Calcio e Finanza
·18 February 2025
Indagine ultras, il verbale di Beretta: «Centomila euro a Bellocco per uccidermi»
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·18 February 2025
«Dopo io vengo a sapere che Marco gli aveva proposto, tramite… lo vengo a sapere da B.». Andrea Beretta (il 21 gennaio scorso) sta già parlando da due ore con il pm Sara Ombra della Dda e gli investigatori della Squadra mobile che raccolgono l’ennesima puntata del suo pentimento. Nel verbale depositato agli atti, l’ex capo della curva Nord interista non può non tornare all’omicidio di Antonio Bellocco.
E al piano che, scrive Il Corriere della Sera, avrebbe dovuto vedere lui come vittima nella faida per il controllo degli affari illeciti al Meazza. «Marco (Ferdico, ndr) aveva proposto a P. di fare l’azione nei miei confronti, gli aveva proposto 100.000 euro». Il prezzo per farlo fuori. Una sorpresa, per lo stesso Beretta. «Io P. l’avevo conosciuto come un bravo ragazzo, s’era comportato bene, non aveva fatto niente lì in curva».
E riferisce agli investigatori di una lite nella Nord dove il “bravo ragazzo” aveva incassato insulti e schiaffi senza fiatare. Ne aveva parlato già il 22 novembre 2022 a Giuseppe Idà, fedelissimo di Bellocco: «Non ha fatto niente per rispetto mio, a me mi vuole un bene della Madonna!».
La deposizione è lunga, ripercorre la storia dei contrasti al secondo anello verde di San Siro fin dal delitto Boiocchi e dalla guerra di successione tra Beretta e Mimmo Bosa, leader degli Hammerskin che si era impadronito della cassa della Nord. E ancora il via libera all’ingresso di Antonio Bellocco, mossa che si rivelerà poi “detonante”.
Il contrasto per il controllo sul merchandising comincia nel luglio 2023 e arriva al dunque un anno dopo: «Loro volevano entrare, anche il discorso quando ho avuto l’appuntamento giù nei box con i familiari di Antonio, il discorso era sempre incentrato sul negozio. Solo che vedevano che io… mio padre mi dice che sono fuori di testa: come fai a non esserti spaventato di questa situazione qua?». La situazione precipita il primo settembre. Beretta ne era venuto a conoscenza grazie alla soffiata di B. Un primo piano prevedeva di attirarlo «in una cascina con la scusa di un recupero crediti».
Poi il progetto era cambiato e B. aveva tracciato le nuove coordinate. «Volevano portarmi in un posto, tipo farmi bere delle robe tipo nel caffè, delle gocce, io arrivavo a questa macchina, eh… con, con questi, e tipo… perdevo tipo i sensi, mi tiravano, mi sotterravano e la mia macchina la portavano a Nizza, visto che noi siamo gemellati». Un depistaggio: «Inscenavano che io fossi scappato».
La mattina del 4 settembre, Andrea Beretta si era scambiato messaggi col rivale, fingendo nonchalance. «Finito allena bro», gli aveva digitato dalla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio. «Quando finisci chiamami bro», gli aveva risposto Bellocco. Che poco prima aveva incontrato con Marco Ferdico per mettere a punto gli ultimi dettagli. La Smart di Bellocco era arrivata poco prima delle 10.50.
«Siamo saliti in macchina, io ho cercato, ho chiesto spiegazioni, e… ero armato, ho chiesto spiegazioni, lui m’ha detto: adesso t’ammazzo i figli! Così ne è nata una colluttazione», dirà Beretta quella sera ai pm.