ª alla 32ª giornata.
E quante partite e quanti punti sono sfumati nel finale: 15 punti salutati nell'ultima mezzora delle partite, a partire dal pareggio di Messias al 95' nella prima giornata contro il Genoa, passando al gol di Gabbia che ha deciso il derby di andata all'89', per la doppietta di Yildiz nel finale del 4-4 con la Juventus.
Un elenco che non è finito e che annovera tre reti decisamente cruciali dell'ultimo periodo: il pareggio del Napoli siglato da Billing all'87' che ha negato l'allungo all'Inter, la rovesciata di Orsolini al 94' che ha fatto perdere la guida della classifica ai nerazzurri e il rigore di Pedro al 90' che è costato forse l'ultima occasione sorpasso.
Insomma, bisogna dire addio all'Inter cannibale, capace di mettere le partite - e gli interi campionati - in ghiaccio?
L'abbiamo già detto: uno dei punti dolenti della squadra nerazzurra è stata la qualità dei rincalzi offensivi. Correa, Taremi e Arnautović sono stati tra gli aspetti più negativi della stagione.
Un aspetto mai stato tanto chiaro quando nelle giornate in cui Marcus Thuram è mancato per infortunio. Non a caso un'assenza che ha coinciso con le due sconfitte senza gol con Bologna e Roma in cui l'Inter ha perso la vetta del campionato, oltre che nel derby di Coppa Italia perso (sempre senza sbloccare il tabellino) per 3-0 contro il Milan.
Anche i titolari però hanno un saldo estremamente in negativo rispetto allo scorso anno: Lautaro aveva segnato 24 gol in campionato, un dato dimezzato quest'anno e solo parzialmente riscattato dalle 9 reti segnate in Champions.
Marcus Thuram si è mantenuto su livelli simili (14 gol contro i 13 dello scorso anno e un bottino in Champions migliore), mentre sono mancati i calci piazzati di Calhanoglu: nella scorsa stagione era stato il "terzo attaccante" dell'Inter, segnando 13 reti, tante quante Thuram, mentre quest'anno si è fermato a 5.
L’Inter ha concluso la stagione con appena 21 punti in 16 gare giocate contro le prime nove della classifica, un dato che mette in luce le difficoltà incontrate dai nerazzurri quando si trattava di affrontare le sfide più importanti.
In casa, sono riusciti a imporsi solamente contro Atalanta e Fiorentina, raccogliendo solo 10 punti su 24 disponibili.
La corsa al titolo, come noto, richiede anche la capacità di essere costanti e solidi contro avversari più modesti.
Ma proprio in questi incontri l’Inter ha mostrato una vulnerabilità inaspettata: pareggi in trasferta contro Monza e Genoa, ad esempio, hanno pesato come un macigno sul cammino della squadra allenata da Inzaghi.
Durante il campionato, l’Inter ha subito ben sei rimonte, lasciando per strada 12 punti preziosi a causa di improvvisi cali di concentrazione e di qualità nei frangenti cruciali.
Partite come quella contro la Juventus, dove si è passati dal 4-2 al 4-4, o la rimonta del Bologna e il pareggio con la Lazio hanno messo a nudo la fragilità mentale della squadra quando la pressione si alza. Anche in altre sfide, come i pareggi con Parma e Genoa, i nerazzurri non sono stati in grado di mantenere il vantaggio.
Questi errori hanno inciso notevolmente sulla classifica, compromettendo la rincorsa al Napoli, che, pur avendo avuto qualche inciampo, ha saputo mantenere una maggiore solidità mentale nei momenti cruciali.
📸 Marco Luzzani - 2025 Getty Images
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